Di Stefano Venditti
Ha suscitato un notevole interesse l’ultimo dramma teatrale scritto da Padre Jacobucci, interesse che cresce giorno dopo giorno a causa sia dell’argomento trattato sia a seguito della prima rappresentazione che è avvenuta ad opera della compagnia teatrale “La Bottega dell’Attore” di Colle dell’Orso nell’ambito dell’inaugurazione del parco della Madonna di Lourdes in via Calabria. Al centro dell’ultimo scritto di Padre Gaetano ci sono le vicende tristemente note che legarono due giovani della Campobasso che fu: Delicata Civerra e Fonzo Mastrangelo.
Una rappresentazione teatrale, che si sviluppa secondo i canoni del dramma greco, in versi della struggente storia d’amore, vissuta nella Campobasso del Cinquecento, tra Delicata Civerra, crociata, e Fonzo Mastrangelo, trinitario, avversata dalle rispettive famiglie appartenenti alle due fazioni rivali. Il testo è inoltre impreziosito da alcuni disegni realizzati dallo stesso Padre Gaetano attraverso i quali l’autore è riuscito a tradurre in immagini l’amore travagliato dei due protagonisti.
«Il testo si divide essenzialmente in due parti. La prima è incentrata sul contrasto dei sentimenti interni che si vanno a creare tra Delicata Civerra e suo padre che rifiuta il rapporto d’amore tra sua figlia e Fonzo – ha spiegato Padre Gaetano -. Una durezza di cuore e di animo che non riuscirono a scalfire neanche la madre di Delicata e suo zio Don Nunzio».
Padre Gaetano non si limita solo alla descrizione dei fatti e degli avvenimenti storici, ma punta la sua attenzione sull’introspezione della figura di Delicata e della sua battaglia interiore dopo che fu rinchiusa nella Torre Terziani.
«Ho voluto porre l’accento in maniera particolare sul dialogo interiore che Delicata Civerra ebbe con se stessa durante la sua prigionia. Una contrapposizione di sentimenti, di stati d’animo, tra la speranza e la fiducia, che caratterizzarono gli ultimi suoi istanti di vita. La seconda parte, invece, si snoda sula figura di Fra Gironimo da Sorbo ed il suo provvidenziale intervento. Una profonda scelta di fede che permise alle due fazioni rivali, Trinitari e Crociati, di ritrovarsi attorno alla figura del frate e di porre le basi per una pace duratura – ha rimarcato Padre Gaetano -.
Tutti i dialoghi della prima e della seconda parte, come nella migliore tradizione del dramma greco, vengono accompagnati da una voce narrante. Il testo si conclude con Fonzo Mastrangelo che prende i voti come frate francescano nel convento dell’Aracoeli di Roma ». Un modo nuovo e coinvolgente di far rivivere l’amore di due giovani che a causa dell’ottusità delle loro famiglie d’origine non poté sbocciare.
«Ho voluto dare il mio contributo alla divulgazione e alla scoperta o riscoperta di una storia che si avvicina molto a quella di Romeo e Giulietta resa famosa da William Shakespeare – ha concluso Padre Gaetano Jacobucci -. Una storia tragica d’amore che, però, ha le sue radici nella nostra Campobasso e nella terra molisana. Un dramma, una storia, una vicenda che malgrado siano trascorsi diversi secoli ancora oggi suscita un caleidoscopio di emozioni forti in special modo in chi, per la prima volta, si approccia alla loro storia.