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GINO PAOLI: Un Nome, Una “Garanzia”!

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet

Per La Serie: “Predicano Bene Ma Razzolano Male”

Gino Paoli

Qui c’è qualche mente malvagia che mi vuol far lavorare! Se andiamo avanti di questo passo infatti, mi toccherà aprire un’altra rubrica, utile magari per far incazzare meglio Santa romana chiesa, già titolare di quella “catechesi” domenicale necessaria a far comprendere che non è vero il loro detto che invita a non giudicare gli altri, visto che sono proprio loro a farlo e che noi impariamo da loro. Oggi, dopo aver riperticato quanto in link nel sottotitolo, mi tocca sparare sulla croce rossa, impersonata da un “Santo” che ha portato in lungo e in largo il buon nome dell’Italia, facendolo seriamente ed a testa alta, a differenza di gentaglia come Re Silvio che invece il patrio nome, a detta di tanti, lo ha miseramente disonorato.

Gino Paoli, croce per coloro cui non piacciono le sue canzoni, rosso per sua stessa appartenenza politica, nuova e moderna vittima sacrificale, giustamente oggi deve difendere la sua reputazione, di cantautore prima che di uomo del nostro tempo, ma anche di politico, deputato al parlamento nei primi anni novanta, a cavallo fra la prima e la seconda repubblica, Onesto fra i nuovi Onesti, a difendere quanto di buono l’Italia ha prodotto.

Oggi però…

gino paoli: “alle feste dell’unità ero costretto ad accettare i pagamenti in nero”! Povera bestia! Ha fatto il “Sacrificio” in nome nostro e noi oggi ci lamentiamo? Oggi gli diamo la croce addosso?

SIAE, è finita l’era di Gino Paoli, l’era che fra l’altro ha vista l’istituzione dell’Equo Compenso, (battaglia portata avanti strenuamente e stravinta dal Nostro), tassa che tutti dobbiamo pagare quando acquistiamo un CD o un DVD vuoti, ovvero una chiavetta USB o una memoria qualsiasi per arrivare al computer e visto che non basta, qualsiasi apparato utile a registrare o masterizzare, per finire agli strumenti musicali, insomma, tutto ciò che può in qualche modo riprodurre una canzone anche se poi ciò che acquistiamo ci serve per fare ben altro.

Che dire poi se allargassimo il discorso ai libri, in particolar modo quelli scolastici, utili agli studenti di ogni ordine e grado per costruire il proprio futuro, ma ancor più necessari a chi li produce per svenare le famiglie degli studenti medesimi ed arricchire un mondo che non ha nessuna pietà di quei “clienti”?

La mia mente malata mi propone a questo punto la seguente riflessione: Non so se disonora meglio il buon nome patrio chi, facendo politica si porta a letto la prima sciacquetta che gli viene a tiro o chi, “con il buon nome da difendere”, si allontana da una carica che ha utilizzato per derubare i suoi compatrioti che lo hanno ritenuto “Bandiera” da mostrare con orgoglio all’estero, magari a quella Terra Straniera nella quale quella bandiera andava a svendolare… le banconote o gli assegni presi con sofferenza in nero e rubati a tutti noi, chiamati da questo stronzo ladri e puniti con un proditorio aumento imposto su ciò che non necessariamente va usato per sentire canzonette.

Di una cosa però sono contento: Se pur utile per far posto a chi bussa da sotto, (vedi il caso “Carminati” ecc.), sono contento che sia stato silurato un altro furbetto e nello stesso tempo ipocrita, alla faccia di chi, anche da questo sito, elogia questa particolare e numerosa categoria; sono appagato, non tanto per il contentino che deriverà, (forse), dal recupero di quegli spiccioli, quanto per la goduria di veder sconfitta un’altra pedina di quella parte a me avversa. Sì, godo come fossi all’apice di un orgasmo e con questa gioia dichiaro ai quattro venti che da quell’Equo compenso dato a chi poi si è allargato, io mi sono tolta la soddisfazione di far perdere a questa gente quel poco che spero col tempo diventi molto. Io ho acquistate tante canzoni comprando dischi originali e pagandoli quasi quanto un computer ogni copia, ma mi sono tolta la soddisfazione di copiarli, copiarli e copiarli, regalando le copie a chiunque me le chiedeva e me le chiede, oggi con la consapevolezza di non aver rubato niente a nessuno, visto che chi si lamenta, in precedenza, ha derubato me e chiunque per qualsiasi ragione, ha dovuto necessariamente acquistare strumenti sui quali è stato posto un equo compenso che ha poi generato uno strano scompenso che per chi lo ha commesso spero diventi cardiaco…

Così da levarci l’ennesimo pezzente dagli zebedèi.

E scusa la mancanza di garantismo!