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Mi Vergogno Di Essere Italiano

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali E Mario Ricca

Anche Se Oggi Lo Faccio In Ritardo

Se pur in vistoso ritardo, il perché lo scoprirai domani, mi vergogno di essere italiano guardando a debita distanza fatti che si sono già visti nel recente passato e si ripropongono come fossero un’indigesta peperonata in questi giorni per colpa di chi ci mangia sopra, non necessariamente patrio, o argomentazioni che, se pur logicamente chiare, stanno alla nostra attenzione per “merito” di chi sa far bene i giochi di prestigio con i quali ci ammorba da duemila anni: Oggi è domenica e quindi devo sparlare di Santa romana Chiesa.

Iniziamo dunque da qualcosa che ci ha trasmessa il buon Mario con relativo commento, Lampedusa, Gino Strada: “Mi vergogno di essere italiano”, notizia così da lui commentata: “Questo individuo ci dovrebbe ancora spiegare come mai lui si trova sempre a fare il mediatore nei vari sequestri di persone in medio oriente.
Chi sta troppo in chiesa, o è santo, o ruba le elemosine e io ai santi non credo!!!”.
A quanto detto dalla “Mina Vagante”, di primo acchito io ho risposto che ho ben altre e più personali ragioni per vergognarmi di essere italiano e per questo preferisco agire mettendoci in prima persona la faccia e senza farlo a disgrazie altrui avvenute, soprattutto quando certe disgrazie si potrebbe evitare proprio di permetterle ovvero di programmarle a tempo ben prestabilito per far sì che poi ci sia chi si vergogna di essere italiano o chi, non italiano, si permetta di chiedere solidarietà agli italiani, guardandosi bene dall’offrirla obbligando i suoi sottoposti a mettere a disposizione di chi ne ha bisogno, con i fatti e non con le chiacchiere, i lauti mezzi in loro possesso, acquisiti, guarda tu alle volte il caso, con la solidarietà.

Alla discussione poi, inconsapevolmente si è aggiunto Marco che ci ha fornita l’ennesima prova dell’ipocrisia imperante fra chi si “occupa” di solidarietà, Chiesa e omofobia. Parroco benedice una coppia lesbica: sollevato dall’incarico, che il nostro viaggiatore di fiducia ha così accompagnata: “Il problema non ce l’hanno le lesbiche, ma il vescovo! Il prete ha fatto una cosa buona e giusta!”.

Sì, mi vergogno di essere italiano per via del fatto che nel duemilaquindici ancora dobbiamo leggere notizie del genere e nel farlo dobbiamo notare la schifosa indifferenza di chi, visto quanto accade, ancora offre solidarietà a chi non la restituisce secondo le parole espresse e ripetute da costoro giornalmente, parole che, a differenza di quanto accade in quest’inutile sito, a questa gentaglia portano quantità di danaro da far schifo pure a Satana.