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Quando Il Diritto Supera Sé Stesso E Va A Nostro Danno

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca

Così Saremo In Due A “Pagare”!

Oggi devo fare lo straordinario visto che non sono andato a lavorare per non rischiare di dover percorrere la strada che da Gambatesa mi porta giornalmente a Campobasso a dieci chilometri orari a causa del fatto che, per diritto acquisito, la locale provincia non procede a buttare il sale per strada, sale che serve a non rendere ghiacciato il fondo stradale, dando così a chi paga le tasse, la possibilità di andare a lavorare ed arrivarvi incolume.

Per farneticare dunque, avevo bisogno di uno spunto che già avevo relegato nella classifica della vergogna di domani. Grazie però all’insistenza creata dalla notizia che ieri il buon Mario mi ha nuovamente riproposta, ecco che espettoro quanto di seguito, sapendo bene purtroppo che non potrò venir denunciato, ne gli zingari in tema potranno chiedermi i danni avviando la mia reazione finale, ciò perché non sono così famoso.

La notizia è proposta in due sequenze: Vicenza, i parenti del bandito potrebbero chiedere i danni al benzinaio?. Commento di Mario: “La famiglia del rapinatore morto chiede i danni al benzinaio… Saranno quantificati in base ai furti che non potrà più fare?”. Commento mio, scritto in previsione della classifica di domani: “Attenendomi al titolo: I parenti del bandito potrebbero chiedere i danni al benzinaio, ma il benzinaio potrebbe eliminare il problema alla radice sterminando I parenti del bandito.
A chi conviene?”.

Come detto, pensavo di risolvere il problema in questo modo, ma ieri, la “Mina vagante” si è di nuovo espressa come segue, facendo divenire un’ipotesi, probabile realtà: Il conto per il bandito ucciso durante la rapina. Commento di Mario: “In un paese, (rigorosamente in minuscolo), dove viene permesso a mentecatti di delinquere e attentare alla pubblica incolumità e alle famiglie di costoro di rivendicare diritti che a certa gente dovrebbero essere negati, bene fanno personaggi come i piloti cassaintegrati a cercare profitti.
Ora qualche appartenente del popolo di bergoglio mi dirà che se c’è chi delinque mettendo a rischio la pubblica incolumità è per colpa di gente come i piloti, ma io da classista sono convinto del contrario!”. Mario si riferisce a quest’ulteriore scritto, Piloti cassintegrati ma con stipendi d’oro all’estero: 36 denunciati, da lui così commentato: “Una italica stretta di mano a questi piloti da parte di chi come me prova verso costoro invidia fraterna, certo del fatto che sicuramente tra quanto guadagnato e quanto eventualmente dovranno restituire, non ci perderanno quindi, bene hanno fatto avendone avuta la possibilità, bene faranno coloro che agiranno in seguito in questo modo dal momento che stiamo in Italia!”.

Andiamo dunque per ordine inverso e partendo dal discorso “piloti veloci a rubare”, mi dispiace per il classismo di Mario, liberamente espresso su quest’inutile sito, ma le cose non vanno necessariamente secondo le modalità imposte da chi sogna. A volte, forse per necessità, sicuramente non per virtù, si arriva a dover far comprendere che la misura è colma e che chi è furbo deve fare un passo indietro, un passo sicuramente concordato, (un furbo non verrà mai addomesticato da chi è più fesso di lui o ha le mani in pasta), ma pur sempre un passo indietro.

Passando poi al discorso “infortunio sul lavoro” che ha colpito chi ora dovrebbe divenire fonte di guadagno per i suoi familiari e premesso che io non ce l’abbia con nessuno per partito preso, nemmeno con gli zingari, nemmeno con i furbi, (visti i risultati che forse non piacciono a Mario ma che sono tali), dico che se i familiari dell’“infortunato” dovessero aver ragione del benzinaio, sarà solo perché quest’ultimo, come la maggior parte degli italiani, avrà saputo lanciare il sasso per poi ritirare la mano, sperando nella patria benevolenza. Se infatti il Nostro, alla richiesta di risarcimento del danno eventualmente proposta da una magistratura che applica il diritto fuori da ogni regola di civiltà dovesse rispondere, come già ho detto, eliminando il problema alla radice, sicuramente la cosa non potrebbe venir considerata un reato, non tanto per il fatto che verrebbero eliminati altri due nomadi, quanto perché si ristabilirebbe il diritto alla difesa personale e delle proprie o altruii cose, che certa “cultura” prevede che possano venir violate, giustificando a priori tale azione. Se poi dovessi avere la fortuna di venir letto da quella gente questuante, spero che costoro abbiano la compiacenza di mettere in atto i loro propositi di chiedere i danni anche a chi difende le parti del benzinaio, in maniera da permettermi di risolvere in prima persona un problema che il diritto che oggi vede la sua applicazione in Italia, dalla difesa personale al diritto stesso di percorrere le strade italiche senza per questo dover patire incidenti, non ritiene più necessario trattare, lasciando al diritto privato l’incombenza di tali soluzioni.

Avrò questo privilegio?