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L’Intero Molise: Ha La Banda Larga?

Di Vittorio Venditti

A Sei Mesi Dalla Promessa Ed Un Mese E Mezzo Dalle Elezioni

Se pensavi che mi fossi dimenticato, ti è andata male:
Sarò scemo, ma non fino a questo punto!

Il primo marzo scorso, già in odor di elezioni regionali, il gota della politica molisana, sapendo dell’esasperazione del popolino, che li vedeva e li vede combattere per governarsi, in attesa che il popolino stesso venga governato, si affrettò a proclamare che le reti di telecomunicazione del nostro paziente Molise, erano da ritenersi vetuste, quindi, da ricostruire, e prevedevano, (questi nostri politici), di dotare l’intero Molise, della tanto agognata banda larga.

Io, da sarcastica “voce fuori dal coro”, dissi che l’unica vera banda larga che l’intero Molise avrebbe vista entro il prossimo autunno, sarebbe stata composta da gente della mia stazza.

Chi avrà ragione?

Allo stato dei fatti, credo che avrò ragione io.
A meno che, nel frattempo, alcuni paesi, (un esempio per tutti: Gambatesa), non siano da considerarsi appartenenti ad altre regioni.

Sì, perché,
dopo i numerosi proclami in merito,
Dopo qualche interesse, (finito nell’oblio), di qualche società privata del settore,
Dopo le chiacchiere di qualche invasato municipale,
nulla è cambiato a Gambatesa, e credo nulla cambierà.

Il ben pensante di turno obietterà che le elezioni regionali ci dovevano essere a novembre e con un’azione vigliacca, queste, sono state anticipate di un mese…
A costui, rispondo che tempo ce n’è stato e ce n’è a sufficienza, se solo si volesse agire.

Come fare?

Noi che stiamo in rete per tediarti, oltreché in qualità di radio-amatori, abbiamo fatto una serie di test che se applicati, potrebbero risolvere il problema rapidamente, dando anche la possibilità ai fruitori del servizio, di farlo, risparmiando anche sulle spese di gestione.

A Gambatesa, da tempo ormai, oltre ad un paio di società che distribuiscono l’ADSL con antenne fisse sulle case, esiste la possibilità di accedere alla rete in banda abbastanza larga, utilizzando i ripetitori radiomobili di Tim e Vodafone.

Oggetto di aspre critiche da parte di sedicenti ambientalisti, (gente che non ci ha potuto mangiar sopra), è stato il ripetitore Wind, per capirci, quello posto nel terreno di Franco (a volpe).
Questo ripetitore però, a differenza di quello sito nella vicina Pietracatella, trasmette esclusivamente a banda stretta.

Chiedo ai nostri politici, presto candidati:

Considerato che il suddetto ripetitore copre bene tutto il paese, non sarà il caso di intervenire presso la Wind, chiedendo l’adeguamento del ripetitore stesso alla trasmissione in HSDPA, così da dare la possibilità a chi ne ha bisogno, di agganciare la rete senza dover sostenere ulteriori spese oltre al giusto e normale canone ed all’acquisto di una normalissima ed ormai economica chiavetta?

Chiediamo troppo?

Sempre il ben pensante di turno, unitamente all’elettore altruista, protesteranno furiosamente, denunciando il fatto che ciò che sto farneticando è viziato da conflitto d’interesse.
Sempre a costoro, rispondo che la soluzione proposta, è già stata da me applicata, utilizzando quelle scarse conoscenze in mio possesso, dal punto di vista radiantistico.
Quanto sto umilmente proponendo però, salva capra e cavoli, visto che, se è vero che c’è la crisi, (e non è vero), atteso che le società telefoniche, (nel caso nostro la Wind), abbiano a guadagnarci, lo stesso avverrebbe per il cittadino comune, libero da ulteriori spese, oltreché libero da vincoli territoriali, potendo collegarsi alla rete in assoluta mobilità.

O politici, secondo voi, in questo modo saremmo troppo Liberi?