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PRONTO SOCCORSO AL CARDARELLI DI CAMPOBASSO? UNA VERGOGNA SENZA FINE!

Di Vittorio Venditti

Per Fortuna Chi Se Ne E’ Servita E’ Ancora Viva!

Ne sparlai qui, suscitando niente po’ po’ di meno che l’interesse del TG3 nazionale che nel giugno dello scorso anno volle vederci chiaro: Qui il riassunto di quell’esperienza.

Le cose sono cambiate?

In un mondo che si definisce “Civile”, si penserebbe che il mettere in risalto qualcosa che non va, sia foriero di cambiamenti in meglio. Ma noi viviamo in Molise, terra che ha tanti pregi ma non può certo sbandierare modernità e civiltà nella cosa pubblica, compresi i servizi che vengono erogati malamente e spesso sotto l’effetto di un clientelismo asfissiante che ci fa sperare in un mondo migliore, magari proveniente da altre civiltà, normalmente bistrattate dall’occidente. Ecco quindi un Molise che ci stupisce, (per dirla con il mio amico Stefano Venditti), ma in maniera che più negativa non potrebbe essere.

Torno dunque a parlare del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di contrada tappino di Campobasso, un luogo che se è possibile va evitato, pena il rischio della propria vita. E’ accaduto questa volta ad una persona della mia famiglia che ha avuto l’ardire di sentirsi male stando in automobile per giunta mentre transitava per Campobasso. Questa persona, anziché servirsi del 118 come un comune parassita, ha voluto strafare e chiamare un’altra componente il nostro nucleo familiare. Dirette al pronto soccorso di cui sopra, queste scellerate hanno dovuto attendere cinque ore per ricevere aiuto ed alla fine si sono sentite anche dire: “Ora dovreste pagare cinquanta euro, perché il soccorso che vi è stato somministrato è stato fatto senza che voi abbiate chiamata l’ambulanza, per cui, evidentemente, avreste potuto servirvi del vostro medico curante che prende di stipendio più di noi che lavoriamo al pronto soccorso”.

Di questa bestia, potrei fare il nome e svergognarlo a dovere visto che il Nostro lo ha scritto ufficialmente sul referto, poi consegnato a chi stava male in maniera da giustificare la prestazione che purtroppo verrà corrisposta e prelevata da quanto versato in tasse da chi per poco doveva scusarsi del disturbo arrecato, ma sinceramente, vista la reazione dei miei familiari che si sono rifiutati di assecondare certo dire, avendo già avuta giustizia e soprattutto avendo ancora in vita chi ha avuto l’ardire di sentirsi male, per questa volta evito, tanto più che fare un nome solo, non servirebbe a niente, visto che gli episodi simili capitati alla mia famiglia ed ai miei amici presso la macelleria della quale sto trattando, sono talmente tanti che starei qui a scrivere fino al prossimo secolo.

In definitiva, la sanità molisana e campobassana in particolare, continua ad avere in seno gente che più che avere un posto di lavoro, meriterebbe di venir passata per le armi, con l’accortezza di sbagliare leggermente il tiro, in modo che poi, con le ferite aperte, questi parassiti, vengano portati al pronto soccorso che oggi non sanno gestire, (magari con l’aiuto del 118 per evitar loro il pagamento di cinquanta euro), per far provare a Questi ciò che loro oggi somministrano a chi, per disgrazia, non certo per diletto, si trova lontano da casa propria e dal proprio medico curante e solo per questo sceglie di affidarsi alle cure di chi è più vicino, magari dopo aver pagate regolarmente le tasse che purtroppo servono a dare uno stipendio, letteralmente rubato dai delinquenti che i malcapitati di turno si trovano di fronte loro malgrado.