Di Matteo Renzi
Prima enews del 2015 e di cuore buon anno a tutti!
Sarà un anno ricco di difficoltà, certo. Ma anche di tante, tantissime cose da fare. E dunque sarà affascinante e entusiasmante continuare il lavoro che abbiamo iniziato per ridare all’Italia il coraggio che merita e agli italiani la speranza che deve contraddistinguerli.
Dieci punti per l’anno appena iniziato
Il primo decreto dell’anno, il numero 1/2015 riguarda Taranto. Questa città bella e disperata è il punto di partenza del nostro anno. Salvataggio di Ilva insieme al salvataggio dei tarantini e dei loro figli. Investimento industriale, pubblico, certo. Ma anche sanitario e culturale. è una sfida da far tremare i polsi. Ma rilanceremo Taranto salvando l’Ilva. Dopo anni di annunci e di occasioni sprecate abbiamo questa grande responsabilità e ce la prendiamo tutta, a viso aperto. Il 2015 dell’Italia parte da Taranto
Sulla scuola ho salutato il ritorno in classe degli studenti con questo video. I ragazzi magari non saranno contentissimi di tornare in classe. Ma io sono molto contento di come loro hanno partecipato a “la Buona scuola”. Centinaia di migliaia di messaggi, di critiche, di proposte sulle 136 pagine del documento che abbiamo proposto a settembre. Adesso è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Il 22 febbraio – primo compleanno del Governo – il PD organizzerà una manifestazione nazionale sul tema della scuola. E nella settimana successiva porteremo in consiglio dei ministri gli atti normativi sugli insegnanti, sull’abolizione del precariato e delle supplenze, sulla formazione tecnica e professionale, sull’alternanza scuola lavoro, sull’educazione motoria, sull’arte, l’educazione civica, l’inglese, sulla valutazione degli insegnanti e delle scuole, sul merito come motore della scuola italiana. Il domani del nostro Paese dipende dalle scelte di oggi sul sistema educativo.
JobsAct. Fatti i primi decreti delegati affrontiamo il 2015 con le novità della legge di stabilità: chi quest’anno assume a tempo indeterminato non paga contributi per tre anni. Via l’Irap dal costo del lavoro. Più facile assumere, più flessibilità in uscita, ma anche più tutele per chi non ce la fa con lo Stato che si fa carico di accompagnare le persone licenziate: si prende cura, non abbandona a lunghe trafile burocratiche. E non saranno banali le novità che presto vedrete anche nel mondo INPS all’insegna della trasparenza, trasparenza, trasparenza! La Repubblica democratica è fondata sul lavoro: dedichiamo allora il 2015 a chi lotta per trovarlo.
Fisco. La legge delega approvata dal Parlamento impone di rivoluzionare le tasse. Mai più un fisco che ha la faccia feroce coi cittadini che sbagliano una scadenza o che commina sanzioni enormi a Vip che poi trattano e pagano molto meno di quanto dovrebbero. Un fisco semplice, chiaro, trasparente. Il contrario di come è costruito il sistema italiano. Semplicemente il contrario, questo è il nostro obiettivo. Ci sono tanti decreti delegati da approvare e sarò tutti i giorni a chiedere alla struttura dedicata di non perdere tempo come è stato fatto sino ad oggi. Mi sono dato come scadenza il 20 febbraio, giorno del consiglio dei ministri in cui porteremo tutti i decreti delegati pronti. In quel consiglio riporteremo anche il decreto già approvato il 24 dicembre. Un decreto che i giornali hanno salutato positivamente per giorni, salvo poi cambiare idea quando qualcuno ha avanzato ipotesi che contenesse una norma salva Berlusconi (ipotesi tutta da dimostrare, peraltro). Per essere chiari: noi non facciamo norme ad personam, né contra personam. é una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità. E che si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare. Ma per evitare polemiche – sia per il Quirinale, che per le riforme – ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio. Il fatto che ci siano “adeguate soglie di punibilità” (penali: il colpevole paga lo stesso, tutto, fino all’ultimo euro ma con sanzioni amministrative e non penali) e che si rispetti il principio di proporzionalità è sacrosanto. Poi nel merito si può discutere di tutto, cambiare tutto, ragionare di tutto. Ma una legge si adotta se serve agli italiani, non se si immagina che possa servire o non servire a un italiano. Questa ossessione su Berlusconi sia da parte di chi lo ama, che da parte di chi lo odia non mi riguarda. A forza di pensare a lui, per anni si sono dimenticati degli italiani. Bene, noi cambiamo il fisco per gli italiani, non per Berlusconi. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi che sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno.
Pubblica Amministrazione. Il disegno di legge delega all’attenzione del Senato contiene provvedimenti veramente interessanti. Semplificazione, scommessa sul digitale, razionalizzazione forze dell’ordine, tempi certi di risposta delle amministrazioni, silenzio assenso, sulla conferenza dei servizi, sulle partecipate, sul pubblico impiego (premiamo quelli bravi, che ci sono, e stanghiamo i furbetti), camere di commercio, funzionamento del governo. O cambiamo il sistema o il sistema cambierà noi. Ecco perché questa battaglia decisiva dovrà essere giocata nel supremo interesse dei cittadini, senza paura delle resistenze di piccole e grandi lobby e del potere di rendita dei signori della burocrazia. Non sarà la sfida più facile forse, ma per me è la più divertente, credetemi.
Cultura. Le domeniche gratuite sono state un successo straordinario. Ma non basta. Adesso si tratta di fare dei musei un luogo di crescita culturale ma anche di valorizzazione economica del Paese. In questi giorni sta uscendo il bando per le strutture più importanti dei musei italiani. Il 2015 passa anche dalla capacità di fare la rivoluzione in questo settore.
Legge elettorale. Qui trovate il facsimile di come verrà la scheda. Semplice, chiara, immediata. Chi vince, vince. E governa, per cinque anni. Maggioranza chiara. Basta col ricatto dei partitini: il partito più forte governa da solo, sempre che ne sia capace. Cento collegi in cui ogni partito presenta un nome sul modello dei collegi uninominali, ma viene introdotta anche la possibilità di votare il proprio candidato con la preferenza. Alla fine due terzi dei parlamentari saranno eletti con le preferenze, un terzo con il sistema dei collegi. Tutti sapranno chi si vota in modo riconoscibile e chiaro. Da oggi siamo al Senato, in aula. Poi passaggio finale alla Camera. Dopo anni di parole ci siamo davvero.
Riforma costituzionale. Un passaggio storico. Il Presidente Napolitano ha detto che il bicameralismo paritario è stato il più grande errore dell’Assemblea Costituente. La pensiamo come lui. E dopo 70 anni di tentativi andati a vuoto, questo Parlamento, in questa Legislatura, sta portando a casa una riforma seria e organica. Sta nascendo il Senato delle autonomie, si definiscono le funzioni delle Regioni riducendone costi e pretese ma chiarendone meglio le funzioni, si aboliscono gli enti inutili, si semplifica il procedimento legislativo. Da domani alla Camera, con tempi contingentati per finire entro gennaio la seconda lettura.
Orgoglio. Abbiamo mille problemi, mille scandali, mille difficoltà. Ma non dimentichiamoci noi che siamo l’Italia. Il senso di orgoglio per come le nostre strutture hanno salvato la vita a Fabrizio il medico di Emergency contagiato da Ebola in Africa ci ha accompagnato in queste vacanze di Natale. Fabrizio tornerà a fare il suo lavoro, salvando altre vite come a lui hanno fatto i suoi colleghi dello Spallanzani. A noi rimane la certezza che la sanità in Italia non è solo spreco e cattiva gestione – come talvolta ci vogliono far credere – ma anche strepitosa professionalità e qualità umane spesso fuori dal comune. Lo stesso orgoglio che ho provato quando la nostra marina ha salvato, ancora una volta, vite umane nel Mediterraneo. E che ho sentito durante il difficilissimo salvataggio del Norman Atlantic: dolore per gli 11 morti, ma anche grande ammirazione per la professionalità delle donne e uomini che hanno salvato oltre 400 vite. Da cittadino, prima che da premier, grazie!
Europa. Abbiamo terminato il Semestre andando in Albania in una delle terre che sono cambiate profondamente in vent’anni. Erano luoghi di disperazione (ricordate le carrette nelle coste dell’Adriatico negli anni Novanta?), ora sono luoghi vivi e dinamici. L’allargamento ai Balcani è una priorità della prossima Europa. Che dovrà puntare di più sulla crescita e meno sull’austerità. è vero che il deprezzamento dell’Euro, il crollo del petrolio, le riforme strutturali aiuteranno i dati macroeconomici a tornare col segno più. Ma tutto ciò non basterà senza una politica economica più legata agli investimenti. Ne parleremo il 13 gennaio nel discorso conclusivo del semestre a Strasburgo.
Oggi sono da Lilli Gruber, mercoledi 14 da Daria Bignardi. Per le puntate precedenti, qui c’è la trasmissione prenatalizia di Fabio Fazio. Tra l’altro in quella sede ho annunciato la partenza del sito soldipubblici.gov.it. Sta funzionando molto bene e sarà il vero strumento per fare la spending, vedrete. Ma ne parleremo solo quando ci saranno dentro i dati di tutte le amministrazioni centrali. Lì sì che ci sarà da lavorare, scommettete?
Pensierino della sera: Il Presidente della Repubblica. Chi sarà? Cosa farà? Ma sarà politico o tecnico? Uomo o donna? Di maggioranza o di opposizione? Domande legittime che rimbalzano nelle stanze romane. Ormai è il passatempo preferito degli addetti ai lavori. Capisco e non commento. Posso però dire che se l’Italia ha attraversato indenne un momento molto delicato gran parte del merito va a Giorgio Napolitano. E che prima di discutere del futuro un sommesso grazie va all’attuale Presidente della Repubblica. Che si accinge a lasciare il Quirinale dopo nove anni di servizio alla Patria di cui tutti – nessuno escluso – dovrebbe essergli riconoscente.
Un sorriso,
Matteo
Post Scriptum. Il 2015 si è aperto col primo volo di Alitalia-Etihad (ed è una fantastica operazione, ne sono certo). Ma sono state davvero tante le crisi aziendali affrontate e risolte in questi ultimi mesi. Non solo Electrolux o Meridiana, ma da Terni a Trieste, da Termini Imerese a Piombino, da Genova a Reggio Calabria fino a Gela ogni storia meriterebbe di essere raccontata. Lo faremo, con pazienza. Ma proveremo anche a scrivere storie di imprese che nascono, non solo di imprese salvate. Sarà bello farlo insieme.