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Capodanno 2015: Breve Resoconto

Di Vittorio Venditti
(Video), Di Salvatore Di Maria

Da Fuori Squadra

Già detto di come la penso su ciò che resta di questa nostra tradizione e del perché di quanto leggi nel sottotitolo e ricevuta una valanga di commenti a favore e contro il mio farneticare, commenti fra i quali mi piace ricordare quanto riferitomi dall’ex Sindaco di Gambatesa Emilio Venditti a proposito del suo “essere di Tufara”, (verso le sèi e mezza di ieri pomeriggio infatti Emilio al telefono mi ha detto testualmente che in un colloquio scherzoso con Donato Pozzuto, Sindaco di Tufara per l’appunto, Questo gli abbia proposte le chiavi del paese), passo ora a fare un breve resoconto di quanto visto e vissuto durante la notte che ha uniti il duemilaquattordici ed il duemilaquindici, sempre dal mio punto di vista.

Usciti comunque per vedere cosa succedeva, in mezzo alla neve ma senza ormai più precipitazioni, mi sono trovato di fronte poche squadre, (quattro o cinque), sempre le stesse, gruppi intenti a far maidunate se non a far casino in attesa della mezzanotte. Arrivato questo momento, ci siamo trovati all’altezza del bar dei cafter, ormai tradizionalmente chiuso, locale che avrebbe riaperto solo nel pomeriggio del primo. Va detto, a proposito dei bar, che anche il Trasce E Jsce aveva seguito l’esempio di cui sopra, riaprendo però la mattina del primo, mentre risultavano presenti sia il Pallons, sia il locale di Salvatore a Ccett.

Davanti al municipio, due delle cinque squadre presenti, da prima inclini a tambureggiare e fare qualche sporadica e solitaria marcetta a base di tromba, superata la mezzanotte e passati i fuochi d’artificio, hanno attaccata una quadriglia, ma per una buona ora non si è sentita una maidunata, neanche a pagarla a peso d’oro, riprova del fatto che la ragione di questa manifestazione sta via via passando in secondo piano. La piazza era quasi vuota e fra coloro che per così dire “suonavano” si potevano tranquillamente distinguere i componenti di quel gruppo permanente dell’associazione Culturale che dice di occuparsi delle maidunate, come detto componenti intenti a suonare tutt’altro.

Sul fronte del pubblico, posso dire che se mi fossi permesso di girare nudo, non avrei fatta paura a nessuno e nessuno si sarebbe schifato, visto che non c’era nessuno, anche in questo caso, nemmeno a pagarlo. C’erano solo i camperisti, e c’era chi, fra e con loro, gestiva una brace, (azzardo), quasi sicuramente utilizzata per arrostire il loro cenone di capodanno e spero vivamente che non sia così perché avremmo collezionata un’altra brutta figura. E’ in questi frangenti che ho avuto il piacere di salutare Ottorino, il quale era già a conoscenza del mio fuori squadra. Voglio dire ancora qualcosa a proposito dell’assenza di pubblico. Si va dicendo in queste ore che la mancanza di gente la notte ed il giorno di capodanno siano da attribuire alla nevicata, insalutata ospite. Io ricordo che nel millenovecent’ottantacinque, trent’anni fa, uscendo con la mia squadra di allora, (I Figli Del Sole), con la fisarmonica sotto la neve, sempre la stessa fisarmonica, sempre la stessa neve fredda allo stesso modo e presente anche quell’anno in quantità industriale, Gambatesa era gremita di persone dei paesi vicini, alla faccia della neve, per seguire le maidunate. Da quella Santa Notte a questa, due cose sono cambiate: Io avevo trent’anni di meno ed ero appena maggiorenne e quella notte c’era un sacco di gente in più a godersi il nostro capodanno, quest’anno io ho trent’anni di più e l’altra notte ed il pomeriggio successivo non c’era quasi nessun vicino di paese a seguire quello che per tanti anni è stato il diversivo per tanta gente, più o meno istruita, più o meno musicalmente preparata, gente però che veniva a Gambatesa con lo spirito di seguire qualcosa che appagava, gente che non viene più perché non trova più quel qualcosa di diverso e particolare, ormai omologato e quel che è peggio inflazionato da troppe estemporanee presentazioni.

La scusa quindi non ha valore ed è destituita di ogni fondamento.

Tornando all’altra notte, ho dovuto rintuzzare anche le critiche sincere ma inopportune di una ragazza nemmeno italiana che faceva parte della nostra combriccola, ragazza che stava esponendo il suo pensiero su Gambatesa e se in parte le si poteva dar ragione, a mio parere avrebbe fatto meglio a tenersi il suo dire sulla manifestazione per sé, atteso che la buona educazione imporrebbe che se sei in casa d’altri, dovresti contenerti; lei non lo ha fatto ed io, in palese contrasto con l’opportunismo che mi avrebbe suggerito tutt’altro in attesa di un insperato “guadagno”, per amore di Gambatesa, ho reagito dicendole: “Send né, se ‘nde piace, te ne pu pur ji!”.

Con questa mosceria, abbiamo portata avanti una nottata fredda e pallosa che mi ha visto salutare e fare gli auguri di non so bene cosa a tanta gente e tanti amici. Per strada, fra quella gente, ho incontrata anche la nuova Sindaca Carmelina Genovese. Mi sono trovato anche in prossimità di quella che è stata la mia squadra, quella Stock 84 che nel tempo si sta modificando in meglio, perdendo chi abbiamo già trattato nella farneticazione precedente nella quale non ho scritte le cause di certe perdite, fatti dei quali Il Segreto Di Pulcinella” mi sta ragguagliando momento per momento, fatti che definire riprovevoli e di basso profilo vuol dire tenere in alto il livello di questa farneticazione. Nel salutare i pochi che erano momentaneamente disimpegnati dall’esibirsi, ho scambiate due parole con Sandra D’Antonio, (a ciavl), la quale fra l’altro mi ha detto a proposito della mia espulsione: “Quando te ne sei andato, a noi è dispiaciuto di questo ed abbiamo combattuto fino alla fine per evitare che accadesse…”, al che io ho risposto che sì, avevano combattuto, stando in religioso silenzio… E lì ho preferito fermarmi perché già la nottata era inutile e renderla anche antipatica sarebbe stato troppo.

Verso mezzanotte e mezza, visto che Marco Frosali non era a Gambatesa, fermi davanti al bar d’a Ccett, mentre si stava esibendo la Stock 84, ecco che mi collego con il Nostro esiliato e per telefono parte una sequenza di botta e risposta a base di maidunate, tanto che Totore, dopo una ventina di colpi e contraccolpi, obietta: “Ma si sta esibendo un’altra squadra!”, ed io di rimando: “Sì, ma io sto facendo un’altra casa…”, e per altri buoni cinque minuti mi sono completamente estraniato da ciò che accadeva in loco per restare a disposizione di Marco che si è divertito.

Salutato Marco, dopo aver fatto qualche altro giro ed aver dati altri auguri, fra l’altro ai baristi che erano aperti e che ci hanno servito ciò che poi abbiamo regolarmente pagato, in un clima che definire desolante è quasi un insulto alla verità visto che quel clima era ancor peggio, ci siamo trovati ad incontrarci con la squadra di Tomaso Corvino. Alla fine della loro esibizione, dato che il Principe, vale a dire Giuseppe Corvelli, (ciccon), insisteva a provocarmi con i suoi simpatici modi comici ai quali io facevo da spalla volentieri, ho deciso di derogare alla mia protesta e chiedendo a quella squadra di farmi da base, ho fatta una maidunata al nostro Totò casareccio, placandone per un po’ lo spirito.

Alla fine, dopo essere stati a casa di Totore per bere qualcosa, che nel caso nostro era tutto il bevibile, alle sèi meno un quarto di un giorno di capodanno freddo e vuoto, sono rientrato a casa e sono andato a dormire.

Il pomeriggio del primo, riaperto il bar dei cafter, eccoci nel locale, in attesa di vedere la fine della manifestazione, quella parte del “palco” che mi è indigesta. Alle cinque meno un quarto, tutto ha inizio con le esibizioni delle squadre dei bambini e ragazzi, stranamente moltiplicate.

Miracolo dovuto alla “benedizione” del pomeriggio precedente?

Anche le squadre degli adulti non erano più quattro ma quasi il doppio, segno che quanto vado farneticando a proposito del boicottaggio della Santa Notte in favore di un pomeriggio successivo dal quale trarre possibilmente guadagno risponde a verità. L’unica parte che in tutto ciò non lievitava era quella del pubblico. Se negli anni d’oro di questa parte della manifestazione piazza Vittorio Emanuele era gremita all’inverosimile e via nazionale brulicava di passeggiatori quasi come a ferragosto, l’altro pomeriggio c’era una desolazione deprimente. Fra il pubblico, oltre ai camperisti ed ai pochi gambatesani ancora tradizionalisti ed ai componenti delle squadre che stavano per gareggiare per l’ambito premio, pochi erano i cittadini dei paesi limitrofi che ci hanno onorati della loro presenza.

Per inciso, avrai fatto caso che nemmeno questa farneticazione è farcita di foto, ciò, non tanto per continuare la protesta, quanto perché sinceramente non c’è stato nulla da fotografare, a meno di volerlo fare per insultare Gambatesa, a mio parere già sufficientemente e gravemente ferita da chi si vanta di aiutarne lo sviluppo. Ma si sa che, come dice quel giovanotto che risponde al nome di Antonio Marino, (carlantino), “Chi si vanta è un burattino”, frase mai così ben calzante.

Riprendendo il racconto, io, in tutta sincerità, non apprezzando quella parte della manifestazione, me ne sono rimasto nel bar che, a porta chiusa, nonostante il fatto che i gestori del locale, forse per rispetto della manifestazione non avevano accesa la loro musica, non permetteva di ascoltare ciò che accadeva fuori. Ad un certo punto però, ecco entrare nel locale il mio amico Luca D’Alessandro, (Schiattarella), il quale, dopo aver ordinato, ha iniziato ad appartarsi con il suo iPhone ed alle nostre richieste di colloquio, un po’ piccato, rispondeva con una voce da maniaco sessuale: “ne rumbet’i cugliun!”, cosa che ovviamente attizzava ancor di più la voglia di disturbarlo. Scavando scavando, abbiamo scoperto che Luca si stava preparando le maidunate da fare sul palco poco dopo con la sua squadra.

Le maidunate si fanno all’impronta!
Delegato dei miei stivali e componente del gruppo permanente delle maidunate…
Vergogna!

Io l’ho sfidato proponendogli di farmi una maidunata dal palco e lui, forse per ritrosia, sicuramente per mancanza di sportività, ha iniziato a farfugliare del fatto che non avrebbe saputo quale argomento trattare…

Io gli avevo data carta bianca!

Capodanno 2015, Luigi Passarelli E La Stock 84

Si stava esibendo la Stock 84 ed il video che ti ho appena mostrato veniva girato malamente da un Totore ancora sotto gli effetti delle carezze di Bacco. Quel video è stato l’unico che ho potuto lavorare con minor sforzo.

Eccoci dunque all’esibizione della squadra di Luca. Nel frattempo un fitto scambio di sms con Marco, m’informava della pessima qualità di trasmissione con la quale la manifestazione veniva diffusa via internet, cosa confermata ieri pomeriggio da Donato (sdanghin), che il primo giorno dell’anno non era uscito, preferendo vedere dal suo tablet ciò che poi non ha visto, dando così ragione a Marco, tanto che al mio dire a quest’ultimo che avrei ricevuta una maidunata da Luca, il Nostro esiliato rispondeva inviandomene una da fare a chi avrebbe dovuto farla a me. Ecco la maidunata di Marco Frosali, (parasacc):

“Marc ‘nda cas capdann a passat
mo z vuless sentì n’i ‘ddujmaidunat
‘ncopp u sit tej z’i sta s’ntenn
chi cant par ca sta u cess e sta cachenn!”

Marco infatti ha lamentata la pessima qualità di trasmissione audio e lo schermo nero in fatto di video, cosa ripristinata poi solo dopo le otto.

Volete trasmettere così i consigli municipali?
Preferiamo che non vengano trasmessi!

A questo punto, visto che non potevo lasciar solo Marco, ho deciso di agire in maniera radicale e chiamato in fonìa il mio amico, gli ho letteralmente fatta seguire l’esibizione della squadra di Luca tramite il mio microfono, con la soddisfazione di Marco e l’incredulità di chi stava davanti al bar dei cafter, e mi chiedeva perché tenessi il telefono di sguincio.

Per la cronaca, alla fine delle performance, e dopo i fuochi d’artificio delle otto e mezza, prima che i pochi astanti si mettessero in fila per ricevere un piatto di penne all’arrabbiata ed un bicchiere di vino, (per il gran numero di presenze è stato possibile a chi ne ha voluto, di fare anche bis e tris), finalmente il verdetto che quest’anno ha visto assegnare il porco alla squadra “Sem Semp Pront”, della quale, fra gli altri, fa parte quel gigante buono che risponde al nome di Alessandro Conte, (sfodero 93), persona sempre gioviale con tutti, persona che se non lo ascolti per la sua imponente stazza, (è il doppio di me), sei obbligato a farlo per come imposta la sua voce, visto che non ha bisogno di amplificatore.

Tornato a casa per la cena in famiglia ed uscito di nuovo per finire la serata in normalità, ecco la sorpresa finale: Anche quest’anno infatti, Salvatore cafter ci ha offerta la birra in segno di amicizia e ciò non ha potuto che farci piacere, nonostante il fatto che eravamo pieni, e sicuramente a valore aggiunto ad una serata che unita alla nottata precedente non mi ha offerto nulla da ricordare, nulla per cui spendere parole di elogio.

Speriamo in meglio per l’anno prossimo!