Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Marco Frosali
Altra Valida Recencione
Mentre leggi, già dobbiamo lamentare la perdita anche per quest’anno del buon Marco Frosali, rientrato ieri a Roma per lavoro e non presente anche questo Capodanno. Noi ci consoliamo ricordando ciò che è successo la sera di Santo Stefano nel bar dei cafter, baristi ed amici validamente collaborativi, che che ne dicano i detrattori.
Marco dunque, com’era accaduto la sera prima a proposito del Bicerin, ha portata una bottiglia di Cotnari, un vino bianco di provenienza romena, vagamente somigliante al moscato. Affidata la confezione regalo al presidente della C G Pelle per ragioni istituzionali, ed estratta la bottiglia dalla confezione stessa, (come da foto in testa), ecco che inizia il rito dell’assaggio.
Prima però, va detta qualcosa a proposito del clima che si respirava nel bar venerdì sera. Eravamo in sette o otto e la birra non mancava. Io stavo anche aspettando l’arrivo di Giampiero Rivellini, (u pink), perché dovevo comunicargli la volontà di uscire dalla sua squadra di Capodanno, a seguito della mia ferma necessità di scrivere della festa della prossima Santa Notte, senza coinvolgere chi che sia. Il Nostro è venuto al bar ed io ho riferito il tutto, ringraziandolo per avermi accettato. Lui, rimanendoci male, (“Adesso mi tocca dirlo a tutta la squadra”), ma comprendendo che le cose non sarebbero cambiate, a sua volta ha auspicato che il problema non fosse la sua persona ed il suo modus operandi, cosa ovvia, cosa della quale continuerò a parlare venerdì prossimo, nella farneticazione che è poi la ragione di questo mio fuori squadra, questa volta volontario. Anche Mikel Venditti, fra i promotori del mio ingresso nella squadra di Giampiero, non l’ha presa bene ma anche lui ha compresa la ragione di tale scelta.
Tornando a bomba, non potevamo non finire la birra che stavamo tracannando ed in quel frangente, dato che la pelle avanzava a vista d’occhio, (per chi aveva ancora occhi per vedere), è stato possibile scattare questa foto a Mario Di Renzo, (Melosh), e Giuseppe Iacovelli, (zngarell), intrecciati in un vero Nodo gordiano. Durante quell’intreccio, visto che il vino non veniva ancora stappato, in birra veritas, (ma si sentiva chiaramente che venivano spontaneamente dal cuore), Antonio Passarelli mi ha rivolte parole davvero belle e gradite, a proposito del mio fuori squadra precedente, parole che la dicono lunga sul reale pensiero che pervade la testa della maggior parte dei miei concittadini in merito a quella situazione ma più in generale, in riferimento a certe volontà di comando, chiaramente non a tutti gradite. Anche di questo riparleremo venerdì.
Finalmente si aprono le danze. Fernando Leonardi, (uno dei fratelli cafter, d’ora innanzi Nando), armato di cavatappi, parte per la soluzione finale: L’apertura della bottiglia di Cotnari,
con la conseguente mescita per tutti, baristi compresi.
Ottimo anche questo vino, gradito da tutta la combriccola, ottimo ma poco. Si riprende così a consumare la bene amata Forst, fino all’arrivo fra noi di Lucio Di Maria, (broccl), che, tornato per le vacanze, come al solito ci offre tutta la sua allegria.
Marco lo immortala e lo definisce “Mastro Titta”, forse pensando di farlo somigliare al boia della Roma papalina della prima metà del diciannovesimo secolo, forse per accostarlo al tanto di moda ISIS, sicuramente riuscendo a trarre dal contesto ulteriori risate che hanno fatto bene a tutti ed hanno conclusa una bella serata, iniziata bene, finita come appena detto meglio.