Di Maria Stella Rossi
Tredici sono i racconti pubblicati dallo scrittore e poeta Francesco Paolo Tanzj nella raccolta L’uomo che ascoltava le 500, più Una dichiarazione di scrittura, che chiude il libro e che potrebbe diventare la chiave di lettura del volume stesso.
Pubblicato dalle Edizioni Tracce, il libro continua e qualifica ulteriormente il tragitto culturale di Tanzj che ha dato alle stampe opere di riconosciuto valore narrativo e poetico.
I temi, i riferimenti a luoghi e persone conosciuti, come Nel villaggio dei trulli, le riflessioni sulla poesia, il discorso interiore di uno spirito irrimediabilmente votato alla scrittura impegnata- quella che spesso è dolorosa/malinconica constatazione e riflessione sull’esistenza e i suoi accadimenti- sono i segni più marcati in questo volume che a lettura ultimata ti conferma un percorso di crescita e di adesione per quanto letto.
Viaggi e incontri con gli amici letterati scandiscono anche i passaggi interiori dello scrittore che sa cogliere e leggere la realtà, quella più concreta ma anche quella che vive di aneliti, desideri mai risolti ma possibili, di rinunce obbligate che poi si accendono di descrizioni dal sapore poetico.
Francesco Paolo Tanzj, presidente onorario del Centro Studi Alto Molise, in più racconti, rivolge la sua acuta riflessione, che diventa giustamente intransigente e accusatoria, verso questa nostra contemporaneità indifferente o poco attenta al lavoro degli intellettuali.
Nella Sala Convegni della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone- luogo di eccezionali creazioni artistiche- ispiratrice di uno dei racconti più particolari per avvenimenti insoliti, descrizioni “ tra leggerezza e intensità” di paesaggi e di persone qual è La campana sottola neve, parleranno del libro, in un incontro organizzato dal Centro Studi Alto Molise, Gioconda Marinelli, Maria Stella Rossi, Ida Cimino, presidente C.S.A.M , dalle ore 18.00 di sabato.
Sarà presente l’autore di cui riportiamo da Una dichiarazione di scrittura questo passaggio che chiarisce e fortifica il valore intrinseco della poesia e della scrittura “L’insorgere della poesia crea una vera e propria mutazione degli animi e dei corpi, una molla in più nel meccanismo esistenziale, che rende i soggetti più leggeri e più pesanti al tempo stesso, consapevoli del dramma umano ma responsabilmente sereni e convinti delle proprie idee”.