Di Vittorio Venditti
E Noi Continuiamo A Sperare!
Non è bello, dopo un articolo come quello di Stefano, tornare indietro di due giorni per trattare l’argomento di questa farneticazione, ma va fatto perché se è vero che io faccia scrivere tutti indistintamente, in nome di una democrazia vista spesso da altri come cosa propria, considerato che sono il padrone di casa, è altrettanto sacrosanto che io voglia avere il diritto di replica e se è il caso anche l’ultima parola, che che ne dicano certi detrattori che ritengono di poter avere solo loro questo diritto.
Tornando dunque a quanto esposto da Mario, oggi intendo ribattere a lui punto per punto e comincio dal suo incipit. M’interessa poco parlare del popolino tout court anche se mi onoro di farne parte; diverso è però il sentirmi dare del fallito perché onesto. Ricordo a Mario che il fallimento è il non raggiungimento dell’obiettivo che ciascuno di noi si prefigge di raggiungere. Io posso essere onesto ed accontentarmi di ciò che ho, raggiungendo così il mio obiettivo; chi pensa di far soldi non rispettando le regole, solo per questo mancato rispetto può venir fermato e di conseguenza il Nostro può non raggiungere il suo obiettivo.
Chi è dunque il fallito?
A ciò va aggiunto che il buon Mario dimentica di qualificarsi, (proprio perché dichiara di non rispettare volutamente le regole), avendo però la memoria corta lui, su chi è e cosa fa per vivere o, come dice lui, “per campare”. Questa cosa, se sfugge ai più, risulta controllabile da chi sa vita morte e miracoli di chi, se oggi si può permettere di scrivere ciò che ha pubblicato, oltre alla possibilità che gli viene concessa gratuitamente proprio da chi pubblica certi “allunghi”, lo deve proprio al fatto che mangia e dorme grazie a quelle regole che lui dice di non rispettare ma che deve rispettare a pieno, pena l’interruzione dei viveri, la qual cosa farebbe cambiare idea al Nostro di cent’ottanta gradi. Lui potrebbe dire: “Va bene! Io non rispetto le regole e ciò mi è permesso!”, io ribadisco che le chiacchiere sono tali, i fatti della vita sono ben altri e che valgono questi ultimi alla fine della fiera.
Dunque: Chi ha la memoria corta?
Mario, licenziati dalla tua scrivania e forse crederemo a ciò che scrivi!
Mi piacerebbe davvero verificare se poi, quel tuo “campare”, una volta tornato a com’eri una ventina d’anni fa, ti permettesse di parlare come hai fatto l’altro ieri e non solo.
Indignarsi. C’è qualcuno che dice “Nessuno può giudicare gli altri”, pensando d’imporre tal catechesi e guardandosi bene dal rispettarla. Io, se necessario, m’indigno e come, nel rispetto delle regole, magari da individualista, ma nel rispetto delle regole, che che ne dica chi le regole dice di non rispettarle per scelta e poi è costretto a farlo per necessità non dichiarata. Certi “sognatori”, li posso trovare solo fra chi dà agli altri del parassita e dimentica di assegnare a sé stesso tal qualifica, espressa dai dati di fatto e dal comportamento in essere, finché sia possibile che resti in essere. Io m’indigno e perciò giudico, magari tirandomi addosso l’ira di chi, scoperto e giudicato, ha il dovere poi di giustificare le ragioni che mi portano al risentimento, da me espresso in maniera più o meno accettabile, più o meno condivisibile.
Io m’indigno e giudico.
A chi non interessa: Perché si scalda tanto e ce lo vuol far sapere?
Non siamo di fronte ad una contraddizione in termini?
Chi è realmente affetto?
Di cosa?
A proposito poi di tangentopoli e tutta l’altropoli che ne è seguita, ricordando che l’unico che con dignità ha ammesse le sue colpe e scontato ciò a cui è stato condannato è stato Sergio Cusani, persona che, riabilitata, è degna del rispetto che si deve al Prossimo, senz’aggiungere altro, e condiviso che il sistema giudiziario italico sia tutt’altro, mi chiedo il perché dovrei considerare una colpa o una tortura l’esser riusciti a scardinare il potere di chi pensava di essere intoccabile, a vantaggio di altri, oggi a loro volta scardinati. Questi falsi dèi, dovevano mettere in conto la loro probabile caduta, riuscendo a tener testa a chi li stava abbattendo! Non lo hanno fatto? Non è colpa della magistratura/carnevale che abbiamo in Italia, è colpa loro e del loro credersi intoccabili.
Finché vinci va bene: Accontentati anche di perdere!
Te lo dico da interista!
Capisco che delle regole non te ne freghi, ma se perdi devi sottostarvi!
In definitiva, o Mario, Siamo amici da tempo e tu sai come la penso, al di là di ciò che sto scrivendo oggi. Questo ti dovrebbe far comprendere che se riesci a dire la tua, forse è proprio perché esistono regole di vita che ci permettono di convivere e ti permettono di dire la tua e far sentire la tua voce, anonima, inutile e controproducente se avulsa da quelle regole che dici di non rispettare ma che, obtorto collo, ti sottomettono senza che tu possa far niente per arginarne gli effetti.
Chiudendo questa farneticazione e toccando il cosiddetto “mondo di mezzo” concepito da Massimo Carminati e compari, va detto che più che un mondo di mezzo, a mio parere esiste un mondo globale che va vissuto secondo le forze che ognuno può mettere in campo. Resta incontrovertibile però che chi è nato per immagazzinare resta ignorante perché non sa usare ciò che immagazzina e chi spende per sé ciò che guadagna, riesce a crearsi spesso un tesoro che va al di là di ogni magazzino e non può venir rubato da chi, poveraccio, non sa far altro, nemmeno per, (come dice lui), “campare”.
Spero dunque che si arrivi ad arginare il secolare andazzo che vede l’umanità soggiogata alla perenne altalena fra l’avere poco ed il possedere molto, con il positivo risultato che vedrebbe ridurre intelligentemente il divario che vede contrapporre a pochi ricchi i molti poveri, spesso derubati da quei ricchi che stanno lì in attesa della morte, sorella consolatrice che magari si avvicina a costoro che si ritengono intoccabili, proprio per mano dei più, esasperati dal loro status. E’ questo il miglior augurio che si possa fare a tutti, indipendentemente dalle festività imminenti, periodo di vacanza per alcuni, periodo di speranza per molti altri, periodo che spero passi presto e c’introduca a quello sviluppo che serve a tutti, compreso chi dice di non rispettare le regole che lo tengono in vita.
Io Spero E Vivo. Non Me Ne Vergogno!