Di Stefano Venditti
Ogni Promessa E’ Un Debito, In Special Modo Se Fatta Ad Un Amico
Mi sono ripromesso con questa rubrica settimanale di porre l’attenzione dei nostri lettori su quanto di eccezionale, ed uso un eufemismo, si possa riscontrare in lungo e in largo nel nostro scrigno chiamato Molise. Con il direttore di questo sito che da tempo ospita i miei scritti avevo un debito di riconoscenza, ma anche con l’intero paese di Gambatesa che ogni qual volta sono stato suo ospite mi ha sempre accolto con calore e cordialità. E’ bello avere un debito di riconoscenza perché vuol dire che hai avuto la fortuna di incontrare persone nel cui petto batte un grande cuore e che hanno avuto sempre fiducia in te e rispetto della tua intelligenza. Basta con le sviolinate e andiamo al sodo!
Questa rubrica non poteva non dedicare una puntata a ciò che rende unico il paese di Gambatesa in lungo e in largo per l’Italia, e non solo: il capodanno all’insegna delle Maitunate. Anche se alcuni hanno provato, in malo modo, a togliere i natali di questa antichissima tradizione, forse tra le più antiche della regione, a Gambatesa le Maitunate restano unite in maniera indelebile a Gambatesa, ai gambatesani e alla loro meravigliosa abilità di musicisti, di artisti e di grandi istrioni.
Il capodanno a Gambatesa è qualcosa di fuori dal comune che non può essere riscontrato in nessun altro posto. L’intero centro abitato, con i suoi vicoli caratteristici, le sue stradine irte di curve e costeggiate da case antiche, si trasforma in un palcoscenico teatrale naturale dove tutti gli abitanti e coloro che decidono di trascorrere una notte all’insegna della musica e dello “sfottò” libero e senza malizia diventano contemporaneamente protagonisti ed oggetto delle Maitunate. Tutti sono coinvolti, nessuno può restare in disparte: è la festa per antonomasia del popolo gambatesano, sia residente sia non. Nessuno può mancare a questo appuntamento che da ben 315 anni si ripete consecutivamente e con la medesima modalità, seppur con gli anni qualcosa è cambiato.
La fase di preparazione, come per ogni opera che viene fatta con il cuore, inizia tempo addietro per allestire le squadre e per prepararsi ad una lunga nottata la dove l’ironia, la fantasia, la rima baciata, l’improvvisazione, la voce e la musica vengono sottoposti ad uno sforzo non indifferente che però riscalda l’atmosfera in ogni dove a Gambatesa. Ogni singolo uscio diventa il prolungamento naturale dello spettacolo che viene messo in scena per le strade ed ogni casa si trasforma in una tappa ristoratrice che consente il proseguo del cammino per intavolare la successiva e graffiante Maitunata. Non c’è offesa, non c’è malignità, non c’è cattiveria, c’è solo la voglia di ridere e di porre l’accento su quanto di risibile sia accaduto nel piccolo paese del Fortore durante l’anno che va a morire.
L’improvvisazione nel canto e nella rima è parimenti riportata anche per ciò che riguarda la costituzione, per così dire, dell’accompagnamento musicale che è vera colonna portante della stessa Maitunata. Al fianco degli strumenti classici come possono essere la chitarra, il bufù e la fisarmonica o la tromba e il violino, i gambatesani accostano anche “congegni” che in apparenza non hanno nulla di musicale ma che nelle mani degli esperti musici locali si trasformano in strumenti veri e propri. Tavole di legno per lavare i panni, campanacci di ogni misura e sorta, assi di legno con campanellini danno quel quid di insolito e particolare che rende le Maitunate originali e uniche.
Cosa dire, buon capodanno all’insegna delle Maitunate e se non siete mai stati a Gambatesa l’occasione migliore per conoscere il paese è senza dubbio il 31 dicembre e il primo gennaio.