Di Vittorio Venditti
Grazie A Dio Bene. Ma…
Come anticipato, si è tenuto oggi l’incontro fra i lavoratori che fanno capo alle diverse denominazioni della cooperativa o s. r. l. di caporali del beneventano che fino ad ora hanno comandate le sorti del lavoro in Gambatesa, capitanati da chi scrive, eletto a loro negoziatore e la Sindaca del paese, Carmelina Genovese.
Senza avvertirla di quanto avremmo voluto dirle e guidati dalla disperazione dei miei amici e dalla consapevolezza che avremmo in qualche modo risolto almeno parzialmente i problemi in essere, mia sensazione, alle undici e mezza di questa mattina, siamo stati accolti praticamente dall’intera giunta municipale, atteso che se mancasse Marco Abiuso, ancora inabile, era presente Salvatore Concettini, (Totorino), che, unitamente a Carmelina, (per altro distolta da altri impegni), ci ha ascoltati, sentendo quanto per bocca mia, i miei amici avevano da riferire.
Con me, erano presenti Donato Codianni e Salvatore Di Maria, gli spazzini, Pasquale Curiale, autista dello scuolabus e Pasquale Di Maria, assistente sul medesimo automezzo. Tutti hanno manifestato il disagio dovuto al fatto che i beneventani non pagassero quanto fino ad ora dato in qualità di stipendio. Sai che quello che viene dato ai miei amici non è lo stipendio che viene previsto dal contratto e che, almeno per quanto riguarda gli spazzini, la cosa sarà corretta; ora però, nemmeno quell’elemosina viene più rimessa a questi lavoratori, probabilmente con la speranza che i Nostri la smettano di ribellarsi. Insomma: Ti porto alla fame e ti schiavizzo e tu devi anche accontentarti.
NON E’ COSI’!
Quasi in maniera insperata, abbiamo trovata la Sindaca che ci ha rassicurati del fatto che, nonostante l’amministrazione per Legge non possa intervenire direttamente, si sarebbe e si farà tutto il possibile per cautelare i diritti dei lavoratori in questione e che, per quanto riguarda gli spazzini, da gennaio, cambierà solo chi li gestisce, con l’ovvia speranza di un futuro migliore e più serio anche dal punto di vista remunerativo. La cosa è provata dal documento che Carmelina stessa ci ha mostrato e letto, lettera che, se tutto va bene, dovrebbe mettere i miei amici, (tutta la squadra), al riparo da contenziosi per quanto concerne le spettanze a credito. Altri dati dei quali abbiamo discusso non li comunico per evitare che gli stessi vengano inficiati durante il prosieguo della battaglia.
Purtroppo, e questo sarà il problema che dovremo tenere in considerazione e portare a valida soluzione, se per Donato e Salvatore il futuro sarà tranquillo, ciò non accadrà per Pasquale e Pasquale, ai quali si dovrà porre rimedio per la futura posizione lavorativa, allo stato attuale nulla a partire dal prossimo capodanno. Personalmente mi sono impegnato con loro due a non abbandonarli a sé stessi in nome della nostra gambatesanità, quel sentimento che ci deve vedere uniti nell’aiutarci, tralasciando e possibilmente scacciando chi, in nome di un’interpretazione personale delle Leggi vigenti, pensa di poter venire a togliere il pane ai miei concittadini, schiavizzandoli e sfruttando le loro competenze per poi abbandonare costoro a sé stessi, una volta constatato che il limone sia stato spremuto a dovere. Io, una mezza idea per cercare di risolvere il problema ce l’ho e sto solo aspettando che passino le feste per proporla all’amministrazione che mi sembra intenzionata a voler fare. Carmelina, quasi alla fine del nostro colloquio, ci ha esortati comunque a partecipare, in considerazione dei tempi e del fatto che il lavoro non può esulare dal rispetto per il paese e che nel lavorare bisogna essere elastici. Io le ho risposto che la sua affermazione è già stata presa in considerazione qui, perché ciò è normale, qualora il lavoratore tout court non abbia altri problemi contingenti al lavoro, problemi che, stando a quanto detto oggi, (a mezzogiorno il colloquio era terminato), ed a quanto verrà messo nero su bianco in una delibera che verrà alla luce martedì prossimo, almeno per gli spazzini, con l’inizio del duemilaquindici saranno solo un brutto ricordo da dimenticare.