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Lettera A Matteo Renzi

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet

“Da: “Vittorio Venditti” (postmaster@gambatesaweb.it)
A: “Matteo Renzi” (matteo@governo.it)
(Inviato Alle 10.05)

Il Lavoro? Sulla Carta ma…

Matteo Renzi

Caro Matteo,
Nel rispondere alla tua lettera ai punti che mi toccano in qualche modo in qualità d’italiano, oggi do la maggior importanza alla questione “lavoro”, (il tuo primo punto trattato), non per me, ma per i tanti, a partire dai miei amici, che se sulla carta hanno un lavoro e dei diritti sacrosanti, all’atto pratico, non solo non hanno alcun beneficio da tutto ciò, ma devono subire anche l’onta della presa in giro per cui, il loro lavorare, per colpa di burocrazia e Leggi sbagliate in principio ed ancor peggio interpretate, non viene premiato con il dovuto stipendio, tanto da costringere gente estremamente paziente e rispettosa del Prossimo, a convincersi che forse sarebbe meglio reagire, magari in malo modo.

E’ questa la ragione che fra un paio d’ore mi vedrà costretto a mettermi alla loro testa per andare a parlamentare con la nostra Sindaca (PD) e vedere come si può risolvere questa situazione di locale alta vergogna.

Passando poi al secondo punto, (rientro capitali dall’estero), sarà bene che ti dica che io, come la maggior parte degli italiani, non accetto condoni di questo genere: Questa gente, all’origine spesso di guerre, (vedi per l’Italia la seconda guerra mondiale, o la guerra d’Abissinia, della quale ancora oggi paghiamo la tassa sulla benzina), questa gente dicevo, può far comodo a voi politici, ma dà fastidio alla popolazione, atteso che i soldi che costoro mostrano di avere, spesso sono frutto di prevaricazioni su chi è più debole, ma ciò non si deve dire perché non è politicamente corretto. Io credo che se esiste una Legge che vieta di fare certi giochetti per non pagare le tasse, questa vada fatta rispettare in pieno, magari con la repressione.

Già! Ma ciò significherebbe perdere il potere…

Lo si poteva dire per Mussolini in favore di Agnelli e pecore d’altro genere; Lo si è potuto dire della maggior parte dei politici della prima repubblica ed in buona sostanza di Berlusconi; Ma tu, a detta del tuo comportamento, dovresti essere diverso.

O No?

Se poi tocchiamo il tema “Legge di stabilità” o finanziaria che dir si voglia, va detto che non è un merito approvarla prima che entri in vigore, ma è un demerito farlo dopo. A ciò va aggiunto che in questo duemilaquattordici, mettendo insieme tutti i balzelli che generano le entrate per Stato, regioni, province, comuni e tutta quella miriade di luoghi salva poltrone per politici trombati o in fase di avvicinamento alla mangiatoia, mettendo insieme tutto, io, più che una diminuzione, ho trovato un aumento di quanto ho versato. A me starebbe anche bene se in cambio ottenessi i servizi che in altre nazioni che ci onorano più o meno convintamente di accompagnarci nell’avventura che si chiama comunità europea, sono in essere. A me starebbe anche bene se vedessi attiva quella scuola che tu a Firenze hai portata al livello attuale, scuola che a pochi chilometri da noi funziona quasi allo stesso modo, scuola che nel mio paesello funziona come ti ho descritto nella mia precedente lettera di disturbo…

Tocco il quarto punto per riallacciarmi al primo e ribadisco che se giustamente per riavviare qualcosa di arrugginito c’è bisogno del giusto olio, sarebbe il caso di rottamare, (chi meglio di te…), ciò che non funziona, ad esempio tutto quel sottobosco di cooperative camaleontiche che, pur di mungere Stato, regioni, province e comuni, con il benestare di Leggi fatte per loro, calpestano i più elementari diritti dei cittadini, fra i quali quello di poter mangiare, vestirsi e per chi ne è riuscito a comporre una, far vivere con dignità la propria famiglia.

Caro amico, mi fermo qui, sapendo che magari non avrai nemmeno il tempo di leggere tutto questo mio sfogo. Continuo però a sperare nel tuo lavoro ed in quello della tua squadra, perché al momento siete gli unici che si stanno ribassando al livello di parlare con il cittadino comune. Continuo a sperare ma, credimi, è davvero dura.

E chi ti scrive non si dovrebbe nemmeno lamentare!

Mi lamento però, perché è sinceramente brutto e vergognoso vedere che altri, per colpa dei soliti noti, soffrono e lo fanno al punto di dover pensare di scioperare nel lavoro per cui non vengono pagati, per recuperare il tempo e trovarsi un secondo lavoro, saltuario, senza garanzie ed ovviamente in nero, per poter avere un po’ di soldi per comprarsi da mangiare, da mangiare, non per divertirsi o passare un buon Natale!

Buon Natale dunque a te, sperando che Dio ti aiuti nella tua titanica impresa di riportare un minimo d’ordine e dignità in un paese che fa di tutto per non meritarla.

A presto.