Di Vittorio Venditti
Quando La Sangria Risulta Indigesta
Come promesso, dopo aver atteso che la tua intelligenza digerisse quanto proposto prima da Marco, poi da Donato, ecco che la pochezza che mi contraddistingue si scatena nelle risposte che di seguito, sempreché nel frattempo non avrai trovato di meglio da fare, leggerai, spero con il solito tuo interesse.
Partiamo da Marco e la sua sangria.
Visto che tu, o Marco, parli di Spagna, tagliamo la testa al toro dicendo che, piacente o nò, se io ho comprato anche più di un bicchiere della tua Sangria, l’ho fatto con lo stesso spirito con il quale ho acquistato, ed invitato ad acquistare, quello schifo di CD contenente il brutto rifacimento di note canzoni gambatesane, venduto lo scorso dicembre.
Ho effettuata la suddetta spesa, con lo stesso spirito con il quale ho acquistato più di cento biglietti della recente lotteria.
Ho voluto “buttare soldi” a titolo di sponsorizzazione, non avendo, almeno per ora, ottenuto alcun ritorno.
Ho “sprecato” il mio danaro, così, come fatto anche nello stand del comitato della Madonna della Vittoria.
Per Spirito Di Contribuzione.
Per inciso:
Se tutti avessero fatto lo stesso “sbaglio” che mi sono permesso io, a quest’ora, si parlerebbe delle feste del prossimo futuro, come di qualcosa di epocale, in termini d’importanza, alla faccia della crisi.
Forse a te, o Marco, non è passata per la mente l’idea che certe volte, si deve far buon viso a cattivo gioco, (e a proposito della sangria, credimi, lo abbiamo fatto in parecchi, nonostante le apparenze), se si ha a cuore la volontà di raggiungere un obiettivo prefissato..
Per capirci, la sintesi del discorso la possiamo ritrovare in un motto coniato durante la prima repubblica, quando, a proposito di quella stabilità che ha permesso alla nostra Italietta di non fare la fine degli stati dell’est europa, si diceva:
“Turiamoci il naso e votiamo DC”.
A proposito poi del lavoro che ci è voluto per preparare quella cosa che tu hai denominata Sangria, anche senza essere mai stato in Spagna, l’esperienza di Dirigente della C G Pelle mi ha insegnato che, per portare a termine certi “lavori” ci vuole il tempo che ci vuole.
Come sta accadendo per la cosiddetta “alta finanza”, il fatto di pensare di guadagnare giocando in borsa, senza avere un retroterra di effettivo lavoro fatto, (e non parlo di lavoro virtuale), si sta ritorcendo contro questi “signori” con quanto sta accadendo in questi giorni, proprio nelle borse in cui, questi miopi “giocatori” hanno sprecato i soldi dei risparmiatori, rei, anche loro, di aver sognato ad occhi aperti, e pertanto, giustamente puniti, così, non è giustificabile un lavoro malfatto, con il dire che “il giorno prima c’era altro da fare”.
Il Sangria party lo avete proposto voi, quindi, a voi l’onore e l’onere di gestirlo, facendo il tutto in modo ortodosso.
Voglio dire che, se per preparare la sangria bisogna predisporsi il giorno prima, ciò, indipendentemente dai discorsi di filosofia spicciola, va fatto senza discutere del sesso degli angeli.
In merito al tuo “darmi ragione”, bene hai fatto a farlo, visto che, se certe ricette prevedono la possibilità di mettere il ghiaccio nel bicchiere di sangria, ciò non vuol dire automaticamente che il prodotto offerto sia gradevole al palato.
Per altro, bypassato a piè pari quanto già detto sopra, sarebbe stato sufficiente e sicuramente più utile, (al posto dei cubetti di ghiaccio), inserire qualche bottiglia ermeticamente chiusa e preventivamente riempita d’acqua, bottiglia precedentemente congelata, nel contenitore della stessa sangria, il risultato sarebbe stato infinitamente migliore.
Un’ultima cosa:
Se spendo tempo e soldi per gestire questo schifo di sito, e non chiedo, anzi, rifiuto ogni forma di contributo economico da chi che sia, è proprio per non sentirmi dire “fa così o fa cosà”.
Quindi, o Marco, (ma ciò vale per tutti), ti prego per il futuro di non utilizzare simili approcci, visto che, comunque, al di là di tutto, ho fatto, faccio e farò sempre quello che più mi aggrada.
A te, come a chiunque, spetta la scelta di leggere quanto da me fotografato.
A te, come a chiunque, spetta la possibilità di accettare o rifiutare il mio pensiero.
A me, e solo a me, spetta il diritto di scrivere per il gusto di scrivere, senza secondi fini, e soprattutto, senza andare ad invadere campi, già occupati da altri che, oltre a lavorare, hanno la possibilità di rimarcare e presentare il proprio lavoro, indipendentemente da quanto io, o altri, abbiamo voglia di dire.
Inquanto alla ricetta della sangria, quella che hai tu è una delle tante, a mio avviso fra le peggiori.
Meglio sarà, per il futuro, rivederne l’uso, magari sostituendola con qualcosa di più amichevole e vicina ai palati, ma soprattutto, utilizzando la ricetta in questione secondo i giusti canoni.