Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Prese Da Internet
Le Ripercussioni
Non ho neanche finito di elogiare il cambiamento di rotta di gente che dovrebbe fare un altro lavoro che tutto è tornato come prima.
Ma ci siete, o ci fate?
Alla faccia della festa dell’albero!
Tornando a lunedì scorso. Ad una settimana esatta dal “terremoto”, visti i commenti e le prese di posizione registrate sulla prima e la seconda puntata di una storiaccia che poteva e può accadere solo in posti dove la cultura non è tale, eccomi a trarre le conclusioni ed a rispondere ai numerosi messaggi che sono arrivati se pur non richiesti.
Innanzitutto devo registrare con sommo dispiacere che ancora una volta Gambatesa è stata messa alla berlina da chi, più preparato, ha prese in giro coloro che si sono fatte di fuoco per difendere la posizione indifendibile di chi si accontenta di un surrogato di servizio, potendo ottenere la prima scelta secondo i propri diritti: 12 messaggi.
A seguire, desidero ringraziare chi, avendo studiato e sapendo cosa vuol dire farlo, mi ha espressa la solidarietà più sincera, augurandosi nello stesso tempo il risveglio di chi è sotto incantesimo: 39 messaggi.
Poi, devo dare due risposte.
La prima a chi, preoccupandosi della mafiosità di certi ambienti, da me più volte dichiarata, ha scritto: “Ma non ti preoccupa il fatto che denunce come quella sacrosanta che hai fatta tu, possano essere deleterie per la bambina di cui intendi difendere giustamente i diritti?”. A Questa persona, rispondo che questo problema è alla base delle paure della madre di quella bambina, ma che la mafia fa paura a chi vuole averne paura e che certe sensazioni nascono dalla mancanza di cultura. Con ciò, voglio dire che non è importante avere una, due o tre lauree per essere consapevoli dei propri diritti, così, come si può sapere quali sono i confini della propria libertà d’azione, pur essendo analfabeti. Per questo, e per una serie di altre cose, io ai ricatti rispondo sempre con maggior fermezza, fregandomene altamente del politicamente corretto e del “così fan tutti”. E’ questa la ragione per la quale, nel caso si dovessero verificare ricatti o ricattucci tesi ad “addomesticare” genitori risvegliati e consapevoli dei propri diritti, questi avranno sempre e comunque la possibilità di trasferire in tronco i propri figli, guadagnandoci in emancipazione da certi stereotipi e soprattutto in cultura per l’alunna eventualmente discriminata. Dal canto mio, m’impegno a denunciare per falso ideologico e tutti i reati in tema di abuso sui minori, chiunque dovesse assumere atteggiamenti ostili e prevaricatori nei confronti dei bambini, figli di genitori che volessero ribellarsi a tale schifo.
la seconda risposta, (e sai che il dolce si mangia sempre a fine pranzo), la voglio dare al detrattore che da quel pecorone che è, si è accodato a chi vuole che se scrivo devo fare i nomi, vale a dire a quella Filomena Venditti che mi onoro di aver cacciata di casa dei miei genitori. Il Nostro ha ribadito: “Ma perché t’interessi di problemi che non sono i tuoi? Tu, che c’entri con la scuola di Gambatesa?”. Anch’io, nel ribadire i concetti già espressi più o meno palesemente, rispondo innanzitutto che io, con la scuola in genere e con quella di Gambatesa in particolare, c’entro per ragioni professionali, (avendo deciso di non esercitare nel campo, ma avendo trattato con scolari di scuola elementare nei due anni di tirocinio magistrale, riscontrando l’amore di quegli allora bambini nei miei confronti ed il loro interesse per il mio metodo d’insegnamento, basato sul motto: “Se l’alunno non capisce è colpa del maestro che non ha ben insegnato”), e per questo mi posso permettere di criticare metodi utilizzati e risultati raggiunti, soprattutto mentre vedo che la persona da me difesa, se lo scorso anno e quello precedente era entusiasta della scuola, ora lo è un po’ meno, vero ed unico campanello d’allarme. A ciò va aggiunto che, come già detto più volte, la scuola di Gambatesa è anche mia, atteso che io paghi le tasse in questo paese e contribuisca anche al mantenimento di quella struttura. Inoltre, se permetti o detrattore, io so il fatto mio e sono sempre disposto a rivedere le mie idee di fronte a chi ne sa più di me e non certo mettendomi a confronto con chi in maniera empirica fino a ieri a pulito il deretano delle vacche ed oggi, con qualche soldo in più in tasca, pensa di comandare il paese a bacchetta. A me, questa gente fa paura alla stessa stregua della paura che una mosca fa all’elefante.
La cosa che in tutto questo mi fa più arrabbiare, consiste nella nomea che Gambatesa ha si è creata nel tempo in tutta la provincia di Campobasso in fatto di preparazione dei propri ragazzi.
Quando, trentadue anni fa, decisi di rientrare ed a metà anno scolastico mi trasferii dall’istituto Magistrale da me frequentato a Roma all’omologa scuola di Campobasso, rimasi di stucco nel sentirmi dire che si meravigliavano del fatto che io fossi di Gambatesa, visto che le basi culturali che si potevano riscontrare negli studenti provenienti dal paesello, non erano quelle che i miei insegnanti trovavano in me. Io allora ci rimasi davvero male perché al mio paese volevo bene allora come oggi, anche se quanto detto dai miei insegnanti lo potei immediatamente riscontrare in quanto imparavano i miei fratelli, quelli che “li abbiamo tirati per la cima dei capelli!”. Questa storia è tornata a galla nel duemilaquattro, quando l’appena rieletto Sindaco, Emilio Venditti, riprese il tema che riproponeva anche allora la maglia nera degli studenti gambatesani, rispetto all’intera provincia di Campobasso. Oggi, con un po’ di pazienza e sapendo aspettare, ho denunciata una delle cause di tal “posizione di classifica”, ricevendo in cambio l’ostracismo di chi, per paura di ritorsioni e per scarsa cultura, mi accusa di voler fomentare chissà cosa.
Diceva il buon Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca”, e poi: “Una notizia che non è tale, non ha bisogno di venir smentita”. Con la reazione vista lunedì scorso, ho capito innanzitutto che di Giulio Andreotti ce ne vorrebbero a iosa e che, (come detto nella seconda puntata), ho colpito nel segno e non posso essere smentito, se non con un improvviso cambio di metodologia d’insegnamento, cosa auspicabile nel vero senso della parola. Io non voglio arrivare ad avere figli di Gambatesa in grado di emulare progetti del calibro di INTOINO o Kiui, quand’anche la cosa sarebbe davvero una bella vittoria.
Spero però che i nostri cittadini adulti di domani, siano in grado di utilizzare gli strumenti nati da quei progetti e da simili obiettivi da raggiungere in futuro, evitando di andare ad ingrossare le file dei novelli raccomandati, gente che non è nemmeno in grado di proporre un curriculum o di fare una domanda, senza l’apposito “modellino” da riempire: (doglianza della mia professoressa di storia e filosofia, la buon’anima di Franca Profeta, doglianza proposta durante una lezione nell’anno scolastico 1983/1984).
Io spero in ciò, ma la cosa deve nascere da una profonda modifica dell’insegnamento attendista e superficiale che oggi si riscontra: (A zero anni sono nata, a un anno ho messo il primo dentino…, contro lo studio della storia degli antichi egizi, paragone fra due terze elementari di due scuole statali frequentate entrambe da bambini di otto anni a quarant’anni di distanza l’una dall’altra), sostituito da un insegnamento meglio qualificante, proposto da chi realmente sa offrirlo, senza se e senza ma.
Una cosa scherzosa. In una delle telefonate a mio favore, da me ricevuta martedì scorso, il mio interlocutore, (per altro, alleato di chi ha provato ad addomesticarmi pensando di trattare con uno dei suoi animali: Io sono più testardo), ha detto: “Ma Filomena Venditti vuole creare un allevamento di asini!”. A costui io ho risposto che la Nostra ha ragione di tale scelta, ma che per renderla reale deve utilizzare i propri terreni e le proprie stalle, non le aule della scuola elementare di Gambatesa!
Con il giusto sarcasmo: Mi ha chiesto lei di fare i nomi ed io l’ho accontentata facendo il suo, più volte.
Visto che dice che non mi legge, qualcuno la costringa a farlo per oggi…
Sarà soddisfatta?
Chiedo, perché d’ora in avanti spero di non doverla nominare più.
Diventerebbe troppo importante e non lo merita!
Alla stessa stregua, visto che il “Segreto Di Pulcinella” mi ha riferito di un incontro fra genitori e preside della scuola elementare del paesello che si dovrà tenere a breve, auspico che la preside medesima prenda atto delle mie lamentele ed agisca di conseguenza, ripristinando il Diritto di chi deve averlo, a studiare per crearsi basi solide e reali per il futuro, diversamente non certo roseo.