TEATRO
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ETERNIT? Abbiamo Scherzato

Di Vittorio Venditti

Ancora Una Volta L’Italia Si Smarca Dalle Sue Colpe

Pecunia non olet. E’ quanto, di primo acchito, mi verrebbe da dire a proposito della notizia del giorno, che vede ancora una volta il “trionfo della giustizia”, fatto pagare sempre ai soliti noti.

Sarebbe facile scrivere che abbiamo ciò che meritiamo anche in campo giudiziario. Sarebbe da bambini, (che hanno studiato seriamente), dire che siccome gli operai sono poveri, devono morire, a vantaggio del magnaccia svizzero che, forte dei suoi soldi si è ricomprati gli
ermellini. A me invece, da “Voce Fuori Dal Coro”, sorge spontanea un’altra serie di domande che inizia con questa:

Quanto hanno fatto a suo tempo i lavoratori e o chi li assisteva a livello sindacale e non solo per conoscere meglio ciò che le maestranze in questione stavano manipolando?

Tornerò nei prossimi giorni sul cattivo funzionamento della scuola gambatesana e sulla cultura dei locali genitori, (spero per loro non tutti), che si lamentano del fatto che io abbia messi in luce tutti i limiti di un servizio scadente, anziché considerare l’ipotesi di svegliarsi e leggere le mie parole a favore dello sviluppo intellettuale della loro prole. Oggi però mi chiedo: Se la scuola italiana avesse insegnato ai lavoratori il modo vero e serio di lavorare, magari permettendo loro di conoscere fin dove si sarebbero dovuti spingere nell’avvicinare il materiale lavorato, quanti morti avremmo risparmiato? Quante persone che hanno trattato l’eternit non dovremmo veder morire?

Raffaele Guariniello, p. m. per antonomasia, ha ragione nel dire che “il reato esiste e con la lotta andrà perseguito”, così com’è cosa reale che la fabbrica in questione sia stata di proprietà di colui al quale si è voluta e si vuol dare la croce addosso in qualità di capro espiatorio. Quanto si è fatto però per arrivare ad avere un numero di morti pari a zero per malattie derivanti dall’uso e l’abuso di quel materiale, una volta osannato ed oggi bandito in Italia, non tanto dalla reale pericolosità che è in essere solo in determinate condizioni d’uso, quanto per il clamore che purtroppo suscita la morte di chi vi è stato a contatto? Ricordo a me stesso che la prosperità, (ora trasformatasi in tragedia), degli operai in argomento, è stata possibile anche e soprattutto grazie all’esportazione dell’eternit in tutto il mondo, ma non ho notizie di stragi simili a quella che stiamo patendo nel Monferrato, in nessun’altro lembo della terra. Sarà pur vero che ci sono regioni del pianeta nelle quali la stampa non è ben vista e che certe notizie quindi escono difficilmente, ma abbiamo nazioni, cosiddette “civili”, nelle quali, se realmente le malattie provenienti dall’eternit fossero proporzionali all’uso di quel materiale, avremmo medesime stragi e se ne parlerebbe tranquillamente.

Perché ciò accade solo in Italia?

Tornando poi al magnate che si vorrebbe condannare a tutti i costi per la morte di quei poveri lavoratori che hanno ignorato ciò che ha permesso loro di vivere, farsi una famiglia e magari delle proprietà, ricordo a me stesso che quell’uomo è stato solo l’ultimo proprietario di quella che oggi si è scoperta una fabbrica di morte.

Perché non estendere la condanna al sistema che ha permessa la morte dei lavoratori e dei familiari di questi, cosa che non è avvenuta da altre parti del mondo civile?

In definitiva, a mio parere è giusto che si paghi per quanto accaduto, ma è sacrosanto che a pagare siano realmente tutti i rei, non solo chi, avendo soldi a palate, ha fatto bene a difendersi, al limite dell’illegalità, magari pagando chi, dopo tutto, non ha l’autorevolezza per imporre rapidamente una Legge, non più imponibile, non tanto per la mancanza di colpevolezza del reo, quanto perché non si è stati capaci di punire per tempo.