Di Vittorio Venditti
Pubblicità REGRESSO: In Terza Elementare Si Studiano Le Sottrazioni
Tornando ad essere “Voce Fuori Dal Coro”, provo a mantenere una promessa fatta a Matteo Renzi in una delle mie ultime lettere a lui indirizzate, vale a dire, toccare il problema “Scuola” e dare un mio contributo, senza entrare però nel sito governativo. Il mio contributo, è qualcosa di vissuto e purtroppo di ancora presente, nonostante il fatto che siano passati decenni da quando a Gambatesa la scuola dell’obbligo era per pochi raccomandati, figli dei notabili del posto e di una ristretta cerchia di loro adepti, mentre se si fosse parlato di ragazzi appartenenti a famiglie di chi non faceva parte della cricca, questi potevano tranquillamente venir lasciati al proprio destino e derisi da chi poi ha dovuto vedere ben altre riuscite in campo lavorativo e non solo.
Non metto link a scritti precedenti per non inficiare l’originalità di questa farneticazione, ne aggiungo più del necessario per stigmatizzare il comportamento di gente che tutto dovrebbe fare, tranne che insegnare o giù di lì; dirò solo i fatti, suffragati da prove inconfutabili, per maltrattare ancora una volta quella risma di farabutti che sa lavorare bene, solo il giorno nel quale verifica sul proprio conto corrente la presenza di uno stipendio, alla luce dei fatti, letteralmente rubato.
Che è successo?
Mi capita spesso di assistere nei compiti a casa, mia nipote che frequenta la terza elementare nella scuola del paesello. Lei, è una bambina intelligente, forgiata dalle varie sofferenze che ha patite e sta patendo. Lei sa che se studia, da grande ne vedrà i benefici, cosa che io le dico fino ad annoiarla. Lei, dunque, anche se a scuola va bene, cerca di andare sempre meglio e resta interdetta quando le capitano cose come quella di dover tornare su quanto già studiato. L’altro ieri per l’appunto, ci siamo imbattuti negli esercizi di matematica e con mio sommo stupore, ho trovato che le erano state assegnate da risolvere delle sottrazioni.
In terza elementare?
Ma se io, quarant’anni fa, già in seconda avevo imparate e bene le quattro operazioni al completo!
La cosa era preoccupante e dunque, prima di fare illazioni, ho voluto vederci più chiaro, chiedendo alla bambina il perché le toccasse ripetere ciò che già aveva imparato lo scorso anno. L’innocenza dei bambini, vale più di qualsiasi verdetto di tribunale o dogma religioso. Lei mi ha risposto: “Ma se quelli che vengono da Tufara queste cose non le sanno fare, noi li dobbiamo aspettare!”.
Quando si tratta di scuola, (se mi leggi lo sai), io non transigo, soprattutto e come già detto, perché la scuola è viatico per il futuro di ogni bambino e ciò non vale solo per i figli dei soliti noti. Per questa ragione, condannando l’operato di certa politica che per risparmiare qualche soldo rovina il futuro dei bambini ed in particolare di mia nipote, aggiungo quanto da tempo sai, vale a dire che chi non sa insegnare può cambiare lavoro, lasciando uno spazio sicuramente colmabile. Noi, saremmo anche gente di ceto basso, ma non siamo fessi. A suo tempo, i miei fratelli hanno avuti degli insegnanti che non sono stati in grado di fare il loro lavoro e comunque la vita ha riservato a questi alunni dimenticati un futuro roseo, alla faccia di certi “Professori” che dicevano dei miei fratelli che “li abbiamo tirati fuori dalla scuola per la cima dei capelli”.
Per concludere, mi dispiace per quegli e questi “insegnanti”, ma io, costi quel che costi, saprò come correggere le mancanze che via via verranno fuori dall’insegnamento che ci costringe ad aspettare chi non sa. Mi dispiace per quei bambini in difficoltà, ma siccome nella vita vale il proverbio “mors tua, vita mea”, io farò tutto il possibile per evitare che si dica che mia nipote “è uscita dalla scuola, tirata per la cima dei capelli”.
A Matteo Renzi suggerisco, prima di ogni altra cosa, di fare in modo che si applichi quant’è già realtà, per poi iniziare a programmare quanto oggi è solo teoria. Con ciò voglio dire che sarebbe il caso di pensare a proporre ai bambini quanto già si può insegnare, magari in scuole sicure dal punto di vista statico ecc., per poi vedere se esista o meno la possibilità di avere altro, magari utile ma insignificante se privo delle basi più elementari di ogni studiare.
Ai detrattori o agli offesi da questo mio dire: Se volete, querelatemi pure, ma fatelo su carta utile al deretano, perché quella sarà la fine della vostra querela. Voglio dire che se doveste pagare un giudice per farmi condannare, lui non lo potrà fare comunque, perché le prove che vi inchiodano alla vostra responsabilità di asini messi in posti che non siano la stalla ove meritate di stare, sono chiare ed incontrovertibili. Non è possibile che in terza elementare si studi in matematica come si fa una sottrazione mentre si dovrebbe già accennare alla presenza delle frazioni, quando i bambini normali già sanno utilizzare a pieno tablet e computer. La responsabilità di tale scempio è degli insegnanti o presunti tali, che se non sanno fare il lavoro per il quale vengono pagati, anziché riutilizzati sempre e comunque nella scuola o assunti nel carrozzone “perché nessuno può perdere diritti acquisiti”, vanno cacciati da quell’ambiente con disonore, rei di aver rovinata la voglia d’imparare a bambini che proprio perché tali, dovrebbero venir forgiati al meglio e non in attesa di entrare a far parte del circuito dei futuri raccomandati, parassiti come la generazione che li ha preceduti e quelle ancora italianamente precedenti.
E scusa se, come fossi Obelix a cena, mi sono mantenuto leggero!