Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Visto, Che La Pace Dà I Suoi Frutti?
Dopo il riposo di un giorno, (non me ne teneva proprio di scrivere), eccomi di nuovo a disturbarti per presentarti quanto accaduto a Gambatesa gli scorsi quattordici e quindici, vale a dire, ieri e l’altro ieri.
Perché ho detto che la pace dà i suoi frutti?
Se mi leggi da Gambatesa, avrai notata la presenza attiva delle luminarie installate per queste feste dalla Pro Loco.
Le luminarie, sono state lasciate accese in onore della nostra Patrona, la Madonna della Vittoria, e resteranno accese fino al prossimo venti, salvo un’ulteriore proroga basata sulla volontà di contribuzione del comitato per i festeggiamenti dell’altro nostro Patrono: San Bartolomeo Apostolo.
Questo fatto, unito ad altri segnali provenienti da chi finora ha gestita l’estate gambatesana, hanno fatto e stanno facendo sì che Gambatesa risulti altamente e felicemente frequentata dai gambatesani, dagli emigranti e da parecchi forestieri, che pure stanno apprezzando gli sforzi fatti per far vivere questo paesello, almeno durante questo periodo.
Eravamo rimasti a dover parlare di quanto proposto dal comitato della Madonna della Vittoria; eravamo rimasti lì e da lì ripartiamo.
Una buona performance, l’abbiamo registrata domenica quattordici, quando si è esibito il gruppo dei Collage.
Sole rosso, Tu mi rubi l’anima, Due ragazzi nel sole, fra i tanti successi del complesso, particolarmente attivo a metà degli anni settanta.
Ma il maggior successo, lo ha ottenuto lo stand gastronomico del comitato, che, unitamente ad altri stand simili, proposti dai bar locali, ha spopolato, vendendo tutto il vendibile in termini di cibo e bevande, visto che la ritrovata armonia, ha consigliato a tutti, compreso chi ti sta disturbando, di evitare di cenare a casa, per acquistare quanto proposto negli stand di cui sopra, e contribuire alla buona riuscita delle feste di cui stiamo parlando.
Passato il quattordici, eccoci nel giorno più importante delle vacanze, e più importante, (dal punto di vista religioso), per Gambatesa:
Il Quindici.
Come per ogni festa, siamo stati gioiosamente svegliati dalla banda, (questa volta, come per la Madonna delle Traglie, e come sarà per quando si riporterà la Madonna stessa alla cappella a lei dedicata, è toccato alla banda intitolata al compianto Maestro Donato Di Maria, banda diretta dalla di Lui figlia Vanna.
E, sempre come al solito, dopo il giro, cosiddetto “di questua”, la banda stessa, si è fermata in piazza Vittorio Emanuele, per tener compagnia agli astanti con le solite gradite marcette, fino al momento in cui, chi ha voluto, si è potuto recare in Chiesa Per la Messa.
Così ho fatto io, unitamente al mio amico Salvatore, che ne ha approfittato per fare anche questa foto:
La Chiesa, alle undici, era piena all’inverosimile: sembrava Natale!
Terminata la Messa, ecco la consueta Processione, anche questa, somigliante a quella del venerdì santo per frequentazione.
Dopo il lauto pasto, specialmente e particolarmente ricco nelle case di chi si chiama Vittorio o Vittoria, eccoci al pomeriggio, ricco d’incontri sportivi e finali di tornei, già disputati nei giorni precedenti.
Veniamo alla sera.
Qui, si è verificato l’impensabile.
Se lo avessimo progettato, un macello simile non sarebbe riuscito.
Ieri sera, si sarebbe esibito il gruppo cover di Rino Gaetano, denominato Ciao Rino.
Nulla di particolare, se prima dell’esibizione, non mi fosse venuta la malsana idea di andare a vedere le loro prove.
Subito ho capito che ci sarebbe stato un filing; e non sono stato smentito per niente, quando, seduto su una panca per gustare quanto avevo acquistato presso lo stand del comitato, ho visto venire verso di noi i ragazzi del complesso.
A costoro, ho voluto offrire un bicchiere del buon vino del comitato, e nel brindare, al posto del tradizionale cin cin, ho detto loro:
“cencion!”.
Questa parola, vuoi per averla ripetuta più volte durante quello strano convivio, vuoi perché i bicchieri bevuti stavano diventando parecchi, è diventata il tormentone della serata.
Più volte. durante il successivo concerto, da sotto il palco, ripetevamo ad alta voce:
“cencion!”, con la visibile e divertita soddisfazione di chi si esibiva.
Durante il concerto poi, ai musicisti periodicamente arrivava qualche bicchiere di vino, e noi da sotto, dopo aver gridato Cencion, intonavamo:
“E bevilo, bevilo, bevilo…”.
Tutta la serata si è imperniata su questo modo di dire, ed alla fine, nel ritornello di Gianna, Cencion, cadenzava il ritmo, gridato da noi della C G Pelle, unitamente ad un’altra ventina di ragazzi che, come noi, si stavano divertendo da matti.
Da dire, che abbiamo costretto i ragazzi del complesso, a rimanere sul palco un’ora in più del previsto, tanto è stato il divertimento in loro compagnia.
Alla fine, abbiamo avuto l’onore della foto di un paio di loro, fatta con noi,
e la promessa che, atitolo privato, ci sarebbero venuti a trovare a capodanno, per gustare a loro volta, le nostre maidunate.
Dopo la festa, così come accaduto il quattordici, il comitato, con le residue forze che aveva, ha proposto gratuitamente agli astanti una spaghettata aglio ed olio, accompagnata da ottime costatelle di maiale.
Dal canto mio, dopo aver gridato tutti quei Cencion durante il concerto, non ho potuto far altro che bere birra, per ricostituire i liquidi persi.
In definitiva:
Posso tranquillamente dire che la parte spettante al comitato per i festeggiamenti in onore della Madonna della Vittoria, come già accaduto il giorno della Madonna delle Traglie, è stata egregiamente onorata.
E questa sera?
La palla torna alla Pro loco, che in occasione della Festa dell’Emigrante, ci proporrà in piazza Riccardo, alle ore 21 e 30:
la Mirko Casadei Beach Band.
Sicuramente non mancherai!
Lo sò che è così!
Anche a te piace l’armonia ritrovata che ci prmette di vivere in un clima di vera festa!