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Sono Grasso, Non Fesso!

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Ovvero: Il Valore Degli Antichi “Consigli”

Io E Alessandro Conte, (Sfoderino)

Ciò di cui farneticherò per iniziare al meglio anche questa settimana, è qualcosa che a suo tempo ho dovuto patire anch’io, vista la mia mole, non certo trascurabile. Oggi parlerò dell’esser grassi e di quanto questo status sia deleterio nell’odierna “Società Civile”.

Lo “spuntino” me lo ha offerto Marco per il prossimo “Barile Raschiato, ma nell’inserirlo, mi sono accorto che l’argomento era troppo “voluminoso” per venir trattato superficialmente. Napoli gravissimo ragazzino seviziato dal branco. Un arresto e due denunce, con l’aggiunta di un suo commento: “I parenti dell’arrestato, ovviamente, minimizzano: “E’ un bravo ragazzo, è stato solo uno scherzo!” Ecco la mentalità odiosa dei napoletani che negano anche di fronte all’evidenza: questo non è un bravo ragazzo, è un coglione che dovrebbe essere lapidato in pubblico insieme ai suoi stupidi familiari!”.

Se Marco ha detta la sua sui parenti di quel disgraziato, dopo aver invitato chi ne ha voglia a trattare in quel modo Alessandro o me, per vedere di nascosto l’effetto che fa, io dico la mia sui congiunti della vittima che evidentemente, se pur napoletani, non hanno data la giusta capacità di arrangiarsi e di difendersi a quel poveraccio che ora lotta per vivere. Voglio dire che nella lotta per farci diventare adulti, a suo tempo i miei mi fecero entrare, avvertendomi che se fossi tornato a casa dicendo di averle prese, mi avrebbero dato il resto.
Con ciò, non voglio certo dire che la vittima di questo caso potesse avere la meglio su più di un delinquente in azione vigliacca e contemporanea, certo però che se il Nostro, magari in occasioni simili, dopo essersi sentito dare del “Grasso”, avesse reagito con ironia o, come feci una volta io, con un oggetto appositamente tirato in testa all’attaccante, probabilmente a quest’ora non staremmo parlando di ospedali, di sale di rianimazione e di arresti, ma di qualche testa rotta al massimo da pronto soccorso, nel caso opportunamente ritarata.

Per finire, sarà il caso d’interrogarci sull’opportunità di correggere anche certi modi di pensare che vedono dei canoni ai quali, per moda e stupidità, gli appartenenti alla cosiddetta “Società Civile”, giocoforza si devono omologare. Se io parlo da “Voce Fuori Dal Coro”, lo faccio anche perché ho imparato a saper criticare certe modalità pecorecce di vivere, che imporrebbero di essere come gli altri ci vogliono. Io sono quello che vedi o, in questo caso, che leggi. Se ti piaccio così, bene; diversamente il mondo è largo e nessuno ti trattiene, anzi, io stesso t’invito ad allontanarti da me, perché io intendo restare quello che sono, scemo, grasso e brutto, e tu hai la possibilità di vivere la tua vita, non necessariamente accostandola alla mia.

Se Quel ragazzino avesse imparato a ragionare in questo modo, ora sarebbe felice.