Enews 385, domenica 5 ottobre 2014
6 Ottobre 2014
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6 Ottobre 2014
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Lettera A Matteo Renzi

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet

“Da: “Vittorio Venditti” (postmaster@gambatesaweb.it)
A: (matteo@governo.it)

Solite Considerazioni Sulla eNews

Matteo Renzi

Ciao Matteo,

ormai sta diventando una tradizione il fatto che tu mandi a noi l’eNews ed io ti rispondo, pubblicando anche la mia risposta, cosa che poi diventa fonte di dibattito, anche se per pochi.
Con un occhio alla tua lettera dunque, vado per ordine e ringrazio io te perché almeno, da quando ci sei tu al governo, abbiamo la possibilità di scrivere a qualcuno che ci vuole ascoltare, pregio che già mi ripaga del lavoro fatto a suo tempo per aiutarti, (nel mio piccolissimo), ad assumere il compito che stai portando avanti. Ciò, ti sia di sprone per far sempre meglio, magari un po’ alla volta, ma con risultati sicuri.
Passando poi ai tre punti toccati da te, ecco quanto mi sento di scrivere per comporre un dialogo che spero porti a qualcosa di utile per tutti.

1: La scuola. Sì, hai ragione, è giusto rispondere al questionario che ci proponi su labuonascuola.gov.it ed io lo farò a breve, sempreché il sito sia accessibile ai non vedenti, cosa che ti farò sapere, sia se il risultato sarà positivo, sia se non sarà così. Mi preme però porre alla tua attenzione il problema “Sicurezza scolastica”, visto alla luce di quanto accade nei piccoli centri, nel caso specifico, a Gambatesa (CB), dove si è verificata una cosa che ha del grottesco.
Da quest’anno scolastico, onde evitare le pluriclassi, (cosa da me condivisa, perché deleteria per l’educazione, soprattutto dei bambini più piccoli), si è deciso l’accorpamento delle scuole dell’obbligo ed il nostro paesello si è associato al vicino comune di Tufara, ricadente sempre nella stessa provincia. Va detto che i due paesi sono sotto amministrazione di centro-sinistra e che a Gambatesa, la nuova Sindaca è anche segretaria della locale sezione PD. Dunque: Se a Gambatesa oggi arrivano i bambini delle scuole elementari di Tufara, scongiurando almeno per ora le pluriclassi, da noi partono i ragazzi delle medie che raggiungono il comune vicino, ripopolando così le tre classi che dovrebbero avviare gli studenti verso le scuole superiori. Nessun problema, se non fosse per il fatto che la scuola di Gambatesa, da poco rimessa in sicurezza secondo le Leggi venute dopo il sisma del duemiladue, risponde a pieno alle norme per la sicurezza per l’appunto, cosa che non si può dire della scuola di Tufara. Mi pongo e ti pongo la domanda, se sia lecito e giusto, in nome della revisione di spesa o dell’accorpamento delle classi, mettere in secondo piano il problema sicurezza e considerarlo eventualmente quando accade qualche disgrazia, per fare il solito gioco del rimpallo, sulla pelle di chi va a scuola per crearsi il proprio futuro, magari in quel momento annullato per sempre.

2: Il lavoro, la nostra emergenza. L’articolo diciotto, discriminatorio di per sé, visto che riguarda solo operatori di aziende di un certo peso, non è servito a niente per tutti gli altri e non serve alle imprese che hanno in seno lavoratori che lavorano per l’appunto e lo fanno bene. Conosco un solo imprenditore che è stato capace di licenziare lavoratori che facevano il proprio dovere, in nome della politica e so che costui è fallito. Un imprenditore davvero tale, sa di avere un tesoro in mano, se considera le capacità dei propri dipendenti, magari proprio da lui addestrati.
I problemi del lavoro sono altri e, ad esempio, in questi giorni stanno venendo a galla proprio a Gambatesa, là dove agli spazzini sono stati tolti i più elementari diritti dei lavoratori; i Nostri non hanno parte dello stipendio, non hanno il beneficio della riduzione del cuneo fiscale, (che loro chiamano “gli ottanta euro di Renzi”, perché vengono loro sistematicamente sottratti da chi li gestisce, (una società di servizi che dal beneventano sta progressivamente acquisendo il servizio della raccolta dei rifiuti dei comuni del campobassano: La ECOJUNK S. R. L.), gli spazzini dicevo, non hanno ferie da due anni e mezzo e non percepiscono tredicesima e quattordicesima dal primo gennaio duemiladodici. A ciò va aggiunto che per effetto delle loro proteste e del loro aver chiesto aiuto alla C. G. I. L., dipartimento funzione pubblica di Campobasso, dall’inizio di settembre sono stati abbandonati a sé stessi, visto che non ricevendo più la fornitura di scope e quant’altro serve per lavorare, sono costretti ad arrangiarsi con ciò che è loro rimasto, con gli effetti che ti lascio immaginare sulla resa in termini di lavoro.
Perché ti parlo di questa storia?
Questo è un andazzo che da quando vengono esternalizzati i servizi, sta prendendo sempre più piede e nell’Italia meridionale, ciò è accentuato dall’essere remissivi dei lavoratori, (forse poco acculturati), condito dal clientelismo imperante che fa dei lavoratori stessi merce di scambio con i politici, e dei padroni, letteralmente degli schiavisti che, preso quanto il municipio di turno dà loro in cambio del servizio prestato, evitano di dare a chi lavora realmente ciò che deve avere, minacciando i lavoratori medesimi di licenziamento, nel caso questi vogliano ribellarsi.
Ti sembra un “cambiar verso”?
A proposito poi del T. F. R., tu m’insegni che ciò vale solo per l’Italia, una nazione nella quale devi stare attento giorno per giorno a che non ti derubino di quel poco che hai. Io ho avuta l’assicurazione vita, stipulata quando l’inflazione era a doppia cifra. Recuperando nell’anno duemila i proventi di quel contratto, mi sono accorto già allora di aver ricevuto indietro a mala pena i soldi versati, senza quei benefici sbandierati ad inizio contratto. Perché devo lasciare parte del mio stipendio a chi, poi, forse mi restituirà il valore nominale, magari quando quei soldi non potranno più servirmi, come può essere oggi?
Dacci il T. F. R., possibilmente dal primo all’ultimo centesimo di euro ed in maniera retroattiva al primo giorno di lavoro perché sono soldi nostri. In questo modo, noi avremo i nostri soldi, voi prenderete le tasse che spetta ad ogni cittadino pagare ed avremo un laccio burocratico in meno. Da qui poi, si dovrà partire per ottenere quella riduzione di tasse o quella restituzione in servizi funzionanti, bandiera da esporre da uno Stato che si dice Civile.

3: Il tesseramento PD. Io sono stato tuo attivista e se ti serve posso esserlo ancora, fregandomene altamente di tesserarmi con il PD o partiti d’altro genere, visto che a me interessano i risultati, per me, per i miei amici che posso aiutare gratuitamente perché grazie a Dio un lavoro ce l’ho, e per l’Italia in genere. Nel Molise, come accadeva per la vecchia DC, le tessere si fanno per tornaconti futuri. Il risultato lo stiamo vedendo in questi giorni, con lo scontro al vertice del locale Partito Democratico, fra chi, Termolese, vuole riconquistare il potere sull’intera regione, (com’era durante gli anni d’oro della Democrazia Cristiana), e chi, proveniente dalla provincia di Campobasso, cerca a sua volta di affermarsi. A noi cittadini, queste battaglie di bassa lega non interessano. Noi preferiremmo leggere e sentire più notizie su eventuali nuovi lavori e nuovi imprenditori che li propongono, anziché ascoltare, magari mediante reti pubbliche, lo starnazzare di gente che, più che ai cittadini, pensa al proprio tornaconto, cosa legittima ma non essenziale.

4: Internet e la banda larga. Ne ho già scritto nelle precedenti lettere e ci torno solo per dirti che finché non si vedrà almeno un minimo di sviluppo delle reti, (magari anche da noi dove pare che la cosa non sia allettante per chi ne fa profitto), finché non si comincerà a vedere un minimo di sviluppo in tal senso, null’altro di moderno potrà divenire reale e quindi tangibile per la ripartenza della crescita. A proposito poi di ciò che scrivono certi giornali sulla voglia “tutta italiana di accedere ad internet solo da rete mobile, va detto che non è un peccato considerare la mobilità fonte di risparmio per le tasche del cittadino che può avere necessità di connettersi da più punti giornalmente. Capisco che le società che gestiscono la rete fissa ci perdono, ma non è un peccato sapersi arrangiare, magari nel conquistare la propria libertà anche nel connettersi e lavorare in Rete.

Fammi sapere e continua così.
Un saluto.

Vittorio.