Di Matteo Renzi
Questo settembre è volato! E io sono anche un po’ in ritardo con le enews.
Cerco di essere il più sintetico possibile, ma prima lasciatemi dire grazie per la mole di affetto, stimolo e proposte che ricevo via email. Siete realmente una boccata d’aria fresca nelle stanze del palazzo, vi sono grato.
Tre punti chiave, come sempre.
1. Partita la campagna di ascolto sulla scuola Vi prego, vi prego, vi prego: riempite il questionario. Visitate il sito labuonascuola.gov.it. Stiamo scrivendo il futuro dei nostri figli, facciamolo insieme. Migliaia di persone stanno leggendo le proposte del governo (c’è tempo fino al 15 novembre, ma voi fate veloci) e ci stanno incalzando con le loro idee. Fatelo anche voi. Fare le riforme precedute da una campagna di ascolto è una delle cifre di questo governo. Sulla scuola, però, è ancora più importante. E tutte le volte che entro in una scuola, da Palermo a Ferrara mi rendo conto che la mia priorità – prima di qualsiasi manovra, riforma, rottamazione – è restituire dignità e futuro alla scuola italiana. Mi date una mano? Il sito è labuonascuola.gov.it. Per il momento 23mila risposte al questionario su internet, oltre 150 dibattiti già organizzati nei prossimi due mesi, giornate di mobilitazione in quasi tutti i comuni. Sarà la più straordinaria riforma dal basso mai fatta in Italia.
2. Il lavoro, la nostra emergenza. Sui giornali grandi discussioni sul JobsAct e sull’articolo 18. A tempo debito sarà bello spiegare cosa cambia per un giovane precario, per un cinquantenne disoccupato, per una mamma senza tutele. Ma ne parleremo prestissimo. Nel frattempo il dibattito si è spostato sul TFR, la liquidazione. Sono soldi dei lavoratori, si dice. Che però vengono dati tutti insieme alla fine. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li “bruci” tutti insieme. Uno Stato-Mamma, dunque, che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il Mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del TFR andassero subito in busta paga mensilmente. Questo si tradurrebbe in un raddoppio dell’operazione 80 euro, più possibilità d’acquisto, un altro tassello verso il modello Italia: noi infatti abbiamo scelto di non ridurre i salari, come hanno fatto altri paesi, ma di fare le riforme per creare competitività. Questo dal punto di vista filosofico. Dal punto di vista pratico, invece, il problema è evitare di affossare la liquidità delle piccole medie imprese che potrebbero soffrire la necessità di pagare subito la mensilità in più. In realtà, anche alla luce delle misure della BCE, il sistema ha notevoli riserve di liquidità. Per questo, quando martedì presenteremo alle parti sociali la proposta – riapriremo persino la sala verde di Palazzo Chigi, quella degli incontri coi sindacati, si vede che sto invecchiando:-) – verificheremo la fattibilità di una proposta sul TFR che viene incontro ai lavoratori senza gravare sulla situazione bancaria delle piccole e medie imprese. Intanto ci sono segnali incoraggianti di ripresa del numero degli occupati che da febbraio è cresciuto di oltre 80mila unità. Negli anni della crisi abbiamo perso un milione di posti di lavoro, dunque non siamo nemmeno al 10% di quello che va fatto per ritornare ai tempi d’oro. Però è un primo segnale positivo, dopo tanto tempo. Ora la vera sfida sarà incoraggiare gli investimenti, specie stranieri.
3. Il PD e il crollo del tesseramento. Dopo le discussioni in direzione, ci sono stati grandi scontri mediatici dentro il PD per la questione tesseramento. In soldoni: nei primi mesi dell’anno abbiamo avuto un crollo degli iscritti (pare che solo 1/5 abbia rifatto la tessera). Qualcuno ha detto che il PD ha questo crollo perché non è in salute. A me pare che un partito che arriva dove non arrivava nessuno dal 1958, vince tutte le regionali in trasferta (Piemonte, Abruzzo, Sardegna), stravince nei comuni è un partito che gode di buona salute. Ma non possiamo girarci intorno: il tema tesseramento esiste. Poi io posso dire che preferisco avere una tessera finta in meno e un’idea in più. Anche perché spesso il tesseramento è alto solo negli anni in cui si votano i segretari di circolo. Ma quella parte del PD che chiede una discussione sulla forma partito, su come si sta insieme, sulle regole interne, sul rapporto partito-governo pone un tema che per me è un tema vero. Per questo la Direzione sarà convocata dal presidente Orfini per discutere di forma partito (direi per iniziare a discutere) credo il 20 ottobre.
Attenzione. Questo invece riguarda tutti, non solo gli iscritti al PD o i dirigenti. Come già preannunciato stiamo organizzando la quinta edizione della Leopolda. Il titolo di quest’anno? “Il futuro è solo l’inizio”. Da venerdì 24 ottobre fino a domenica 26 a pranzo. Format sostanzialmente uguale a quello degli altri anni. Da domani sarà attiva la casella di posta elettronica info@leopolda5.it Nei prossimi giorni aggiorneremo con maggiore frequenza il sito www.matteorenzi.it per avere tutte le informazioni. Cos’è la Leopolda? Impossibile da spiegare, bisogna esserci. Uno spazio di libertà, un luogo dove si trova gente che pensa che la politica non sia una parolaccia, il posto da cui tutto è partito. Abbiamo il consueto dannato bisogno di volontari per cui chi può dare una mano usi sempre la stessa email: info@leopolda5.it
Pensierino della sera. A che punto sono le riforme? Su passo dopo passo le slide che abbiamo presentato a Londra. Talvolta mi fermo a pensare e mi dico: caspita. Abbiamo fatto tutto questo in sette mesi. E immediato mi scatta un sentimento di gratitudine per chi ci ha creduto fin da subito, per chi non ci credeva e ha cambiato idea, per chi continua a non crederci ma spinge nella stessa direzione e dà una mano anziché tifare contro. Rispetto a sette mesi fa, molte cose sono cambiate. Io però sono ancora più convinto di prima. Non è vero che l’Italia è condannata all’immobilismo. E più trovo gente che dice: va tutto male, non ce la farete mai, più mi convinco che questa macchina che ci hanno lasciato col quadro scarico noi la riaccendiamo. Perché questa macchina è una macchina bellissima.
Un sorriso,
Matteo
PS. Sono stato in Silicon Valley e ho visto un pezzo di futuro. Ma chi di voi (oltre 90 mila, pare) ha avuto l’occasione di passare da Roma per la www.makerfairerome.eu avrà fatto un’esperienza forse ancora più sorprendente. C’è un’Italia che è in grado di innovare e di stupirci, oggi. Se ne volete sapere di più, date un occhio al sito.