Di Marco Frosali
Alla Ricerca Della Città Perduta Di Monterano
Finalmente, ieri, una domenica di bel tempo con sole, temperature calde e cielo limpido, senza nuvoloni minacciosi all’orizzonte!
Dato che non avevo nulla in programma decido di andare insieme a Sara alla ricerca della ‘città perduta di Monterano’, non molto distante da Roma. Alle 9.30 quindi, mi reco alla rimessa dove è posteggiata Sara e mi avvio verso la meta che mi ero prefissata, imboccando la Cassia bis in direzione Viterbo e uscendo all’altezza di Mazzano Romano, dirigendomi poi verso il lago di Bracciano in direzione Trevignano…
…dove effettuo una piccola sosta per procurarmi il pranzo: un panino con salame e una bottiglietta di acqua a 2,15 euri!
Riparto e faccio una piccola sosta a Bracciano, pieno sia di persone che stavano recandosi alla messa domenicale, sia soprattutto di turisti.
Parcheggiata Sara in prossimità dell’enorme Castello Orsini-Odescalchi (XV secolo e luogo in cui si sono sposati personaggi famosi del calibro di Tom Cruise e Katie Holmes nel 2006), mi dirigo a fare un giro per il centro…ma mi rendo conto di aver lasciato la macchina fotografica a casa!
Porc!
Vabbè, userò il cellulare!
Ari Porc!
E’ scarico!
Ma come? Non si è caricato stanotte?
E Ora?
Vabbè…da buon Guzzista farò di necessità virtù: cercherò di sfruttare quel poco di batteria che mi è rimasta e spegnendo il cellulare durante il tragitto!
Ce la farò?
Intanto inizio!
Dopo circa mezz’ora, io e Sara ci rimettiamo in cammino verso la città perduta. Ci dirigiamo verso Manziana e da lì proseguiamo verso Canale Monterano…già il nome dice tutto! Infatti, a circa 2 km fuori dal centro abitato troviamo le indicazioni per raggiungere l’antico abitato di Monterano.
La storia di questo piccolo borgo è alquanto travagliata: innanzitutto parte da molto tempo fa, più precisamente dal periodo etrusco, anche se non ne rimane più traccia. E così in un’alternanza di periodi floridi e carestie, Monterano conobbe il suo periodo di maggior splendore verso la fine del XVII secolo, quando Emilio Bonaventura Altieri divenne Papa con il nome di Clemente X nel 1670.
La potente famiglia Altieri così commissionò la progettazione di nuove costruzioni niente meno che a Gian Lorenzo Bernini (Piazza San Pietro e Montecitorio, tanto per citare alcune sue realizzazioni).
La morte di Clemente X portò di nuovo in declino il centro di Monterano, fino al 1799 quando venne completamente distrutto e incendiato dall’esercito francese per il rifiuto da parte dei monteranesi di macinare il grano dei tolfetani sottomessi agli stessi francesi. (Fonte: www.lazionascosto.it.
Hai capito i Francesi?
Noi gli abbiamo costruito acquedotti e anfiteatri (come ad esempio ad Arles e il Pont du Garde!) e loro ci hanno distrutto Monterano e chissà cos’altro…oltre a fregarsi pure la Gioconda!
Proseguendo per una stradina di campagna tutt’altro che tenuta bene (prima era asfaltata, poi sterrata, poi lastricata di cemento) costringendoci ad andare quasi a passo d’uomo per non perdere l’equilibrio…
…riusciamo a raggiungere una staccionata nei pressi di una piazzola dove poter parcheggiare.
Lasciata Sara a riposo, mi incammino verso i ruderi della città perduta in compagnia di una coppia con bambino e passeggino al seguito, i quali avevano non poche difficoltà a procedere col passeggino sopra al brecciolino. Ma nonostante tutto, dopo circa 300 metri infernali, giungiamo ai piedi dell’antico borgo potendo così ammirare tutto quello che ne resta!
Passando tra i numerosi ruderi ormai inglobati dalla vegetazione riesco a scorgere una fontana…e poi i resti di una chiesa: la Chiesa di San Bonaventura, sempre progettata dal Bernini…
…al cui interno è cresciuto un enorme albero di fico!
Proseguendo verso il centro abitato giungo ai resti di una chiesetta: quella di S.Maria…
..la quale si trova al cospetto dei ruderi dell’imponente Castello Altieri…
…sulla cui facciata di fronte alla chiesetta si trova una bella fontana, sempre progettata dal Bernini: la fontana del leone, sulla cui sommità dove una volta sgorgava l’acqua, si trova appunto una statua raffigurante un leone!
Dato che è ora di pranzo decido di avviarmi e trovare un posto dove potermi sfamare.
Lungo il sentiero però, un odore familiare attira la mia attenzione…mi giro da una parte, poi dall’altra: un albero di fico pieno di fichi!
Piccoli, ma maturi!
Scavalcando di nascosto una staccionata ne raccolgo 5-6 e, all’ombra delle mura del Castello…
…trovata una piccola panchina pranzo col panino preso a Trevignano e con i fichi!
‘bboni!
Decido di fare ritorno al parcheggio e mi ritrovo con la famigliola, sempre a disagio col passeggino nel percorrere i piccoli sentieri sterrati e scoscesi.
Passo sotto l’acquedotto e percorro a ritroso la strada fatta in precedenza, giungendo dinanzi ad un cartello con su scritto: cascate Diosilla.
Decido di andarle a vedere così inizio a scendere lungo un sentiero molto più scosceso di quelli percorsi in precedenza!
Per la serie ‘dalla padella alla brace’!
Il problema non è tanto a scendere…sarà a risalire!
Passo intanto nei pressi dell’antico Cavone etrusco, un sentiero scavato nella roccia tufacea che collegava Monterano al torrente Bicione, dove sono diretto e che si trova nella valle sottostante…
…dove una volta arrivato, anche stavolta un odore attira la mia attenzione.
Non più un odore gradevole come quello dei fichi, ma acre e pungente…un odore di uova marce!
Grazie al Ca…vone!
Ero arrivato nei pressi della piccola solfatara, ma il paesaggio era davvero suggestivo!
Ma ancora più suggestive erano le piccole sorgenti di acqua sulfurea che sgorgavano da sotto terra…
…dove in una piccola pozza, una famigliola stava facendo il bagnetto ai loro cokerini (l’acqua era fredda, tranquilli…non si sono lessati!)
L’acqua sulfurea si gettava poi nel vicino torrente Bicione conferendogli una colorazione giallastra dovuta allo zolfo.
Le cascatelle non sono riuscito a localizzarle e, dato che il caldo e la stanchezza iniziavano a farsi sentire, dovendo affrontare il sentiero infernale (stavolta in salita!) decido di lasciar perdere.
Tornato affannosamente in superficie (se soffrite di cuore, desistete: è un consiglio da amico!), mi riposo una ventina di minuti per riprendere fiato dopodiché io e Sara ripartiamo, ma prima effettuiamo una piccola sosta caffè ad un baretto di Canale Monterano.
Tornati a Manziana proseguiamo verso Oriolo Romano e, dopo circa mezz’ora giungiamo nel bellissimo borgo di Vejano!
Il suo nome dovrebbe derivare da Vejo, una antica città Etrusca sconfitta dai Romani nel 396 a.C. (Fonte Wikipedia). Parcheggio Sara nei pressi della piazza principale dove c’è una villa ben tenuta e una grossa fontana…
…e mi dirigo a fare un giro per i silenziosi vicoletti.
Anche qui, dopo aver effettuato il mio piccolo giro turistico riprendo Sara e ripartiamo, dirigendoci verso la Cassia e proseguendo addentrandoci sempre di più nella Tuscia. Attraversando boschi di castagni e noccioli giungiamo così al cospetto delle cristalline acque del piccolo Lago di Vico che, data la bella giornata, era piuttosto frequentato.
Dopo essermi rinfrescato con un bel gelato, proseguendo lungo la strada che costeggia il lago giungiamo a Ronciglione e da qui ci dirigiamo verso Sutri per fare delle foto alla locale necropoli etrusca, ma vista la grande quantità di turisti presenti (oltre a una piccola festa credo) e alla batteria del cellulare completamente scarica (però…me la sono cavata pelo pelo!), decidiamo di fare ritorno a Roma dopo una bella girata di oltre 200 km. Un’altra bella giornata riuscita alla grande in cui siamo riusciti a visitare posti incantevoli, spendendo poco e senza fare grosse distanze.
L’Italia è ricca di gioielli che bisogna custodire gelosamente e preservare dalla rovina.
Monterano è uno di questi…e la sua rovina, oltre a creare una piccola leggenda è stata forse la sua rinascita a livello turistico. Spesso è stato utilizzato anche come set cinematografico (Ben Hur e il Marchese del Grillo su tutti).
Non fosse altro che è un po’ difficile da raggiungere e i sentieri, per alcune persone (anziani e bambini) possono rappresentare un problema di non poco conto.
Ma nonostante tutto, il posto merita…al di là di questi piccoli ostacoli!