Di Vittorio Venditti
(Audio), Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Tutto Come Nei Programmi?
Sarebbe davvero facile scrivere ciò che mi sto apprestando a narrarti, magari lasciando all’esame della tua intelligenza le foto e le riprese audio che abbiamo fatte ieri al castello, ma tu sai che a differenza della normalità, io devo fotografare anche nello scrivere ciò che ho visto e sentito, ed a proposito di vedere, ieri ho visto parecchio, non sempre di buono, anzi, in qualche momento ho visto ciò che sinceramente non mi aspettavo di vedere in qualcosa che in partenza non poteva non essere esclusivamente seria.
I Fatti:
Il programma prevedeva che alle nove in punto di ieri mattina ci si trovasse davanti al castello per le solite formalità da espletare quando si presenzia ad un convegno, per questo, io e Totore, risolti i problemi che ognuno di noi affronta giornalmente, alle nove meno dieci ci siamo ritrovati sul luogo dell’appuntamento e, a parte un cane inteso come animale randagio, lì non c’era anima viva. Verso le nove e dieci, giunta qualche altra persona sul posto, fra cui il mio amico Pietro l’americano, (collaboratore di quest’inutile sito quando sta a New York), iniziamo a firmare il registro delle presenze ma eravamo quattro gatti più il cane di prima. Verso le nove e venti iniziano ad arrivare alla spicciolata i relatori che nel salutarsi formano dei gruppetti con coloro che conoscevano, mentre io e Totore, sinceramente estranei a simili convegni, stando da parte osservavamo la scena e meditavamo di andar via, nonostante io desiderassi salutare L’architetto Franco Valente, conosciuto un anno e mezzo fa in occasione della sua candidatura alle scorse elezioni politiche, (qui per ricordare), nonostante io avessi promesso a Luca D’Alessandro di effettuare le riprese audio del convegno. Alle nove e mezza arriva anche Franco che dopo aver parcheggiata la macchina passa di fronte a noi e dice un buon giorno di routine che mi lascia abbastanza perplesso e che fa dire a Totore: “Come si vede che non siamo sotto elezioni!”, cosa però smentita qualche minuto dopo, quando vediamo che Franco, a dispetto dei nostri cattivi pensieri si avvicina e ci saluta calorosamente dicendomi: “Scusa se non ti ho salutato immediatamente ma la mattina sono un po’ rincoglionito”, a dimostrazione del fatto che avevo di fronte la persona che avevo conosciuta ed apprezzata come persona innanzitutto, poi come studioso nel ruolo che tutti conosciamo. Al dire di Franco, io e Totore, quasi all’unisono rispondiamo: “Ti senti rincoglionito tu: E noi?”. Fatta questa breve premessa ed approfittando del momento di stallo, azzardo la ragione segreta che mi aveva convinto a venire a questo convegno e chiedo a Franco se ci potesse aiutare nel progetto che ti riferisco in breve. Se sei fedele nel leggermi, sai che da un po’ di tempo, tolti i periodi canonici di vacanza, gambatesaweb ripete in differita un programma di radio Civita di Gaeta (LT), che, prodotto da Stefano Venditti ed Angela Carretta (loro sì giornalisti), tratta e fa vedere agli ascoltatori di quella radio ed a te che ci leggi su quest’inutile sito, le peculiarità della nostra regione, snobbate dai molisani ma molto, ma veramente molto apprezzate dalla gente di fuori regione, tanto che a detta di Stefano, pare che il format di quella trasmissione è stato già ripreso da altre emittenti laziali. In sintesi ho chiesto a Franco Valente se volesse offrirci una lezione a ruota libera che esponesse tutto ciò che si può dire fino ad ora sul Castello Di Capua di Gambatesa, ed il mio amico, senza neanche farmi finire di parlare, mi ha dato il suo recapito, affinché il mio progetto teorico, nel mese prossimo potesse divenire realtà. Detto ciò quindi, preparati a godere la visione della storia dell’arte da una radio, quella visione che io ho sempre desiderato, quella visione già profetata dal Maestro e Professor Antonio Pettinicchi, che sapeva bene che l’Arte con la “A” Maiuscola può venir apprezzata anche senza l’uso degli occhi. Andando avanti nel racconto, ecco che ho modo di conoscere chi ci stava per ospitare, quel Geppino Ciccaglione, autore di tante iniziative che per il loro interesse, ti ho mostrate nel tempo e continuerò a farlo. Poi giunge sul posto la nostra Sindaca che ci saluta e che però viene attratta da qualcosa che non qualifica bene Gambatesa. C’è infatti qualche maleducato che nonostante gli spazzini si prodighino per il decoro dell’area prossima al nostro castello, provvede ad inzozzare la zona ed a far fare brutta figura a Gambatesa prima che agli operatori ecologici. Totore mi ha chiesto espressamente di dire questo fatto al mondo, atteso che prima di essere il fotografo ufficiale di gambatesaweb, sia il principale offeso dal comportamento di chi, evidentemente non apprezza il suo lavoro.
Ma… Quando comincia questo convegno?
Entriamo finalmente nel castello ed alle dieci in punto Franco Valente si avvicina a me e mi chiede: “Che ne pensi: Possiamo iniziare?”, come se a comandare fossi io e non la sua Maestria nell’esporre ciò che adesso ti andrò a raccontare, esposizione dei fatti proposta da un uomo che oltre ad essere studioso di ciò che riguarda la storia in toto del castello Di Capua, è veramente innamorato dell’argomento e ce lo propone in una maniera che ci costringe a nostra volta ad innamorarci di ciò che ascoltiamo, suscitando in noi il desiderio di ascoltare la sua Lezione a tempo indeterminato.
Iniziamo la visita guidata come da programma e, data la macchinetta fotografica a Totore, (che per tutta la mattinata si occuperà anche di prendere appunti per le successive rinomine delle foto) ed avviato il mio dispositivo di registrazione, che non mi aveva mai tradito fino a ieri ma che come vedrai mi tradirà, in religioso silenzio come tutti, anche noi ci mettiamo ad ascoltare quanto Franco ci ha esposto. Qui, proprio per rispetto a Franco Valente e soprattutto per farti godere quant’ho goduto io, evitando di sporcare con il mio dire la Lezione, ti mostrerò le foto e successivamente l’audio al quale le foto stesse si riferiscono.
1 Franco Valente Nella 1a Sala
2 Franco Valente Nella 2a Sala
3 Franco Valente Nella 3a Sala
4 Franco Valente Nella 4a Sala
5 Franco Valente Nella 5a Sala
6 Franco Valente Nella 6a Sala
Finita la visita guidata e stato zitto io di fronte a cotanta capacità di esprimersi proposta dall’Architetto Franco Valente o come preferisco dire io da Franco, l’amico di Gambatesa e del suo castello, alle dieci e trentacinque si è passati al convegno vero e proprio. E qui sono iniziati i problemi in tutti i sensi. Partiamo dunque dal tradimento ricevuto dal mio impianto di registrazione che come hai sentito, fino ad ora, nonostante non ci fosse impianto d’amplificazione, nonostante i disturbi che giungevano dall’esterno tramite le finestre del castello che erano aperte, aveva funzionato alla grande.
D’ora in avanti no.
D’ora in avanti non avrebbe più funzionato, facendomi fare brutta figura nei confronti di Luca D’Alessandro che aveva chiesta la mia consulenza, ma soprattutto di fronte a Geppino Ciccaglione che desiderava avere le registrazioni del convegno. Io chiedo umilmente scusa a tutti e due e lo faccio pubblicamente perché se è vero che non tutte le ciambelle riescono col buco, è anche vero che bisogna andare avanti e per questo confido nella loro comprensione.
Entrati in sala, senza sapere che d’ora in avanti avremo solo avuta la testimonianza di quanto accaduto, dalle foto scattate da Totore e dal mio racconto, Ci accomodiamo in prima fila ed attrezzatura alla mano ci apprestiamo a sentire le varie relazioni.
Prima però, come si conviene in un contesto fino ad ora serio come quello nel quale ci trovavamo, ecco il saluto sintetico ma ben esposto di Carmelina Genovese che da Sindaca ma nello stesso tempo da persona che vuol imparare, salutati gli astanti, dice di voler chiudere presto il suo intervento per poter andare al proprio posto e seguire ciò che le e ci verrà proposto. Qui accade un bellissimo gesto che non dimenticherò mai. Prima di iniziare la moderazione del convegno, a microfono spento, Franco Valente torna sul mio progetto di parlare a radio Civita e di conseguenza a gambatesaweb, di quanto riguarda il nostro castello e con un’aria umile, modo di fare di chi ha davvero potere nel suo campo, chiede a Carmelina il permesso di agire in tal senso, strappando un consenso alla nostra Sindaca, consenso ovvio dato da chi, della cultura ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, consenso che, pur non essendo servito, (grazie a Dio ognuno ha libertà d’azione, specialmente se si tratta del bene comune), ci dà la dimostrazione del fatto che la civiltà e la cultura si costruiscono anche e soprattutto con piccoli gesti di rispetto come quello proposto da colui che mi onoro di avere come amico, quel Franco Valente che faticherà non poco d’ora innanzi a mantenere l’ordine.
Si aprono dunque i lavori del convegno con la breve introduzione al programma, proposta da Franco Valente.
Subito un breve fuori programma: Carmelina aveva dimenticato di salutare l’unica altra rappresentanza politica presente, il vicesindaco di Celenza Valfortore (FG), comune anch’esso nell’area che il convegno vuol ritenere teatro della battaglia che vide Annibale sconfiggere le legioni romane, pietra miliare nella storia militare d’occidente, oggetto ancora oggi di studio nelle accademie militari di ogni esercito. Riparata la situazione incresciosa e ripreso il controllo dei lavori, entriamo nel vivo.
Come da programma, prende la parola il presidente dell’Associazione Molisana Storico Culturale “Canne: Pro veritate” Geppino Ciccaglione che espone il tema da trattare.
E’ la volta del primo relatore, il professor Antonio fratangelo che nell’esporre le proprie idee, crea il primo malumore ed il primo largo scantonamento dal tema della battaglia di Canne, atteso che il Nostro inizi a parlare del significato di ogni parola trovata, spesso contestato da chi quel modus operandi non approva ed in un caso contraddetto dallo stesso Ciccaglione che a proposito di una fonte, fa notare all’esimio professore che la scritta trovata in prossimità di quel luogo non era punica, ma indicava semplicemente la proprietà della fonte stessa.
Ad ogni buon conto, visto che l’esposizione della relazione del Fratangelo si stava trasformando in un dibattito non autorizzato, con un tatto invidiabile, Franco Valente riprende il controllo della situazione, togliendo la parola al Professor Fratangelo che comunque era andato ben oltre il tempo consentito,
per concederla al professor Onorato Bucci, il quale, prima d’iniziare a disquisire sul tema oggetto del convegno, ci fa notare che da fine ottobre scorso, dopo quarantacinque anni d’insegnamento, era andato, (come dice lui), in quiescenza, insomma: Era andato in pensione. Ti ho detto questo fatto che non c’entra niente con la battaglia di canne e poi comprenderai il perché. Tornando al dire del professor Bucci, il Nostro ha immediatamente contestato il discorso del professor Fratangelo, soprattutto nel metodo d’indagile da Questo utilizzato nel tempo, rilevando che in mancanza di prove definitive date dall’archeologia, tutto andrebbe esposto previa l’uso del “probabilmente”, cosa anche ad avviso mio e non solo, altamente veritiera, cosa non accettata dal Fratangelo, per cui s’iniziavano a scaldare gli animi, costringendo il nostro moderatore a riprendere d’autorità le redini, per riportare la calma in sala. Da dire che anche il professor Bucci, nonostante le premesse e nonostante ciò che per quarantacinque anni ha insegnato, è stato in grado di abbandonare il tema della battaglia di Canne in maniera a dir poco allegra, suscitando in me e Totore, (gli unici che non c’entravano niente con quel convegno), un senso di distacco al limite della papagna, che se non è diventata cosa reale lo deve al fatto che entrambi eravamo lì per lavorare, non certo per ascoltare.
Si torna a volare alti con la relazione del professor Fabrizio Fabbrini, letta e sintetizzata da Franco Valente perché, contrariamente alle previsioni, il Fabbrini non era presente per ragioni personali al convegno. Sarà per la sintesi proposta da Franco, sarà per il fatto che poi ho personalmente letta quella relazione per intero, (dopo averla ricevuta via e.mail dal mio amico Luca D’Alessandro), fatto sta che posso dire senza ombra di dubbio che forse quella relazione è l’unica che più si è attenuta al tema della battaglia di Canne, tanto da meritare di non essere presentata come appendice a questo mio scritto, ma di venir pubblicata di seguito come scritto a sé stante.
Ora iniziano i guai.
Ora, se da una parte mi dispiace di non aver potuto servire Geppino Ciccaglione come da lui richiesto, (e per questo gli chiedo ancora scusa), dall’altra, ringrazio Dio per non aver fatto funzionare il registratore, visto che da qui in avanti, acceso un dibattito sulle contestazioni di cui sopra, la situazione precipita e quasi sfugge di mano anche al povero Franco Valente che ha dovuto faticare non poco per tenere la situazione stessa sotto controllo.
Alle domande in tema, proposte da Luca, più che risposte, arrivavano bordate di contestazioni su metodi e dire usati dalle parti, discorsi che sinceramente risvegliavano me e Totore dal torpore nel quale eravamo via via caduti.
Qui il punto di vera vergogna.
Qui la spiegazione al perché ho voluto rimarcare il periodo d’insegnamento del professor Bucci.
Il Nostro, (da capire la ragione di tal reazione), dopo aver per un certo periodo continuato a contrapporsi al professor Fratangelo, a volte dando a quest’ultimo del tu, a volte dandogli dei lei, mettendo in chiaro la poca serietà della discussione, così come questa si stava svolgendo, ad un certo punto dà in escandescenza ed alzatosi, si allontana dalla sala fra lo sconcerto generale degli astanti, suscitando in me un sentimento d’imbarazzo misto alla voglia di sorridere per un comportamento del quale non sarebbe stata capace neppure mia nipote Ilenia che ha solo otto anni.
Mentre si compiva quanto proposto dal professor Bucci che per altro, uscito dalla sala ha continuato a discutere con non so bene chi, ecco un intervento che la dice lunga sul proporre certi convegni. Dal pubblico, Angelo Coscia dichiara che quanto si era detto, non era altro che il ripetere i discorsi fatti nel convegno precedentemente tenuto a Tufara e che quindi lui non capiva bene il perché ripetere sempre le stesse cose senza l’aggiunta di nulla di nuovo. A bocce ferme mi viene da rispondere al Coscia che probabilmente certi convegni si fanno per dare lo spettacolo appena descritto, ma sarebbe un ridurre al pecoreccio quanto, in termine d’impegno e di lavoro viene proposto da Geppino Ciccaglione e la sua associazione, cosa comunque meritoria e degna di rispetto.
Si è parlato di Battaglia di Canne. La Battaglia l’ho appena descritta e probabilmente questa era nata dall’effetto di canne virtuali, effetto che si era impossessato delle menti di due professori che hanno dimostrato tutti i loro reali limiti, limiti che hanno poi costretto il moderatore a diventare quasi paciere in un contesto che normalmente non prevede tale ruolo.
Ormai era quasi l’una e forse la reazione della quale abbiamo parlato poteva venir compresa, atteso che la politica vada fatta a stomaco pieno e possibilmente un po’ brilli e queste due condizioni non erano state soddisfatte. Così Geppino Ciccaglione chiude mestamente il convegno e ci libera da una situazione che dire d’imbarazzo è quasi riduttivo.
Chissà se i gambatesani non abbiano avuta ragione di boicottare tale iniziativa?