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GLI SPAZZINI DI GAMBATESA SONO SENZA STIPENDIO: Ma Non Siamo In Campagna Elettorale

Di Vittorio Venditti

Visto Il Riassunto, Tiriamo Le Somme

Sembra di essere tornati allo scorso vent’otto aprile, quando, dopo una Pasqua e soprattutto una pasquetta senza stipendio, stanchi della situazione, gli spazzini di Gambatesa si sono nuovamente rivolti a quest’inutile sito per chiedere aiuto e riceverne con questa farneticazione, seguita dall’immediata reazione e dalla più che rapida soluzione del caso: Ma allora eravamo in campagna elettorale.

Che sta succedendo ora?

Niente di nuovo sotto il sole, le buste paga di luglio per giugno e di agosto per luglio, da consegnarsi tramite chi ti tedia per espressa richiesta dei destinatari, come da contratto ogni diciotto del mese, ad oggi non sono arrivate, lo stipendio di luglio che da contratto va liquidato il diciannove del mese successivo non è arrivato, la determinazione mensile che mostra che il municipio ha regolarmente pagato quanto deve per la raccolta dei rifiuti, al momento non è repertata all’albo pretorio del sito istituzionale del municipio di Gambatesa, così come gli straordinari lavorati in giugno ed in luglio. Questo, per dirlo al mio amico Luca D’Alessandro, che lo scorso quindici agosto, nel rendiconto che ti ho mostrato qui, mi accusava del fatto che io avrei risolti i problemi degli spazzini in riferimento alla precedente amministrazione e ciò non era vero a suo dire. A Luca ho risposto che se i problemi risolti si ripropongono non è colpa mia e che se si ripropongono problemi di questo genere, la colpa va imputata a chi non vigila, allora Emilio Venditti, oggi Carmelina Genovese.

A tal proposito, prima della discussione avuta con Luca, visto che i problemi che sto descrivendo erano già in essere, ho chiesto aiuto al vicesindaco Marco Abiuso, il quale, come sempre a disposizione, mi ha chiesto a sua volta d’inviargli tutto il materiale in mio possesso riguardante gli spazzini ed io, con precisione teutonica e non senza qualche difficoltà, ho obbedito allegando il tutto allo scritto che ti rimetto di seguito, ricordandoti che il tutto è fra virgolette e che le parentesi fuori virgolette sono state aggiunte nell’espettorare questa farneticazione:

“Da: “Vittorio Venditti” (postmaster@gambatesaweb.it)
A: “Marco Abiuso” (Omissis)
Oggetto: Questione “Spazzini”: Richiesta intervento urgente
Data: venerdì 8 agosto 2014 11.42

Ciao Marco,
come d’accordo, ti trasmetto in allegato il materiale in mio possesso, riguardante parte della storia lavorativa di Donato Codianni e Salvatore Di Maria, con una breve nota esplicativa di seguito.
Nella cartella, troverai delle sottocartelle riferite ad ognuna delle due persone in oggetto, sottocartelle contenenti le buste paga, i contratti che si sono succeduti nel tempo, (a partire da quello precedente l’arrivo dell’attuale cooperativa, prima di quel contratto i Nostri, se pur a conoscenza del municipio e della polizia municipale, hanno lavorato dal duemilasette senza alcun contratto registrato e quindi senza alcuna garanzia, e ti sfido a trovare qualcosa in merito nell’archivio municipale), infine troverai gli estratti contributivi (che però non sono stati aggiornati in quanto ho intenzione di farlo a settembre), e nel caso di Totore, troverai anche la bozza di vertenza che a suo tempo portò al versamento dei contributi mancanti, oggetto del prossimo aggiornamento.
Con ciò e per espressa delega verbale data da Donato e Salvatore, ti chiedo d’intervenire al più presto per i seguenti motivi:
1°: La corresponsione degli emolumenti per lavoro straordinario che i miei amici hanno eseguito, (Salvatore ha consegnate nel mese di giugno sedici ore e nel mese di luglio quarantasèi ore di straordinario, non mi è dato sapere le ore di Donato ma lui mi ha detto di averle comunque comunicate al contabile della cooperativa);
2°: La consegna dell’ultima busta paga, possibilmente in digitale,” (mentre scrivo non è arrivata neppure quella di agosto, relativa al mese di luglio);
“3°: La regolarizzazione delle buste paga che, come puoi notare, come minimo sono non regolari;
4°: La determinazione e la fruizione programmata delle ferie degli anni 2012 e 2013 (mai permesse agli spazzini perché non ben determinate dal contratto che è pressoché incomprensibile), o l’eventuale commutazione di quei cinquanta giorni in emolumento;
5°: La corresponsione della tredicesima mensilità riferita agli anni 2012 e 2013, “dimenticata” e mai consegnata, visto che il contratto a progetto, inizialmente imposto a questi dipendenti e da me più volte contestato, è stato sostituito da un contratto a tempo indeterminato valido sulla carta ma disatteso nei fatti, fatti che vedono ancora vigente il precedente modo di fare.
Nelle sottocartelle di cui all’allegato, troverai delle e-mail di richiesta di chiarimenti, messaggi che avrebbero dovuto portare ad incontri chiarificatori già dallo scorso dicembre, incontri che ovviamente sono stati allegramente disattesi.
Chiedo dunque l’intervento tuo e dell’intera amministrazione con urgenza, per evitare che queste persone, pur essendo in credito, passino un cattivo ferragosto, festa e periodo che si potrebbe ripercuotere sul morale e sulla resa dei miei amici nel loro lavoro.
Eventualmente non doveste avere risposte rapide e soddisfacenti, chiedo che al più presto venga risolto il rapporto del municipio con quella cooperativa, permettendo il trasferimento dei servizi e di chi li svolge ad altra ditta, più ligia al dovere.
Da ultimo, come accennato nell’sms, Salvatore sta iniziando a ricevere telefonate dalla cooperativa, con le quali, pur di tergiversare, si sta utilizzando la vecchia tecnica di negare il lavoro fatto da chi chiede di venir pagato; è una vecchia tecnica utilizzata da caporali e gente di quella risma, utile a far perdere le staffe a chi è bersagliato per poi ottenere che nulla cambi e che non si arrivi all’obiettivo da raggiungere.
Grazie a nome di Salvatore e Donato.
Saluti.

Da quell’otto agosto, cos’è cambiato?

Da quel giorno purtroppo è accaduto che gli spazzini hanno passato un ferragosto al verde che ha avuto effetti beceri sul morale dei miei amici, tanto da costringere costoro a reagire con una sorta di sciopero bianco, che Il povero Marco si è fatto male seriamente, (qui quanto accaduto), e prima ancora, nonostante la sua promessa di risolvere il problema il successivo martedì dodici agosto, non si poteva pretendere che a ridosso del ferragosto per l’appunto, si potesse scrivere la parola fine ad un tema così incancrenito. Nell’augurare a Marco una sollecita e pronta guarigione, faccio appello a Luca che sa tutto ed al resto del consiglio, magari anche d’opposizione, a che si adoperi per ciò che sto trattando e che mi sono stancato di trattare, anche se non siamo più in campagna elettorale e nessuno si attiverà scatenando la guerra su facebook e sistemi simili.

Ma andiamo a guardare gli effetti collaterali da me in parte profetati, effetti che probabilmente indisporranno chi, con il “partecipare” ha un cattivo modo di approcciarsi.
Come detto, dal punto di vista di ciò che i miei amici hanno diritto a pretendere non è cambiato niente ad oggi; c’è stato però un tentativo di far cambiare quanto gli spazzini avrebbero dovuto ed in parte hanno fatto, in tema di lavoro. Si è preteso infatti che costoro, anche nei giorni di festa, fossero attivi in paese, perché a dire della Sindaca, questo prevede il contratto che il municipio ha stipulato con la cooperativa multiservizi e multidenominazione dalla quale dipendono gli spazzini: (Qui i [download id=”680″ format=”2″]). Il problema, va però visto anche nell’interpretazione del contratto/farsa che lega i dipendenti in questione ai loro datori di lavoro, contratto che prevede tre ore di lavoro giornaliero, l’osservanza dei giorni festivi, (qualora questi siano più di uno in sequenza, i nostri dovranno assicurare la sola raccolta dei rifiuti dai cassonetti almeno un giorno sì ed uno no), e tutto il resto che, come abbiamo già visto non viene rispettato. Detto ciò, se il municipio ha ragione di chiedere quanto detto anche per i giorni festivi, può far ciò tenendo conto del dispositivo che permette ai miei amici di lavorare, senza prevaricazioni di sorta, dispositivo che non fosse altro che per ragioni d’intelligenza, il municipio è tenuto a conoscere come committente del lavoro in questione. Insomma: è ancora più urgente che il municipio si attivi per risolvere la questione “spazzini” con o senza Marco Abiuso; c’è una Sindaca, (che non mi pare sia l’ultima ruota del carro in fatto di preparazione legale), ed oltre a Marco, c’è Luca ed altri cinque consiglieri di maggioranza ai quali, se si unissero anche i tre dell’opposizione, non ci farebbe schifo, quasi tutte persone preparate ad un certo livello, per risolvere questioni del genere.

Voglio poi dire due cose:
La prima a chi è uscito dal consiglio municipale dopo ventiquattro anni di permanenza, anni nei quali ha ricoperto tutti i ruoli, di maggioranza ed opposizione, parlo di Emilio Venditti. Ad Emilio, (che a suo tempo, in varie battaglie della stessa guerra, spesso mi ha detto: “se Donato e Salvatore lavorano ancora devono ringraziare Dio, perché non trovo chi li possa sostituire, diversamente avrebbero già perso il posto”), ad Emilio voglio dire che le Leggi non sono fatte a suo uso e consumo e che ne ha avuta la conferma con quanto accaduto a proposito dei contributi non versati ai miei amici, gente che per altro deve la propria assunzione non a lui, ma a Gigino Di Renzo, con lui all’opposizione.
La seconda cosa la devo dire a Carmelina nel ricordarle le gesta dello zio di suo marito. Sto Parlando di Gino D’Amico il quale quarant’anni fa, in auge a Gambatesa in quanto impresario, sapeva fare belle feste ma in pochi hanno saputo come facesse. Se è vero che allora girava più danaro, se è vero che all’epoca c’era più libertà d’organizzazione, per testimonianza diretta posso dire che se Gino D’Amico riuscì a fare belle feste, in buona sostanza lo deve ai suoi operai, fra i quali mio padre, i quali erano costretti, (pena il licenziamento), innanzitutto al versamento di un contributo “volontario” che variava dalle cinquanta alle centomila lire, detratte dalla busta paga del mese di ogni agosto che Dio ha comandato, poi tutta la squadra, nessuno escluso, era obbligata a montare e smontare il o i palchi che servivano ogni anno e la cosa doveva avvenire immediatamente alla fine di ogni festa, cosicché io sono stato testimone del fatto che mio padre era costretto a tornare a casa all’alba e, se pur in ferie obbligate, ad andare anche il quindici di agosto a montare il palco, mentre gli altri gambatesani in ferie, (anche delle imprese concorrenti), sostavano a guardare sulla fontana in giacca e cravatta o comunque ben vestiti, quella squadra di operai che per far divertire e svagare il borgo, sudava e puzzava, partecipando forzatamente a ciò che si costruiva e si smontava, senza nemmeno un grazie, anzi, con il sentirsi dire: “ti è andata bene! Non sarai licenziato!”. Con ciò, voglio dire a Carmelina ed alla sua squadra che Partecipare non è sinonimo di essere obbligati, e che se Salvatore il quindici di agosto ha spento il telefonino perché non gli venissero rotti gli zebedèi ai sensi di un contratto che, così come stipulato, non lo riguarda, se Salvatore si è allegramente defilato, pur avendo guastata la festa, non è stato tanto per il non voler “partecipare”, quanto perché certe partecipazioni, se pur fuori contratto, vanno almeno rispettate con la retribuzione che non c’è.
Fra l’altro, visto che qualcuno a Gambatesa si ostina a dire che gli spazzini non fanno niente, voglio ricordare a me stesso quanto accaduto durante la Prima giornata ecologica, giornata alla quale gli spazzini in prima persona e gratuitamente hanno partecipato, dimostrando qual è il loro lavoro anche a gente che, a detta di un soddisfatto Totore, ha bestemmiato il momento nel quale aveva presa la decisione di collaborare a tal iniziativa.

Una nota di colore in tanta tristezza è data dall’avviso pubblico che ti mostro di seguito:

[download id=”681″ format=”2″], ([download id=”682″ format=”2″]).

Quest’avviso è stato emesso non dalla ECOJUNK, (società che a Gambatesa gestisce la raccolta dei rifiuti e la pulizia di parte del paese, il resto è lasciato al proprio destino perché non occupato dai notabili del borgo), ma dalla Cooperativa Sociale PRO-VITAE che come ti ho mostrato sopra è solo uno dei tanti identificativi dello stesso gruppo di lavoro, cooperativa che per altro si ostina a definirsi onlus, quindi senza scopo di lucro ma lucra e come, atteso che venga remunerata per il lavoro che fa. Nel documento, (repertato all’albo pretorio del municipio di Gambatesa con il numero 366 del quattordici di agosto 2014), si espone la ricerca di figure professionali laureate, per ricoprire le mansioni di cui al comunicato. Io, da quell’ignorante che sono, mi chiedo e ti chiedo:

Ma se questi signori, (ribadisco: Sempre gli stessi), “dimenticano di pagare stipendio ed affini a chi ha a mala pena la terza media, perché dovrebbero ricordarsi di remunerare chi, con lauree particolari, dovendo svolgere un lavoro particolare, chiede necessariamente di venir ricompensato in maniera adeguata?
Insomma, egregi signori della camaleontica società della quale sto parlando, ammesso e non concesso che vi siano laureati che hanno il pezzo di carta, non per loro merito, ma per merito genitoriale, che credete che costoro siano davvero così imbecilli da venire a lavorare per voi, sperando nello stipendio, non necessariamente conseguenziale al lavoro prestato, secondo il vostro modus operandi?

A Gambatesa ormai conoscono quanto sto denunciando, perché in molti ne hanno saggiati i risultati sulla propria pelle, risultati fatti di contribuzione zero e di stipendi dati quasi come se il somministrarli fosse un disturbo per chi doveva e deve pagare. Da fuori, dubito che verranno a perdere tempo al convento di San Nicola, perché chi è missionario preferisce andare a farsi rapire in Siria o in Iraq, dove, alla brutta, almeno o ti uccidono e lo Stato italiano poi dà qualcosa per riconoscenza ai familiari superstiti, o, in caso di liberazione, la mangiatoia è sicura, basandosi su interviste giornalistiche ed ospitate radio-televisive che fanno guadagnare a questi soggetti in un anno, ciò che lavorando per questa cooperativa “Onlus”, forse si ottiene in una vita, forse, perché come sta capitando, (non solo agli spazzini e la riprova la troviamo in varie richieste di mora proposte da chi poi si è licenziato visto l’andazzo), non è detto che arrivi in tasca dei lavoratori il giusto dovuto.

Per finire, oltre a far appello a chiunque, di buona volontà, ha a cuore quanto sto farneticando, pregando di scrivere o comunque di far sentire la propria vicinanza a Salvatore, Donato e tutti coloro che sono schiavizzati secondo lo schema che ti sto proponendo da circa quattro anni, conoscendo il Cuore di chi durante la primavera scorsa ha detto di conservarvi il nostro paesello come cosa cara al di là del periodo di campagna elettorale, auspico che avendo “Gambatesa nel cuore”, anche costoro “partecipino” alla soluzione di un problema che più che tale è una vergogna, ulteriore e brutto biglietto da visita che Gambatesa mostra al mondo, eredità lasciata da chi non ha avuto riguardo per la dignità di nostri compaesani che hanno la sola colpa di essere mansueti e di non volersi ribellare seriamente ad una situazione che definire di caporalato significa voler bene alle parti in causa.