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Il Gioco Si Ripete

Di Vittorio Venditti

Ad Un Anno Di Distanza

Mancano dieci giorni al trenta di agosto, quando sarà giusto un anno dal giorno nel quale scrissi questa farneticazione dall’identico titolo che trattava di identici luoghi: Che ci vuoi fare, sarà l’effetto ritardato del sole che mi colpisce in questo periodo.

Non è stato facile trovare un articolista serio che la pensasse come me in merito all’aggiunta di questo sale sulla ferita aperta, ma la pazienza aiuta ed ho risolto il problema in questo modo superbo, grazie alla Penna di Luciano Gulli che dice meglio di me ciò che mi balena per la mente a proposito del nostro spreco di pubblico danaro che a breve verrà posto in essere.

Già dieci anni fa, con la scusa di dover riportare in patria chi evidentemente non conoscendo Il Perfetto Ordine Del Caos, ma sapendo di poterci guadagnare in termini di immagini televisive, invece di vivere cercò il “Sacrificio”, l’Italia spese non poco in pubblico danaro; un anno dopo, un’altra bravata definita “diritto d’informare”, portò la beffa oltre al danno, per cui, al riscatto pagato per la liberazione di chi nel suo scrivere non fu neppure riconoscente, fu aggiunto il sacrificio di chi fu colpito da “fuoco amico”, non si sa bene fino a che punto amico o fino a che punto di rimbrotto.

“Il Gioco Si Ripete” e questa volta è più pesante, visto che se in Iraq il rapimento era esclusivamente a scopo estorsivo, qui ci troviamo di fronte a gente in altro modo motivata, quella gente alla quale non si può dare del tutto torto per il suo agire, visto il trattamento loro riservato nei secoli dalla cosiddetta civiltà occidentale. Noi oggi ci troviamo di fronte a chi ha avuto il coraggio di alzare la testa e sputare in faccia a chi ha deciso il bello ed il brutto delle terre abitate da questi che, aiutati da altri fanatici, (magari provenienti dai paesi dai quali sono arrivate in Siria le due “benefattrici” momentaneamente trattenute), stanno semplicemente utilizzando il proverbio di biblica provenienza “Occhio per occhio, dente per dente”. Gli arabi, sono stati trattati dai crociati come bestie da macello. La loro intelligenza, in certi casi altamente superiore a quella dei cristiani del tempo, è stata violentata nel peggiore dei modi.

Ora si chiede di fermare la loro mano, gridando allo scandalo?
Ora si dice che è un sacrilegio ciò che i sunniti stanno facendo?

Io sono altamente convinto del fatto che se gli Stati Uniti abbiano offerta la loro confetteria, lo abbiano fatto per guadagnarci qualcosa; che se i sunniti stiano riprendendosi ciò che se vogliamo è loro, lo facciano per guadagnarci ciò che è loro. Sono anche convinto del fatto che, come da sempre, a perderci siano coloro che vivendo nella bambagia, a spese di tutti noi, pur di mettersi in mostra e non annoiarsi a non far niente a casa loro, prendono l’iniziativa di andare “ad aiutare i bambini della Siria”, magari dimenticandosi di quelli che per fame o per guerra vengono qui da noi per venir maltrattati da chi dice che questa gente viene a rubarci il lavoro. Aggiungo poi che le nostre due nuove eroine, provengono da una regione che è produttrice di armi e mine che poi vengono vendute alle parti in causa, perché armi e mine di ottima costruzione: Valsella Meccanotecnica docet, che ci dicono sia chiusa dal duemilacinque, parole non si sa fino a che punto degne di venir considerate vere.

E’ un problema di coscienza?

In definitiva, associandomi in buona sostanza a quanto scritto da Luciano Gulli e sperando che non accada l’irreparabile, mi auguro che se l’Italia, (e più in generale il mondo occidentale), dovesse ricevere la lezione del non ritorno di queste signorine, magari perché nel frattempo schiavizzate e convertite, ciò serva a far capire che se il buon Dio ci ha data la fortuna di vivere nelle nostre terre che in questo momento non sono sotto attacco militare, ciò, più che per fare strane “vacanze”, possa servire a questa gente che non ha altro da fare oltreché “proteggere”, di farlo in casa propria, magari adottando queste “protezioni” verso chi è riuscito a fuggire dalle armi e dalle mine d’italica provenienza, e giunto fra noi, anziché ricevere aiuto, viene insultato e se non viene ributtato in mare è solo perché il livello di vergogna supererebbe il livello di guardia di una diga virtuale, difficilmente bombardabile.