Di Stefano Venditti
Vittorio vi ha già raccontato come è andata a finire, io invece vi darò un parere dall’interno del palco della giuria.
Prima di tutto mi corre l’obbligo di ringraziare tutto il direttivo della Pro Loco e Riccardo in particolare per avermi dato il piacere e l’onore di poter, nuovamente, far parte della manifestazione e di apportare il mio piccolo contributo alla riuscita della rassegna. Grazie di cuore di avermi dato un posto privilegiato in una delle kermesse culturali, secondo il mio modesto parere, più importanti che abbiamo in regione. Grazie anche di avermi dato l’opportunità di conoscere cinque persone squisite e professionisti di altissimo livello, mi riferisco ai miei colleghi giurati, di cui ho apprezzato non solo il curriculum “mostruoso” ma la loro semplicità e la loro grande umanità. Tutte belle persone con le quali si è subito instaurato un feeling perfetto, feeling che si è trasportato in maniera quasi speculare anche nel giudizio unanime che abbiamo espresso sia per i primi tre classificati sia per i premi speciali.
Un plauso alla Pro Loco per l’ottimo sistema di voto scelto per quest’anno che rispetto a quello della 23° edizione è risultato molto più semplice, veloce ed efficace. Tutto è andato nel verso giusto, dunque, tranne qualche piccolo disguido tecnico dell’impianto audio che, però, può capitare in manifestazioni dal vivo.
Vittorio mi ha chiesto di dare un giudizio postumo sulla qualità delle canzoni. Da un punto di vista strettamente testuale, compito che come giornalista mi è stato affidato dall’organizzazione tanto da aver scelto in prima persona il Premio della Critica, debbo dire che le canzoni che abbiamo premiato erano quelle con il testo più interessante, originale e scevro da luoghi comuni. Tutte le altre, purtroppo, non erano alla loro altezza perché riportavano sempre il medesimo argomento, l’amore, la donna amata, l’uomo amato, e così via ma senza nessuno spunto originale ne testuale ne di costruzione del medesimo testo. I premiati hanno dimostrato che anche nella semplicità si può essere originali ed efficaci. Di argomenti c’è ne sono tanti, non siamo certo al Festival di Sanremo dove l’amore regna sovrano! In alcune ho ravvisato un’ottima impostazione musicale ma una carenza testuale. Un peccato perché se avessero posto maggiore attenzione alle parole e al modo di porle forse la classifica poteva essere cambiata. Comunque in generale la qualità è stata sufficiente per le canzoni non approdate sul podio o ai premi speciali e buona per le altre ma di certo non superiore a quelle proposte nelle passate edizioni.
L’aspetto positivo da rimarcare, infine, è la massiccia presenza di giovani e giovanissimi musicisti alla competizione. Un traguardo tagliato in pieno dalla Pro Loco visto che questi giovani ragazzi e ragazze molisane saranno i futuri testimoni della cultura popolare e dialettale del Molise. Un bel 10 e lode alla Pro Loco di Gambatesa e alle varie comunità dalle quali sono giunti i musicisti e cantanti della 25° edizione del Festival per essere riusciti a trasmettere ai giovani l’importanza del dialetto e della cultura made in Molise.