Di Vittorio Venditti
Ieri Mi Sono Vergognato Di Essere Gambatesano
Andiamo dunque a chiudere una delle più brutte pagine scritte su Gambatesa, obbligati dalla pura cronaca e coinvolti nostro malgrado. Sì, ieri sono stato obbligato a scrivere, (per altro in solitaria), di qualcosa che nonostante la qualità tutta gambatesana di saper distruggere il proprio lavoro, non mi sarei mai sognato di scrivere.
Non torno neppure con i link su quanto già hai letto, ma aggiungo quanto non scritto perché accaduto dopo la pubblicazione.
Ieri ti avevo accennato che pur di non mandare in malora la reputazione del paesello, mi sono ribassato al punto di chiedere all’ex Sindaco di Gambatesa d’intervenire presso chi fino a ieri mattina era il presidente della Pro Loco, affinché desistesse dai suoi propositi, senza riuscire a contattare chi pensavo ostinatamente ancora in grado di considerare Gambatesa il paese che aveva governato per lunghi anni.
Sono riuscito a contattare Emilio?
Ho fatto di più!
Cinque minuti dopo la pubblicazione del primo resoconto, è stato lui a chiamarmi per cadere dalle nuvole, solita tecnica che utilizza anche quando si parla degli spazzini, nonostante lui sia stato ed in un certo senso sia ancora in mezzo alla questione, come fosse il giovedì della settimana. Io, facendo buon viso a cattivo gioco, gli ho chiesto pari pari quanto già descritto ed in quel momento ho ricevuta la conferma che non avrei mai voluto ricevere, vale a dire che dietro queste improvvise dimissioni, in realtà si sta giocando una partita politica che come al solito vede vittima il paese. In buona sostanza Emilio mi ha detto che non sarebbe intervenuto perché lui ormai è fuori dal sistema, (e tutti, anche le pietre sanno che non è vero), e che comunque ai gambatesani sta bene quello che stava accadendo, “perché così la prossima volta imparano a votare”.
Emilio,
La gente, quando vota non sbaglia.
La gente, quando vota sceglie.
Evitando di aggiungere altre frasi offensive che il Nostro al telefono ha rivolto alla cittadinanza tutta, passo a chiudere l’argomento mettendo in campo un motto che a suo tempo m’insegnò don Peppino e che io ho applicato innanzitutto nei suoi confronti, poi in chi si è dichiarato suo nemico ma sembra che stia combattendo dalle stesse linee del fronte:
Tutti sono utili, nessuno è indispensabile.
E’ questo dunque il motto che ci permette di andare avanti, ringraziando Riccardo D’Antonio per il coraggio dimostrato nel recuperare un aereo in picchiata, cabrando al limite dello schianto e così ripristinando una situazione che per stupidi giochi politici stava distruggendo il lavoro di un intero paese, lavoro fatto negli anni, lavoro che sinceramente non mi aspettavo che potesse venir utilizzato come arma di ricatto da chi che sia.
Ieri mattina come detto, Carmelina Genovese, nel pieno della sua ragione, probabilmente avrebbe dovuto utilizzare più tatto nel chiedere ciò che ha giustamente chiesto, ma quando mi sono visto recapitare nel bar la lettera che ho poi pubblicato, mi sono vergognato di far parte di una comunità come quella di Gambatesa. Sì, avrei voluto non ricevere quella lettera per evitare di essere costretto a pubblicarla ed a pubblicarla solo io, visto che altre persone che comunque si vantano di stare in Rete e di fare il bene di Gambatesa, a questo momento non hanno proferita parola in merito all’argomento. In particolare mi riferisco al Mio amico Luca D’alessandro, attuale consigliere municipale e gestore di gambatesablog.info, che a suo tempo ha saputo lamentarsi e lo ha fatto con maestria, ma ieri non ha detta mezza parola. E pensare che ci siamo incontrati al bar Trasce e Jsce e ci siamo salutati scherzosamente come facciamo di solito… Un po’ prima di ricevere quella dannata lettera.
Va beh, io sono “Voce fuori dal coro”, ma ieri ho constatato che in parecchi mi hanno imitato, facendolo alla gambatesana, vale a dire senza esporsi più di tanto, probabilmente, anzi, sicuramente per evitare future ritorsioni dall’una o dall’altra fazione. Per questo ringrazio ancor più sentitamente Riccardo, quantomeno per il coraggio che ha avuto nel riprendere in mano qualcosa che già aveva saputo ben guidare con me, presente nella sua squadra di quei tempi, me, testimone del fatto che di Riccardo ce ne vorrebbero a iosa, ma a Gambatesa nessuno lo riconosce, per cui, candidato due volte, è stato allegramente trombato, per poi ritrovarsi di fatto alla guida di qualcosa che lavora per tutti, e lo fa il più delle volte al prezzo di sacrifici personali che poi nessuno riconosce.
Grazie Riccardo: Avanti Così!