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MISTRAL

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Michele Ugliola
(Foto), Di Salvatore Di Maria

E Sai Cosa Bevi!

Mistral: C'Ncion!

Sì, oggi inizia l’Estate Gambatesana e la C G Pelle non poteva cominciare meglio. Grazie alla collaborazione e la squisita amicizia di un nostro nuovo concittadino, Michele Ugliola da Sansevero (FG), oggi possiamo avere il piacere e l’onore di parlare di qualcosa di nuovo: Il Mistral.

Cos’è il Mistral?

Non parliamo della Poetessa ne del Vento, ma di qualcosa che su wikipedia o altri motori di ricerca fino ad oggi non potevi trovare, ma che da oggi ti forniamo noi, sia pur solo in teoria: Un ottimo liquore fatto in casa dalle sapienti mani di gente marchigiana.

Stando alle informazioni che il buon Michele ci ha fornite, il nome Mistral, deriva da misto, probabilmente sintesi del contenuto di ciò che ieri sera abbiamo potuto degustare. Questo straordinario nettare infatti, è composto da un distillato di vino, (più di dieci litri per produrre un litro di Mistral), al quale viene aggiunto estratto di anice, mela ed erbe varie, che creano un liquore super alcolico che arriva a sessant’otto gradi e che da chi lo produce viene considerato “ammazza caffè”.
Il Mistral ci è stato portato da Michele, direttamente da Comunanza, (AP), dove Marco, un suo e da poco anche nostro amico, lo produce per sé e famiglia e non lo vende; quindi, se vuoi assaggiarne un po’, devi andare in provincia di Ascoli Piceno, dove questo liquore è di casa e solo di casa, come detto, non di negozio.

Ma Il Mistral ubriaca?

Che che ne dica chi promuove associazioni contro l’alcolismo e quant’altro di simile, come dico sempre io, le cose fatte in casa sono genuine e se bevute moderatamente, oltre ad essere buone sono anche innocue. Io ieri ho voluto testare approfonditamente gli effetti di questo ben di Dio ed approfittando di questa scusa ne ho “gustati” quattro bicchierini, seguito a ruota dai miei amici. Ho provato il Mistral dopo averlo annusato, a piccoli sorsi ed infine ad one-shot, scoprendo che ogni modalità di berlo restituisce retrogusti diversi che mettono in luce volta per volta le componenti di tal “Misto”, ma soprattutto verificando che dopo averlo bevuto stavo come prima, anzi, meglio di prima, atteso che non ero ubriaco, ma soprattutto che mentre sto scrivendo, non soffro dei postumi della pelle, cosa ovvia quando si bevono liquori meno potenti ma prodotti da industrie e non dalle mani sapienti di artigiani del ramo.

Insomma: L’amicizia di un pugliese e di un marchigiano, ancora una volta ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti cognitivi, alla faccia di chi dice che noi esportiamo solo chiacchiere da bar, senza sapere che noi, al bar, più che per teoria ci andiamo per applicare la pratica.