Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Più Tempo Per Ubriacarci O Prove Di Tranquillità E Quieto Vivere?
Avevo appena finito di espettorare la farneticazione precedente, quando la mia mente sconnessa mi ha imposto di andare a guardare se nel frattempo l’albo pretorio fosse stato ulteriormente popolato. La sorpresa più grande non è stata quella di trovare altro da leggere, ma ciò che era stato esposto: l’[download id=”674″ format=”2″], che ancora una volta sono costretto a riproporti anche in maniera accessibile: [download id=”675″ format=”2″].
Perché è tanto importante quest’ordinanza?
Non ero arrivato a scrivere nemmeno cento pagine di questo fastidio, quando mi è venuta la bella idea di toccare il tema del quale il provvedimento in questione si occupa: Qui se vuoi ricordare. Già allora, come vent’anni prima, il problema “chiusura dei bar” era di moda e l’allora amministrazione, come vent’anni prima, risolveva quanto in tema con la più becera repressione, senza considerare minimamente quanto avveniva ed avviene tutt’ora nei paesi a noi vicini, suscitando la reazione di chi, oppresso, magari si sfogava dando fastidio all’inverosimile e passando per delinquente per colpa dell’ottusità di chi pensava a scartamento ridotto.
Oggi si cambia.
Oggi forse si vive.
Il provvedimento che ti ho appena mostrato, oltre ad annientare la scusante di chi si sente defraudato del proprio guadagno per colpa dell’ordinanza numero undici, ci fa capire che la nuova amministrazione, probabilmente perché sa copiare, comunque perché più lungimirante, ha compreso che forse il problema “ordine pubblico” si risolve meglio dando maggiore fiducia alla gente e facendo in modo che questa possa vivere con tranquillità le proprie serate, (torneo di calcio a tre e concerto improvvisato dell’altra sera docent), permettendo dunque che i problemi contingenti all’apertura dei bar, svaniscano per effetto di quella tranquillità e di quell’inutile volontà di sfida, nate dalla mancanza di repressione, sostituite da quella fiducia che ovviamente valorizza la dignità di chi, considerato cliente o delinquente, è prima di tutto un appartenente alla razza umana e come tale va trattato.
Ancora un grazie dunque a Carmelina Genovese ed al suo staff, che ci permettono di vivere.