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POSTE ITALIANE: In Nome Del Progresso

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

E Poi Ci Lamentiamo Di Venir Considerati Come I Genitali Del Cane

Ufficio Postale Di Gambatesa, del 8 dicembre 2011


(Lassa fa a Madonn!)

Oggi, dopo aver fatto trascorrere qualche giorno per calmarmi e non scrivere di peggio, scendendo all’inferno come fossi ancora una volta un rozzo Dante Alighieri, ti racconto un episodio che mi è capitato sabato scorso presso l’ufficio postale di gambatesa.

Premesso che se mi leggi da sempre sai che non ho mai nascosto di essere non vedente, e considerato che ai tempi d’oggi la tecnologia permette anche a noi di eseguire determinate operazioni che ci rendono la vita, se non simile a quella di chi vede, almeno un po’ più confortevole e facile da vivere, pur di poter utilizzare il mio conto online, e considerato che le poste hanno determinate regole che vedono questo ente sull’orlo dell’estinzione, lo scorso marzo, mi sono permesso di chiedere che mi venisse consegnato un lettore di codici di sicurezza, non muto, (come quello che ho ricevuto all’apertura del conto in questione), ma parlante, cosa che presso altri istituti di credito vige da almeno cinque anni. Il direttore dell’ufficio presso il quale ho il conto, acquisita la mia richiesta, l’ha girata tempestivamente all’ufficio preposto alla soluzione del problema, (vedi come parlo bene il burocratese!), ed io sono stato invitato ad attendere qualche giorno per veder espletata la pratica aperta a seguito della mia richiesta. Ho atteso qualche giorno e finalmente sabato scorso, per intercessione di Sant’Anna, ho ricevuto il dispositivo.

Tutto finito?
E che te lo dico a fare?

Giunto nell’ufficio per risolvere i problemi settimanali di routine, (esempio: Prelevare un po’ di contante per onorare la pelle del sabato sera), ecco che Raffaele, (il direttore dell’ufficio di Gambatesa), prende i documenti necessari a terminare la pratica della quale sto farneticando, ma soprattutto prende la circolare che dà le direttive per tale consegna, atteso che io avessi comunicato che sapevo del fatto che avrei dovuto pagare il nuovo dispositivo, cosa smentita dal mio interlocutore che speriamo sappia il giusto.

A seguire, la pietra dello scandalo:

Consegnati i documenti d’identità ed il codice fiscale, ecco che Raffaele, in vistoso imbarazzo, mi dice: “Mi vergogno a chiedertelo, ma la circolare dice che per consegnarti il lettore parlante, tu devi darmi una copia del tuo certificato attestante la tua cecità. Non è colpa mia ma…”. A questo punto, dopo aver pregata ad alta voce l’intercessione della Santa del giorno, ho risposto che sarei tornato a casa ed avrei stampata una copia del documento richiesto; il tempo di accendere il computer e sarei tornato sui miei passi. Così dicendo, ho preso il dispositivo nuovo e lì, un’altra cristiana preghiera.

Che era ancora successo?

Il lettore muto, non è più grande di una carta di credito e può venir tranquillamente tenuto in tasca, atteso che sia possibile per ogni cliente, magari fuori dalla portata di un computer, operare via internet con un telefonino d’ultima generazione, ad esempio, (vanto di Matteo Renzi), per acquistare il biglietto di un bus o cose non troppo dissimili.

Il Lettore Parlante

Il nuovo lettore che mi vergogno di mostrarti in foto ma che per innata tigna ti mostro comunque, alla faccia della mobilità e del progresso, ha le stesse misure di un hard disk portatile da due pollici e mezzo e nella confezione, oltre alle batterie tipo AAA, (il precedente montava una batteria al litio, per capirci, quelle che troviamo negli orologi da polso), ho trovato un auricolare stereo, (per ascoltare un codice basta anche quello ad una sola cuffia), un riduttore di presa, (non ho ben capito a che uso, atteso che quella cuffia vada utilizzata solo con il lettore in questione), ed una custodia in pelle con tanto di fascia per portarla alla cintura, come fosse una pistola. E pensare che le banche online, hanno risolto questi problemi con le one time password, codici identici a quelli che vengono generate dal lettore che viene dato ai clienti di Poste Italiane, con la differenza che i codici delle altre banche vengono veicolati direttamente tramite computer e telefonino in appoggio.

Perché non passare dunque ad istituti di credito più moderni e meno frustranti, ma soprattutto più economici?

Il divario digitale che pone il nostro paese alla pari con i genitali del cane di cui al sottotitolo, prevede che l’accesso alla banda larga, come più volte ho detto, si riferisca all’andare ad ascoltare questo gruppo, composto esclusivamente da suonatori di stazza transatlantica; non si sa bene invece cosa sia la banda larga, se associamo questi due termini alla velocità d’accesso alla rete internet, che che ne dica chi ci governa, al livello italiano, ma soprattutto a livello europeo, e parlo di quell’Europa che tante soddisfazioni ci ha date e ci continua a dare. Da queste parti, se vogliamo accedere ad internet con una certa velocità, dobbiamo utilizzare servizi che nella maggior parte dei casi ci propongono di agire con un indirizzo IP dinamico e non statico. L’IP dinamico, a fronte di una maggiore velocità d’accesso, ci permette di accedere per l’appunto, usando il primo canale libero a tiro, a differenza dell’IP statico che usa sempre il canale associato preventivamente a quell’indirizzo. L’accesso agli istituti bancari ed a tutti gli enti sensibili, prevede la massima sicurezza, per cui se mi registro ad uno dei siti in questione con una codifica, questa non può venir variata in nessun senso, pena il mancato riconoscimento e quindi il divieto d’accesso. Come vedi quindi, se vuoi la velocità devi scegliere di accedere con il primo canale a disposizione a scapito però della sicurezza, se vuoi la sicurezza invece, devi avere sempre la medesima codifica, a scapito della velocità: E’ un gatto che si morde la coda, per cui, pur di essere padrone dei miei soldi, sono costretto ad affidarmi a servizi allo sportello, utilizzando quanto propone la Rete, solo in particolari casi, casi che mi hanno costretto, da buon Ulisse, a sperimentare anche questo frustrante servizio offerto da chi, malato d’inutile burocrazia, poi si lamenta per il fatto che non viene considerato e rischia la chiusura, cosa già reale se non stessimo parlando di un ente protetto dallo Stato.

In tutto questo però c’è anche un tratto comico:

Tornato in ufficio con la stampa del certificato d’invalidità e con il vecchio lettore da restituire, (non lo avevo nemmeno scartato), mi sono sentito chiedere dal direttore dell’ufficio: “questo foglio posso tenerlo o devo farmi la copia?”, al che mi è venuto spontaneo dire: “Ma che credi che io sia Poste Italiane? Noi lavoriamo in digitale da una vita e vi guardiamo dall’alto in basso perché ce lo possiamo permettere!”, passi tutto ma una candida domanda come quella di cui sopra è troppo!

In definitiva: Alla faccia del progresso, ecco come veniamo trattati da un modo di pensare la modernità, duro a morire.

E Li Dobbiamo Pure Ringraziare!

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”… Forse!