Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet
Ora Si Riprende A Vivere
Successo per la visita papale in Molise. Intendo dire con la parola Successo, il fatto che quanto accaduto ormai grazie a Dio fa parte del passato e che da oggi tutto torna come prima: La solidarietà resta nel loro mondo e vale per i loro protetti, il lavoro lo continueremo a cercare come ha fatto chi da sempre lo ha voluto cercare, magari combattendo e risolvendone i problemi contingenti come ti racconterò domani, ed i debiti contratti per lo spettacolo di ieri, resteranno a carico del popolo, spero esclusivamente campobassano, in modo da costringere gli abitanti del capoluogo a soffrire per aprire i loro portafogli di gente che è additata come “larga di Bocca e stretta di mano”.
Ieri insomma, se è vero quanto vox populi andava dicendo, si dovrebbe essere abbondantemente incazzato Ortuso, perché pare che perfino il cibo non sia stato del tutto proveniente da luoghi a chilometro zero. Al di là di ogni pettegolezzo a noi interessa altro ed io ti racconto in breve cosa ho vissuto.
Ieri mattina, come ogni sabato che Dio comanda, ho ringraziato Dio per l’appunto, per avermi donato un altro giorno di vita da utilizzare per tediarti. L’ho iniziato constatando che l’ufficio postale del paesello, per “ragioni di servizio” era chiuso, (Raffaele, il direttore dell’ufficio in questione avrebbe fatta più bella figura scrivendo sul bigliettino posto sulla porta del medesimo ufficio: “Oggi siamo chiusi perché impegnati a vedere il Papa”), pazienza, visto che ho imparato dal cattolicesimo a prevenire i problemi, per cui, persa la passeggiata verso quel servizio mancato, non ho ricevuti altri danni.
Tornato a casa, cosa è cambiato per me?
Qualcosa è cambiato: Ho accesi due computer invece di uno e mentre con il primo mi sono permesso di guardare da lontano cos’accadeva nel “luogo dell’appuntamento”, utilizzavo il secondo per avvantaggiarmi nel lavoro per la prossima settimana, in barba alle proteste clericali che ci vorrebbero fermi la domenica e comunque quando non lavoriamo normalmente. Sì, perché nel sintonizzarmi su TG Norba 24, (bada bene: televisione non molisana, televisione che ha trasmessa tutta la cerimonia, fino a sera inoltrata), mi sono ritrovato a sentire quanto lo spettacolo di ieri ci imponeva. Innanzitutto la farsa dell’Agricoltore lavorante, del quale si è già disquisito abbondantemente, poi del già citato problema “apertura degli esercizi commerciali”, come se questa cosa creasse dubbi di Fede, senza pensare che l’imporre tal chiusura, al mondo d’oggi, più che “relegare”, dà a chi ti tedia la voglia di contravvenire, proprio a discapito del “rispetto” per forme di schiavizzazione mentale che non sono più nostre.
Altro va detto a proposito del presentare la Regione Molise come verginella in fatto di mancanza d’inquinamento o di quasi assenza della delinquenza, considerando che certe “verginità” equivalgono alla più vera e conclamata prostituzione. A parte questa mia considerazione, lascio alla tua intelligenza ogni commento in merito.
Un altro fatto che mi tocca, consiste nel solito utilizzo dei diversamente abili, sia come specchio per la pulizia momentanea della coscienza popolare, sia come icona da mostrare all’illustre ospite, magari presentando il disgraziato di turno in un’esibizione che si sarebbe potuta evitare, visti i tempi che non ammettono ritardo alcuno; non mi esprimo ulteriormente su chi è stato utilizzato per una delle letture epistolari durante la “Messa”, perché dovrei maltrattare un amico che non ha colpe per il presente, essendosi addormentato sugli allori del passato, allori nati da quel conformismo che non ho accettato per me a suo tempo e che, a maggior ragione, non accetto oggi, dopo aver ricevuti i più beceri maltrattamenti da “chiesastri”, che mi hanno fatto del male in nome di un Dio che loro ritengono di proprietà incedibile, quando Questo è il Padre di tutti e non solo di alcuni.
Adesso abbassiamoci alle nefandezze.
Nella finestra che ho messa a tua disposizione per eventuali contributi, oltre a questi, ricevo, (mio malgrado), commenti che normalmente cestino, atteso che io non ne voglia pubblicare. Tolti poi gli insulti dei detrattori, da un po’ di tempo a questa parte, leggo le gesta dei politici di turno, probabilmente attratti dal fatto che il basso numero di lettori di questa “Voce Fuori Dal Coro”, nasconda una reale selezione di chi ama farsi tediare da me e gradisca leggere o vedere il lavoro dei miei collaboratori. Questa gentaglia, si permette di mandare documenti che io non ho pubblicati e non pubblicherò mai, (nemmeno sotto la minaccia delle armi), ma che ti presento nei titoli e nel nome degli autori, per corroborare il mio profondo disprezzo per questa forma di alto lecchinaggio, utile a riempire stupide pagine di giornali, spazzatura schivata anche da Papa Francesco, secondo quanto accaduto a fine Messa di ieri, quando, dopo il saluto del vescovo di Campobasso-Bojano, attendendoci una risposta Papale, l’Ospite destinatario del saluto a preferito benedire e chiudere la Messa, per avere più tempo da dedicare a chiacchierare con chi, fra il popolo, lo ha aspettato ed ossequiato.
Ecco le stronzate dei nostri politici, con qualche commento, se meritato:
Lettera al Santo Padre, (Di Paolo di Laura Frattura)
Commento mio:
Francesco non se lo è proprio filato, anzi, gli ha data la lezione che merita, dall’Università…
Lettera aperta a Papa Francesco, (Di Paolo Spina, presidente della camera di commercio di Campobasso)
Aricommento mio:
A questo, si riferivano le parole a proposito degli esercizi commerciali e delle loro aperture… (parole più o meno condivisibili).
Messaggio del SINDACO per la visita del PAPA, (Di Luigi Brasiello, sindaco di Isernia)
Ricommento mio:
Chi dice a quel megalomane che certi incipit se li può permettere solo Colui che è venuto ieri a “sovvertire” la nostra “Naturale Calma”?
Benvenuto Papa francesco! (Nota dell’Associazione Sociale e Culturale “Padre Giuseppe Tedeschi”)
Ultracommento mio:
Forse l’unica petizione da presentare a Francesco, fra quelle ufficiali, s’intende!
Per farla breve:
Ieri abbiamo assistito alla peggior figura che potessimo fare da molisani, atteso che ci siamo sentiti dire fra le righe da un argentino di origine italiana che per vivere bisogna lavorare, magari zappare, (senza considerare più di tanto il discorso dell'”Agricoltore”), cosa fatta da tanti italiani emigrati in Argentina e non solo, cosa fatta e che fanno tanti emigrati in Italia, (gente proveniente dall’Africa e non solo), cosa che i nostri concittadini, giovani del futuro, non riescono a comprendere. Francesco ha parlato di quella DIGNITA’ che dovrebbe far sussultare d’orgoglio il molisano medio, così come fecero e fanno tut’ora i miei genitori, cosa che invece si è risolta con la presentazione di lettere (quasi di raccomandazione), viste da me come documenti che affidano la guida della regione abusiva denominata Molise a Dio, lettere spedite da incapaci, eletti da incapaci, eletti che, tolti gli emolumenti rapinati, non sanno far altro e si affidano in maniera pecoreccia a gente che, dall’estero, viene anche ad insegnare come gestire l’ordine, impedendo a noi autoctoni di vivere liberi, sia pur per mezza giornata.
Sì, Siamo tornati a vivere!
Sì, siamo tornati liberi!
A domani per spiegarti il vero Perché!