Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
Non Può Esser Che Così
“Piena solidarietà all’ex Prefetto di Perugia, anche se questo signore doveva immaginare che non poteva passarla liscia avendo a che fare con due damerini come Matteo Renzie, (come lo chiama Grillo), e Iscariota Alfino, (come lo chiamo io), che fanno del piacere alla gente che piace mediante lubrificazione papillare del b. d. c. dei cattocomunisti politically correct e radical chic la loro unica attività che per ora, (più per colpe altrui che per meriti propri), li tiene aggrappati al trogolo!”.
E’ questo il commento che il buon Mario, su mia sollecitazione, mi ha inviato ieri a proposito di quest’articolo che riassume la penosa vicenda capitata sabato a Perugia.
Premesso che io sia per la liberalizzazione totale di ogni droga, cosa che porterebbe ad una drastica riduzione dei consumi, vista la mancanza di trasgressione, va detto che Mario ha ragione nel denunciare il politicamente corretto che non esime nessuno dall’essere ipocrita. Aggiungo che però, nonostante il prefetto del capoluogo umbro dovesse aspettarsi una reazione del genere, io sono d’accordo con lui nel denunciare con forza il lassismo di certi genitori che, trovati i propri pargoli in difetto, magari li giustificano pure, contribuendo alla rovina di cotanta protetta discendenza. Meglio farebbero costoro ad operare secondo quanto dichiarato in quest’altra pezza fornitami dalla “Mina Vagante”, scritto che la dice lunga sul fatto che se si vuole, si sa come indirizzare la vita di chi si è generato, senza se e senza ma, nonostante poi possa accadere quanto prospettato dallo stesso Mario in quest’altro commento: “Chapeau caro Sting, però è stato decisamente temerario a dichiararlo apertamente, caffè Sindona docet!”.
Sia chiaro:
Io, visti i miei precedenti, e visto che non ho figli, non sono certo il più indicato ad emettere sentenze contro chi che sia, resta però inconfutabile la verità per la quale i primi responsabili del degrado di chi si droga, siano coloro che hanno messa al mondo questa gente, quei genitori che hanno la responsabilità, legale e morale, del comportamento dei propri figli.
Solidarietà dunque ad Antonio, un uomo che in veste di ufficiale di governo, ha detto ciò che pensava e lo può fare in piena libertà, perché anche un prefetto ha il diritto di pensare, magari facendolo con la massima sincerità. Preferisco questa sincerità all’ambiguità di gentaglia che prendendo stipendi non molto diversi da chi oggi è stato defenestrato, s’indigna e si dissocia dalle parole espresse in piena libertà, dimostrando tutta la pochezza di un potere giudiziario che non avrebbe ragione di esistere se, (ad esempio), i tanti genitori di drogati, anziché non far niente, si fossero trasformati per tempo in tanti Sting.