Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali
(Foto), Presa Da Internet
E Sullo Sfondo I Soliti Problemi
Mentre con impazienza attendiamo la nostra Italietta che mangerà dopodomani in Brasile una buona Coppa Rica, (vedranno loro se prenderla all’amarena o al cioccolato), e tutti pensiamo solo a quello. Di contro, siccome ai brasiliani, oltreché del loro sport nazionale che è il calcio, interessa anche come poter pensare a questo sport, facendolo a stomaco pieno, ecco che in secondo piano ci viene presentata la notizia più importante: Le sommosse sociali di chi ha fame.
Il buon ed indignato Marco, ci presenta con questi due articoli, (qui e qui se vuoi leggere), una situazione a conoscenza dell’intero mondo, corredando le sue scoperte con il seguente commento: “Io sto con i Brasiliani che protestano: questi sono problemi seri! Viva i bambini di strada, abbasso i mondiali!”.
Su questa terra, sono poche le persone che la pensano diversamente da Marco, sono la maggior parte però coloro che poi viste le partite che imperano in TV, girano la testa verso lo schermo e pensando di avere diritto a rilassarsi, guardano le partite di calcio per l’appunto, dimenticando l’indignazione gridata ai quattro venti fino ad un minuto dal fischio d’inizio di ciò che stanno guardando.
Così accadde anche quando si recò in quei luoghi San Giovanni Paolo II per un viaggio simile a quello che Francesco farà in Molise fra poco meno di tre settimane. Allora, in tanti si stracciarono le vesti, proponendosi di risolvere il problema dei bambini abbandonati a sé stessi per strada: Finita la festa però, è il caso di dire, “Gabbato lo Santo”. Spenti infatti i riflettori su quella fantastica transvolata, ognuno tornò al suo ruolo abituale: Il Papa a Roma, i giornalisti a trattar d’altro, il governo brasiliano, (sia pur progressista), a far politica pensando ad arricchire i ricchi e i bambini a rimanere per strada, alla mercé di ogni forma di violenza, partendo da quella perpetrata su quei corpi innocenti, magari proprio dalla polizia, se non dagli squadroni della morte, forse per quei bambini l’unica vera “salvezza” in quel mondo ipocrita.
Perché a partire da domani dovrebbe cambiare qualcosa?