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25° FESTIVAL DELLA CANZONE DIALETTALE MOLISANA: Sa Da Fare O Non Sa Da Fare?

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Stefano Venditti

Appello Alle Due Parti

Lo scorso vent’uno maggio, prima che le elezioni municipali portassero quel vento di cambiamento fino ad ora tale solo in teoria, farneticai di una visione che ebbi a proposito della paventata riproposizione del Festival della canzone dialettale molisana, che giungerebbe così alla venticinquesima edizione.

Da quel giorno: Cos’è accaduto in merito?

Venerdì ventitré, trovandomi a parlare prima con Pasquale Abiuso, poi con Riccardo D’Antonio, oltre a definire quanto già sai in merito ai comizi della sera a venire, riprendevo, sia pur brevemente il tema “Festival”, sentendo le loro parole che mi lasciavano un po’ perplesso, atteso che se Pasquale avesse una vaga idea di come fare per produrre la manifestazione anche se da Sindaco o da consigliere d’opposizione, fisime medesime non albergavano nella mente di Riccardo, preoccupato dall’incompatibilità delle cariche politiche con quanto ricoperto in Pro Loco, soprattutto da Pasquale. Della cosa, qualche minuto dopo, mi trovavo a parlare con Stefano Venditti, il quale, oltre ad essere collaboratore di quest’inutile sito, è stato nella giuria del Festival della canzone dialettale molisana, e per questo, già da tempo, aveva sollevata tutta una serie di eccezioni che sarebbero dovute essere state prese in considerazione dagli organizzatori della manifestazione in tema; insomma: Stefano ha fatto più di quanto tanti gambatesani, partendo da chi ti tedia, hanno posto in essere per una kermesse che serve innanzitutto a dar lustro al paesello, e poi a tutto il resto. Sentite le obiezioni di Riccardo, Il mio collaboratore, da buon giornalista qual è, pensava bene di risolvere il dubbio con l’unica arma a sua disposizione: La ricerca della soluzione più appropriata, rimedio che ora propongo all’esame della tua intelligenza:

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Insomma: Stando a questo scritto, se l’amministrazione municipale deliberasse favorevolmente in merito, nulla questio.
Senza andare per le lunghe, io credo che questa scappatoia sia anche nella mente di Pasquale, così sicuro del fatto suo da non preoccuparsi più di tanto di quanto angosciava Riccardo.
Ad ogni buon conto, Sabato ventiquattro, durante la giornata di riflessione, proprio mentre i due candidati e le loro liste mettevano a segno gli ultimi colpi in materia di preferenze, io trasmettevo il documento che ti ho appena mostrato a Riccardo, il quale, recepita l’e-mail, mi rispondeva che ne avrebbe fatto tesoro non appena si fosse riparlato di agire per l’organizzazione del festival per quest’anno, cosa alla quale credo perché conosco l’amico e di conseguenza l’uomo del quale parlo.

Com’è andata a finire?

Al momento nel quale scrivo, (appena superata la mezzanotte che c’introduce al cinque giugno 2014), ecco cosa dice il sito della Pro Loco di Gambatesa.

I tempi sono stretti: Vogliamo agire?

Parlando ancora con Stefano, il Nostro ha sollevata l’unica vera preoccupazione che dovrebbe interessare noi gambatesani, vale a dire il fatto che se saltasse quest’edizione del festival, già faticosamente resuscitato un paio d’anni a dietro, questa volta sarebbe la fine e la colpa sarebbe di tutti, nessuno escluso.

Faccio appello dunque a Pasquale Abiuso e Riccardo D’Antonio, entrambi miei amici, entrambi persone che fino ad ora hanno dato il cuore per Gambatesa, affinché, messa da parte la competizione elettorale ormai inutile, tornino ad interessarsi all’organizzazione della manifestazione in questione, magari supportati da altri che da ambo le fazioni ci hanno dichiarato il loro interesse per Gambatesa ed il suo destino.

Ora è il momento di verificare se quanto detto in campagna elettorale sia convinzione o scusa.
Ora è il momento di verificare se il “Nuovo”, a loro dire presente in entrambe le compagini, sia davvero nuovo o se si tratti di becero riciclaggio.
Ora è il momento di verificare se, al di là di programmi da me definiti del tutto inutili, a Gambatesa ci sia ancora qualcuno a cui interessi realmente lo sviluppo del paese, perché è facile pensare che in ventidue si siano proposti in lizza, esclusivamente per trarne legittimo guadagno, reso però volgarmente becero dalla solita fame, cosa da soddisfare, cosa però che prendendo in giro la cittadinanza, ci rende furenti nei confronti di chi, dicendosi per l’innovazione, in mancanza d’azione realmente valida per il paesello, mette in mostra tutta la sua obsolescenza, difetto finora attribuito con assoluta spietatezza a chi ci ha governati fino a due settimane fa.