Di European Thrombosis Research Organization
La European Thrombosis Research Organization ha scelto il capoluogo molisano
per il suo corso avanzato del 2011
Sarà Campobasso ad ospitare l’undicesima edizione dell’Advanced teaching course organizzato dall’ETRO, l’Organizzazione europea per la ricerca sulla trombosi che coordina a livello europeo gli studi in un campo cruciale della medicina, come le trombosi e, più in generale, le malattie cardiovascolari.
Il corso, rivolto a ricercatori e clinici a livello internazionale, si svolge ogni due anni in città europee sempre diverse (nel 2009 si è svolto a Cracovia, in Polonia): questa volta è toccato al capoluogo molisano, che dal 18 al 23 settembre prossimi sarà sede di un appuntamento che regolarmente richiama ricercatori da ogni parte del vecchio continente.
“Ospitare l’ETRO in Molise è un’occasione unica per la nostra regione, sia dal punto di vista culturale che dell’immagine, con i relativi risvolti turistici ed economici, da non trascurare – spiega Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di Ricerca della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” e membro del comitato esecutivo dell’organizzazione oltre che del comitato scientifico che si occuperà di gestire l’evento – Si tratta infatti di un palcoscenico scientifico importante dove si alterneranno personalità d’eccellenza nel campo della trombosi e delle malattie cardiovascolari.
Un’occasione unica soprattutto per i nostri giovani ricercatori, che avranno l’opportunità di misurarsi con gli esperti internazionali più importanti in questo campo”.
Il contributo dell’ETRO nel campo degli studi sulla trombosi è stato decisivo, anche perché ha di fatto creato un’Europa scientifica “allargata” con un anticipo di molti anni rispetto alla politica.
La Polonia, l’Ungheria ed altri Paesi dell’Est, ad esempio, facevano parte dell’ETRO già molto prima che cadesse il muro di Berlino.
Tra i fondatori e gli animatori dell’Organizzazione, nata nel 1970 a Berna, ci sono stati diversi ricercatori italiani, tra i quali Giovanni de Gaetano, che ne è stato Segretario generale e poi Presidente dal 1987 al 2007, Maria Benedetta Donati, Chiara Cerletti e Licia Iacoviello,
Per informazioni relative all’iscrizione al corso visitare il sitowww.nlcongressi.it/etro2011/ oppure inviare una mail all’indirizzo nl@nlcongressi.it
La trombosi: la minaccia del XXI secolo
In Europa, 55 donne su 100 e 43 uomini su 100 muoiono per malattie causate dalla Trombosi. In Italia, le malattie cardiovascolari nel loro insieme sono responsabili del 44% di tutti i decessi: la trombosi da sola e nelle sue manifestazioni d’organo uccide ogni anno 200.000 italiani e ne rende invalidi altrettanti.
Con il termine trombosi ci si riferisce all’occlusione di un vaso sanguigno da parte di un trombo, una massa solida composta da fibrina che contiene piastrine, globuli rossi e bianchi.
Le cellule del sangue più attivamente coinvolte nello sviluppo del trombo sono conosciute come trombociti o piastrine.
L’ostruzione dei vasi sanguigni da parte di un trombo è responsabile di due tra gli eventi più letali del mondo industrializzato, infarto miocardico e ictus.
Ma la trombosi non interessa solo le arterie.
Quando il trombo si forma nelle vene impedisce il ritorno del sangue dai tessuti al cuore.
La trombosi venosa si sviluppa più frequentemente negli arti inferiori ed è quindi responsabile del gonfiore cronico agli arti, oppure lo sviluppo di ulcere venose.
Occasionalmente, frammenti di un trombo venoso vengono spazzati via dal flusso sanguigno, passando attraverso il cuore e bloccando di conseguenza nella circolazione dei polmoni.
Questo fenomeno si chiama embolia polmonare che rappresenta la principale causa di morte a seguito di un intervento chirurgico.
È chiaro quindi che capire meglio i meccanismi all’origine della trombosi e affinare gli strumenti di prevenzione è un compito di fondamentale importanza.
Tuttavia, la ricerca ha fatto dei notevoli passi in avanti negli ultimi anni.
L’inibizione della formazione di fibrina da parte di alcuni farmaci ha permesso di effettuare interventi a cuore aperto, impedendo la coagulazione nella macchina cuore-polmone.
Negli ultimi anni, l’uso di farmaci trombolitici ha rappresentato un importante avanzamento nel trattamento di infarto miocardico precoce o di embolia polmonare, mentre i farmaci che inibiscono la formazione di fibrina o la funzione piastrinica si sono dimostrati efficaci nel prevenire la trombosi venosa e arteriosa.
Tuttavia, c’è ancora molto da fare.
In tutti questi settori, i laboratori appartenenti all’ Organizzazione Europea di Ricerca Trombosi (ETRO) hanno contribuito in maniera significativa allo sviluppo delle conoscenze in questo campo.
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