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C’E’ Chi Fa Il Suo “Dovere”: Il Parroco!

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione Forzata), Di Mario Ricca
(Foto), Presa Da Internet

Ma Gambatesa non C’entra!

Oggi è domenica, una domenica di campagna elettorale che per la verità va avanti in maniera più che moscia in paese.

Il Cupolone

Per questo, pur di scrivere un po’ di “chiacchiere da bar” e far incazzare chi è arrivato addirittura alle minacce e quasi alle botte per evitare che io continui a farneticare, (se non ne faccio il nome è perché il Nostro, venerdì sera da cafter le stava prendendo di santa ragione ma era ubriaco all’ultimo stadio, quindi, non so fino a che punto cosciente), (altra parentesi: Con spirito cristiano, non cattolico, questa volta va così, la prossima, dopo aver “divulgato per tutt’Italia e tutto il mondo” il suo nome, lo denuncio per ubriachezza molesta e qualche altro reato accessorio, in maniera da rendergli impossibile la vita, per lui già precaria), con una coincidenza non voluta, torniamo a parlare di quanto ci propone Santa romana chiesa in fatto di catechesi a livello nazionale, sicuri della certezza che i primi a non tener conto delle proprie chiacchiere, sono proprio coloro che le espettorano.

Lo spunto mi è stato offerto dalla Nostra “Mina Vagante”, con un commento che non rispecchia la realtà, almeno dal mio punto di vista:
L’omelia del parroco: “Non votate Berlusconi”.
Commento di Mario:
“Poteva andare fino infondo e dire pure per chi votare…”.

Al di là del fatto che chiunque voti per chi gli pare e come crede, va detto che a Mario sfugge un particolare non di poco conto. La chiesa cattolica e chiunque predichi la morale, fa quel mestiere e quel mestiere per l’appunto, prevede proprio che si debba dire al “gregge” come e dove andare a pascolare:

Se no, Perché predicare?

Re Silvio, fino a prova del contrario, (o almeno finché non avrà trovata la modalità giusta per far “revisionare” il processo che lo ha visto sconfitto), è stato condannato per qualcosa considerata dalla chiesa cattolica come peccato, (almeno quando commesso non dai suoi componenti e dai di Questi accoliti): Quindi, o Camerata, mi devo meravigliare di te e della tua intelligenza mandata in corto circuito, perché pensavi davvero al fatto che si potesse verificare una tal dimenticanza, per altro rimettendoci dal punto di vista mediatico?

Facciamola breve.

Evitando di parlare delle inclinazioni politiche dei preti che sono identiche a quelle di qualsiasi “peccatore”, vale a dire che possono cambiare al variare delle condizioni presenti, quindi che rispettano a pieno il diritto di ciascuno di essere intelligente per il proprio tornaconto, mi permetto solo di aggiungere alla questione, quanto già proposto, con l’aggiunta del fatto che stiamo parlando da Uomo a (spesso), poco uomini, che se in questo caso hanno ragione di dire la loro, subito dopo evitano di dirci come agirebbero e soprattutto come agiscono, atteso che, a proposito di Santa romana chiesa si dicano e si scoprano fatti che, mettendo in vista certi altarini, ci fanno capire da che pulpito viene la predica.

Insomma: Rispondendo alla domanda proposta fino alla nausea dal loro messaggio pubblicitario, (questo sì, in odor di evasione fiscale), domanda tesa a carpire i vostri danari, domanda che suona come segue:
“Cosa sarebbe la vita di costoro senza l’otto per mille alla chiesa cattolica?”
(Riferendosi ai “beneficiati” dal lavoro della chiesa medesima?.

Risposta: Sicuramente sarebbe una vita migliore e più onesta, (e qui, a tal proposito si aprirebbe una miniera di “chiacchiere da bar” che per ora tengo chiusa), ma soprattutto senza il pensiero che prima o poi, per restituire quanto ti è stato offerto, tu abbia a patire la costrizione di schiavizzarti in loro favore, (dal punto di vista politico ma soprattutto economico, cosa più importante per quest’azienda), quella schiavitù che in molti, anzi, in quasi tutti i casi costringe l’essere umano che vuole emanciparsi a guardare dietro di sé che traccia lascia, traccia che la chiesa, secondo lei diversa da Berlusconi o da chi oggi non gli è simpatico, pretende di nascondere all’occhio di chi da questa si è emancipato con orgoglio e fierezza estrema o, peggio, pretende di far sparire per supposto diritto divino, in realtà, probabilmente solo diritto di — Vino, quello drincato in cerimonie una volta credute Vere, oggi guardate da lontano ed in modo critico perché proposte, spesso imposte da gente che è la prima a considerarle utili per il proprio tornaconto personale, ma del tutto superflue per il rispetto dovuto a chi è il destinatario di tali sacrifici e o preghiere che dir si voglia.