Di Vittorio Venditti
La Vergogna Numero Zero
Avevo detto che mi sarei espresso in maniera divisa dalla normale classifica settimanale della vergogna ed ho capito di aver fatto bene, dopo aver visti gli sviluppi di quanto accaduto sabato pomeriggio a Roma, cornice di una partita che più che tale, che che ne dica il mostro che fa il ministro dell’interno, (che dovrebbe impaurire i teppisti solo con la sua presenza), è stata la resa incondizionata a chi da tempo comanda veramente il calcio: Gli ultras.
Ho presa come pezza d’appoggio la notizia così riportata, l’altra mattina mentre razzolavo in cerca di approfondimenti, volendo andare a leggere qualcosa di parte, presa proprio dai link partenopei o romanisti. La notizia invece mi è stata sbattuta in faccia da un sito che nulla ha a che fare con il calcio in sé, per cui, dopo aver riflettuto per un paio di giorni, ho scritto quanto stai leggendo.
Al di là del come si sono svolte le cose in quei momenti, e stigmatizzato il comportamento delle numerose autorità presenti allo stadio quella sera, (a mio parere, con un atto di forza senza precedenti, dopo aver sentito fischiare l’inno nazionale, avrebbero dovuto interrompere la partita, cacciare tutti dalla struttura e sparare a vista su chiunque avesse provato a danneggiare qualcosa), va detto che la minestra riscaldata della solidarietà offerta alla signora Raciti da chi non è in grado di prendere a calci nel sedere il complice dell’assassino del povero ispettore Filippo, è la prova provata della mollezza di chi poi si è affannato a dire che non c’è stata trattativa con la tifoseria per decidere se giocare o meno. La trattativa c’è stata e come, atteso che sia stato permesso ad un delinquente di sfoggiare una maglietta che inneggiava alla liberazione di un assassino, (e non me ne frega niente del successivo contentino offerto all’opinione pubblica con quel DASPO per cinque anni, utile a tenere lontana la carogna dallo stadio, alla stessa stregua di un lupo pentito, dalle pecore da mangiare), per poi pretendere di accusare di apologia del fascismo chi indossa una maglietta con la foto del Duce e magari non sogna nemmeno lontanamente di contravvenire a alla Legge, o di uccidere un componente delle forze dell’ordine. Aggiungiamo il carico da undici, riprendendo la notizia secondo la quale la conferma della mancata trattativa sia stata data tramite giornali proprio da Genny O Carogna ed il gioco è fatto. In uno Stato Civile, dove i dirigenti di Questo hanno gli attributi per far rispettare l’inno di rappresentanza, una cosa del genere, non solo non sarebbe successa, ma non sarebbe potuta essere nemmeno pensata, a meno di plateali reazioni che avrebbero costretti i rei a maledire il giorno della propria nascita.
Chiuso questo primo capitolo che mi offende in quanto italiano, e bypassato a piè pari quanto si potrebbe dire in merito a coloro che difendono il calcio quasi come fosse una religione, per poi stracciarsi le vesti di fronte alla televisione quando accadono cose come quelle di sabato sera, passiamo al tentativo di pietismo proposto già lunedì mattina dopo l’arresto di chi ha avuta la peggio.
“Arrestato Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito: è accusato di rissa”
E’ questo il titolo dell’articolo che ti ho proposto in link come pezza d’appoggio.
Da premettere che fino al momento nel quale sono venuto a conoscenza di quest’ulteriore notizia, io avevo pensato ad un’aggressione volontaria da parte di chi aspettava gli aggrediti. Prima però di quest’epilogo, avevo ascoltata l’intervista fatta alla madre di chi ora è in ospedale a lottare per la vita e sinceramente mi ero già alterato. Ascoltando le parole di quella donna infatti, avevo quasi la sensazione di sentire chi, nell’esprimere il proprio dolore, si sentisse rinfrancata dal fatto che da una simile disgrazia potesse derivare una fonte di sostentamento. In sostanza, sentendo parlare la madre di Ciro Esposito, mi pareva che quasi sorridesse, in attesa di trarre vantaggio dalla disgrazia che ha colpito il figlio.
Dopo l’ufficializzazione dell’arresto di questo signore, per bocca di altri giornalisti, ho sentito l’appello della stessa donna, teso alla ricerca di un avvocato per il figlio, necessario a questo per la mancanza di soldi per pagarne uno.
MA C’E’ GENNY!!!
Sarà pure una carogna, ma non dovrebbe disdegnare di aiutare chi gli ha data la possibilità di esser visto in eurovisione!
In effetti, se non è intervenuta la carogna, come accade spesso a Napoli, dove, se si deve comunicare qualcosa, esistono segnali che, lanciati, arrivano a tutto il quartiere in un momento, il risultato è stato raggiunto lostesso e nella maniera migliore. Ciro verrà difeso “gratuitamente dall’avvocato di Maradona.
E poi ci lamentiamo perché qualcuno dice che la Camorra sia più forte dello Stato!
Chissà se non mi conviene abbandonare il dibattito sulle elezioni gambatesane ed affiliarmi a tal portento…
Gratuitamente… O Miracolo di San Diego…
Questo ha fregati pure Papa Giovanni ventitreesimo e Papa Giovanni Paolo secondo!
Non è che lo scorso ventisette aprile hanno sbagliata canonizzazione?
No, no! Verrà ripagato quell’avvocato, con tanta, ma tanta pubblicità che porterà giustamente nelle sue tasche tanto di quel danaro da uguagliare l’incasso che in questi giorni sta facendo Genny o Carogna.
L’Italietta nella quale viviamo, ha la particolarità di avere una legislazione che prevede l’avvocato di difesa anche per l’ultimo dei delinquenti, se non come per questo caso, comunque pagato con i soldi dei contribuenti, gli stessi soldi che vengono attinti quando si devono riparare i danni di chi va a “vedere” una partita di calcio, quei soldi che non vengono toccati quando capita che un poliziotto debba farsi curare per le ferite riportate nel dirimere una rissa o cose simili. Per questo, la signora può stare tranquilla: Il suo amato figlio, sperando che torni sano come prima, (nonostante le notizie poco confortanti, qui qualcosa in merito), non dovrebbe venir condannato a continuare lo scontro fisico, contro non si sa bene chi. Sì, perché Daniele De Sanctis, il romanista finora accusato di tentato omicidio, pare che non abbia sparato, o meglio: Non si sa, nemmeno dopo l’esame di verifica. Un altro caso “Gravina di Puglia”?
Intendiamoci: Io, se mi fossi trovato ad essere aggredito, (come pare stia venendo fuori), avrei reagito come il romanista, preoccupandomi però di divulgare la mia responsabilità nell’azione di difesa, visto che, è proprio il caso di dirlo, in certi frangenti, chi ha più polvere spara, ciò, per lasciar comprendere che dove non c’è lo stato, c’è l’iniziativa privata.
Detto ciò però, voglio aggiungere anche che se si è arrivati a quanto accaduto sabato, è comunque per colpa di quello Stato che si è premurato di lasciar libero un energumeno che da una ventina d’anni ritiene lo stadio olimpico una sua proprietà e guai a chi glie la tocca.
Ma certe capacità teppistiche sono solo a vantaggio del centro-sud Italia? Solo da ultras?
Il nord non è da meno ed i politici sanno fare anche meglio. Qui puoi rileggere quanto è stato in grado di proporci il Sindaco di Torino, mentre si commemorava la disgrazia di Superga, cosa che ormai non mi lascia più nemmeno senza parole.
Per chiudere, ricordato che Filippo Raciti è tutti noi, condanno senza mezzi termini e senza attenuanti i dirigenti di uno Stato e di un’organizzazione come la Federcalcio, che non sono stati in grado di fermare una partita trasmessa in eurovisione per dimostrare con i fatti che l’Italia non è un paese di pagliacci così com’è percepita oltre frontiera, ma una nazione dove esiste un limite a tutto, compreso lo strapotere di società piene di debiti ma roboanti come organizzazioni miliardarie, che in casa non sono in grado di gestire le loro tifoserie, sodalizi che mostrandosi potenti in casa per l’appunto, una volta fuori frontiera, danno il “meglio” di sé in fatto di essere quei fantocci perdenti in tutti i modi, chiara immagine proposta sabato scorso a tutti e senza veli.