IL CASTELLO DI GAMBATESA: Quarto Consuntivo
21 Aprile 2014
EQUITAZIONE: Resoconto Delle Gare Di Atina
22 Aprile 2014
Mostra tutto

Il Barile Raschiato

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali E Mario Ricca

Andiamo Per Temi

Se pur stanchi della festa appena patita, siamo sempre pronti a tornare alla vita normale, dove la normalità viene considerata una virtù e di questa ci meravigliamo. Oggi, proprio guardando alla normalità, presentiamo l’ennesima classifica della vergogna, e riflettiamo.

Al quinto posto trattiamo del tema “Internet”.
Le moderne tecnologie si utilizzano sempre più superficialmente e con quella scarsa conoscenza delle cose basilari che portano ai risultati che seguono:
1°: Un americano su dieci è convinto che l’HTML sia una malattia venerea.
Commento di Marco:
“Dottore, ho l’ADSL! E mo?”
“Prenda un gigabyte di mp3 per via USB e le passerà tutto!”.
Commento mio:
“Perché se no io dico che gli americani sono lo scarto del resto del mondo?
Per Marco: Che droga usi?”.
Questo, per quanto concerne il punto di vista tecnico; se poi spostiamo il focus e puntiamo quanto di meglio ci propone l’italica giurisprudenza in merito, ci ritroviamo a questo basso livello:
2°: Cassazione: “La diffamazione è reato su Facebook anche senza fare nomi”.
Commento di Mario:
“Buono a sapersi.
A questo punto, visto che si deve comunque pagare, tanto vale non alludere e fare direttamente nomi e cognomi, discorso per chi ovviamente non è come il sottoscritto consapevolmente e opportunisticamente, per scelta connivente col sistema!”.
Commento mio:
“Vale quanto detto da Mario anche per me che il sistema spesso lo combatto. Se ci fai caso infatti, quest’inutile sito fa del presentare nomi e cognomi, la propria Bandiera d’Esistenza, in particolar modo per poi sbertulare gli eventuali querelanti che, fino ad ora, avendo perse tutte le battaglie, se ne stanno con la coda fra le gambe.
Mi dispiace per Mario, ma il degrado questa volta le ha prese di santa ragione, atteso che chi fa i nomi, corredandoli con prove inconfutabili non possa venir inquisito e comunque l’ha vinta.
La verità a mio avviso è un’altra: Quanto conta chi “canta” su Facebook senza avere il coraggio di metterci la faccia? Sì, perché chi ci mette la faccia, alla fine arriva alle conclusioni di cui leggerai in seguito”.

E’ medaglia di cartone invece l’argomento “trasporto pubblico e servizi”, che tante soddisfazioni dà all’italiano medio.
E’ bello periodicamente parlare dell’ATAC, società dei trasporti urbani di Roma, un mondo folcloristico a sé stante che ci dà belle soddisfazioni come ad esempio quelle che seguono:
1°: L’autobus della protesta, sul display un “vaffa” al posto del numero. Atac: «Avviata indagine interna».
Commento di Marco:
“Era l’autobus di Beppe Grillo!”.
Commento mio:
“C’è poco da indagare. E’ stato proprio il bus a mandare a quel paese sia la società di gestione, per le sempre più spesso mancate manutenzioni, sia gli autisti per gli innumerevoli scioperi o per certe strane assenze per malattia”.
2°: Autista atac risultava malato, in realtà faceva il cantante nei locali dei Castelli.
Commento di Marco:
“Adesso lo stornello, glielo faccio io!
Invece d’a irz’n a’ fatijà,
‘nzemb’r a’ muglier z’ ‘n jiv’ a cantà.
E jèv pur’ autist’ all’atac
e ‘mbacc’ u’ tram, mò z’attacc!”.
Commento mio:
“Ecco la scena delle indagini e dell’irruzione nel locale dell’esibizione pirata”.
Per fortuna che le azioni vergognose qualche volta finiscono in risate; ma ciò accade dove l’ironia è di casa:
3°: Capri, la mini-ambulanza si incastra nei vicoli.
Commento di Marco:
“Ogni tanto succede anche Gambatesa con le macchine!”.
Commento mio:
“Chi ha assunto quest’imbecille?”.

Il podio s’inizia a salirlo incontrando chi per le strade, siano esse fisiche che telematiche, opera secondo lo schema che puoi leggere se ti regge lo stomaco.
La crisi fa risparmiare anche sulle armi; quelle da fuoco vengono sostituite con armi più economiche o addirittura con ciò che la natura stessa ci mette a disposizione partendo dal nostro corpo. Così, accade che se in qualche caso chi agisce ha ragione di farlo:
1°: Posta selfie dell’amica nuda Lei la uccide con 65 coltellate.
Commento di Mario:
“Gradirei sapere dalle sessantoldracche imboldrinate se anche questo episodio si può definire femminicidio…”.
Commento mio:
“Giusto, ma soprattutto rapido il risarcimento; altro che italica cassazione!
D’altra parte, nemmeno Gesù Cristo ha perdonato Giuda Iscariota!”, in altre circostanze la stupidità prende il sopravvento:
2°: Esplode la moda del “knockout game”: pugni agli sconosciuti in mezzo alla strada.
Commento Di Mario:
“Ci vorrebbe per questi imbecilli qualcuno che il fegato che credono di avere per la loro idiozia, glie lo tranci mediante “effetto serramanico”…”.
Commento mio:
“Sarebbe da ridere se qualcuno, magari pronto di riflessi, mentre riceve il cazzotto ne sferra una serie di rimando all’aggressore, costringendo quest’ultimo a dire basta”, o arriva all’effetto meno logico:
3°: Restituisce il portafogli trovato in strada Accoltellato dall’amico del proprietario.
Commento di Marco:
“Chi si fa i cazzi suoi, campa 100 anni!”.
Commento mio:
“Chi trova un tesoro, perde un “amico”.
E’ proprio vero: La normalità non paga”.

La medaglia d’argento mette in risalto il tema cannibalismo, nel senso più vero della parola.
La globalizzazione fa brutti scherzi, soprattutto ai bambini di due anni, quasi come se si trattasse della riedizione della strage degli innocenti che tante soddisfazioni ha date ad Erode a suo tempo.
In Australia, c’è chi ci ha provato:
1°: «La mia mamma mi ha tagliato la gola e mi ha messo nel forno. Avevo 2 anni».
Commento di Marco:
“Stare troppo dietro alla religione, può nuocere alla sanità mentale!”.
Commento mio:
“Come vedi, il fanatismo non ha confini; nemmeno il cannibalismo!”.
In Pakistan, c’è chi ci è riuscito:
2°: Orrore in Pakistan: due fratelli rubano un bambino di 2 anni e lo mangiano.
Commento di Mario:
“Chissà se hanno usato qualche condimento…”.
Commento mio:
“Come detto, sono gli effetti della globalizzazione; una volta i cannibali si trovavano solo in Africa”.

PAPPARAPAAAAAAA!!!!!!!

L’elogio della normalità, lo vediamo con la Regina delle odierne vergogne, tale non tanto per il fatto in sé, quanto perché una notizia del genere non dovrebbe assurgere a questo ruolo:
LA STORIA. Lavora per qualche mese in Olanda e 50 anni dopo gli arriva una lettera: “Ecco la sua pensione”.
Commento di Mario:
“Dove le tasse non sono beneficienza per assistenzializzare sacche di carrozzonato male odorante di pubblico impiegatismo le cose funzionano, ma in questo Paese maledetto, dal momento che una efficienza come quella del Nord Europa è utopia, bene fa chi evade!”.
Commento mio:
Chi è parassita è anche evasore e chi evade non si capisce perché non lo si debba considerare parassita. Io preferisco combattere per arginare se non distruggere questa piaga, lamentandomene ma facendolo a testa alta, senza dire di non farlo a parole ma esercitando questo diritto con i fatti.
Proviamo a metterci in regola, per esempio dando anche del nostro in termini di idee, per poi magari lamentarci di ciò che non funziona.
Ma noi viviamo in un paese culturalmente arretrato, terra ove staziona gente che come detto si meraviglia del normale e ne fa una notizia: Quando cambieremo?

Alla Prossima.