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Il Castello Di Gambatesa: Dopo Un Mese

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Com’è Andata A Finire?

Dopo una salutare uscita dai problemi e dalle beghe prettamente gambatesane, torno ad occuparmi di un fatto che si è proposto lo scorso trentun maggio, quando il nostro

Sindaco

sufficientemente preoccupato, mi consegnava un documento attestante l’ormai famosa chiusura a tempo indeterminato dell’altrettanto nostro

Castello

secondo gli altrettanto ormai famosi canoni.

Considerato che pur essendo un pazzo, ricordo ancora le cose che in un certo qual modo m’interessano, provando a tornarci, e nel caso specifico a chiedermi:
Com’è Andata A Finire?

Lo faccio, innanzitutto perché se ho presa a cuore la cosa a partire da quel trentun maggio e con il mio primo articolo dal giorno successivo, vuol dire che la cosa stessa è importante.
Per questa farneticazione, ti rimando ai numerosi scritti che la mia mente malata e non solo, ha partorito durante tutto questo periodo.

Vista la situazione, ben avviata, (almeno così credevo), lo scorso otto giugno decisi di sfilarmi, proprio per ragioni di civiltà.

Mi Spiego Meglio:

In ogni società che si rispetti, ognuno ha il suo ruolo; quello mio, era di porre il problema a chi, per sua scelta nel candidarsi e voto di noi tutti, è eletto a nostro rappresentante; a quest’ultimo poi, spetta il compito di risolvere il problema posto, nel modo migliore.

Tornando un po’ indietro, va detto che il Sindaco, all’atto della consegna del documento della “discordia”, mi aveva chiaramente comunicato che da quel momento, sarebbe spettato esclusivamente alla comunità locale proporre un segnale che, di seguito, e proprio per evitarne strumentalizzazioni politiche, lui, in qualità di rappresentante della comunità stessa, (e solo in tal guisa, a differenza di quanto vorrebbero far credere i suoi detrattori), avrebbe girato a chi di dovere.

Sembrava troppo bello poter vedere che Gambatesa, dopo la brutta figura fatta alle elezioni provinciali, si fosse finalmente accordata; peccato: solo un’illusione.

Giusto una settimana dopo, nel veder fiorire iniziative lodevoli, (ad esempio quella di Riccardo D’Antonio, che attivava una raccolta di firme on line, dal significativo titolo:Castello Di Gambatesa: Non Chiudeteci Le Porte, o la reazione ferma ed indignata, proposta dal nostro corrispondente dall’America Pietro Abiuso a nome e per conto di tutti gli emigranti che hanno a cuore il nostro Maniero, con un articolo dal significativo titolo:Castello Di Gambatesa: Il Nostro Castello!), ecco i primi problemi, riassumibili in quel mio articolo intitolato:Raccolta Di Firme Per Il Castello: Prime Esplicite Minacce.

Col senno di poi, ma le avvisaglie erano già chiaramente nell’aria, finalmente si svela l’arcano.
Il diciotto giugno infatti, ecco l’organizzazione di un sit in presso il monumento da difendere in unità, presenti ovviamente solo coloro che, dopo aver tentato d’impedire al sottoscritto e a chi la pensa come lui di scrivere di e su Gambatesa, minacciando improbabili querele che sto ancora impazientemente attendendo, si mettevano in bella mostra, evitando di coprirsi con parvenze di vera unità;

Insomma:
Gettando La Maschera.

L’ultimo atto (e speriamo sia veramente l’ultimo) di questa sporca storia, lo si è potuto leggere martedì vent’otto giugno, quando, per loro stessa ammissione nel dichiarare il loro numero, una ventina di cittadini, non tutti di Gambatesa, ma tutti appartenenti alla stessa parte politica, si sono riuniti allo scopo di concertare un altro sputo di veleno su chi, guardando in faccia alla realtà, sta cercando di portare a soluzione con vere proposte il problema.

Prima di esporre l’unica reale proposta che, a mio modesto parere e non solo, al momento può essere praticabile però, mi preme rimarcare qualcosa a proposito di chi, frustrato nelle sue aspettative, non trova di meglio da fare che offendere la controparte.

Mi sono imbattuto in un articolo che riassumeva, a suo modo, quanto si è finora fatto per la riapertura del Castello, titolo:Castello: i primi passi della società civile e l’IGNORANZA CULTURALE dell’amministrazione., di cui ti rimetto di seguito anche il download:
Non Si Sà Mai.

Castello, i primi passi della società civile e l’IGNORANZA CULTURALE dell’amministrazione

Fra le tante cose scritte, si è parlato d’”Ignoranza Culturale”, affibbiata all’amministrazione municipale.
Non è chiaro però, se chi ha espressa tale Idea, si riferisse esclusivamente alla parte dell’amministrazione, componente di maggioranza, Sindaco in testa, o a tutta l’amministrazione municipale, minoranza compresa.

Comunque FLOP.

Ciò, perché va detto che nel primo caso, arriverebbe, (questa volta sì!) la querela; nel secondo caso invece, chi ha scritto quanto in esame, avrebbe compiuto un clamoroso autogol, atteso che, prima di parlare di pregi e difetti altrui, andrebbero verificati i propri, anche nel lanciare certe qualifiche che così sparate, vanno a colpire anche chi è alleato del Sentenziante.

Non lo dice anche il Vangelo?
“Prima di indagare sulla pagliuzza che è nell’occhio del proprio fratello, sarà il caso di considerare la trave che ostruisce l’occhio nostro”.
Ma chi parla, da certi “Ben Pensanti” è considerato “Fariseo”!

Nel partorire simili congetture però, coloro che scrivevano o che dettavano lo scritto, hanno anche clamorosamente sbagliata la costruzione della frase che, estrapolata, ti riporto di seguito:

“In effetti la grande delusione c’è stata quando la responsabile della
Soprintendenza ci ha comunicato i seguenti fatti: Il comune, nella persona del
Sindaco, è stato informato verbalmente a Giugno del 2010 che di lì ad un anno
con il pensionamento del secondo custode la Soprintendenza non avrebbe avuto
personale da impiegare richiedendo di provvedere in merito qualora il municipio
avrebbe avuto interesse che il castello non chiudesse.”

Sarà l’effetto del “Sapere” che viene insegnato oggi nelle università?
Te lo chiedo, non avendone, (a questo punto: per fortuna), frequentata alcuna!…

Al di là di ciò, (sono sicuro del fatto che dopo questo mio farneticare, l’articolo verrà adeguatamente corretto), mi preme chiedere a questi onniscienti:
Ma i termini Ignoranza e Cultura, non sono da considerarsi contrari l’uno all’altro?…

Passando ad un altro punto.
Già a suo tempo, parlando de visu con Luca D’Alessandro, (lucadalex), cercai di spiegare, (sempre nei termini della mia ignoranza di carattere generale), che la costituzione di cooperative a scopo di lucro, era qualcosa di auspicabile, ma di non praticabile, stando alle attuali norme in tema.
Lui, mi chiese scusa, dicendomi chiaramente: “credo di aver interpretato male quanto tu hai scritto”.
Siccome nel fare questa affermazione il Nostro non mi sembrava ubriaco, sempre col senno di poi, mi sorge spontanea la domanda:

Perché riproporre il problema come se niente fosse successo?

Volendo poi parlare di un supposto colloquio fra coloro che si sono riuniti martedì scorso e una rappresentante della sovrintendenza, (tal Maria Parziale), e già qui, si potrebbe fare la battuta di cattivo gusto sull’apertura del Castello a tempo determinato, ovvero, sul dire di alcuni, sicuramente da considerarsi “di Parte”, sarà il caso di prendere in esame un punto, che la dice lunga sul modus operandi di questi enti-carrozzone.

Stando a quanto riportato nell’articolo preso a pretesto, sembrerebbe che la dipendente dell’Ente proprietario dell’Oggetto del Contendere, nell’interloquire con i Nostri, abbia detto che “già dal duemiladieci, la sovrintendenza aveva comunicata verbalmente al municipio di Gambatesa, la quasi sicura chiusura del locale Castello, per mancanza di personale”…

Chi è Colto, a questa persona obbietterà che “verba volant, scripta manent”.
Io che come dico sempre sono il Re degl’ignoranti, su tutto il fronte, dico:
“Marì! Carta Canta E Catarina Sona!”.

Perché questa “comunicazione verbale”, col tempo e prima di arrivare al punto di non ritorno non è stata trasformata in “comunicazione scritta”?
Per troppa “Cultura”?

La gemma più bella però, è stata proposta da una persona, venuta alla bisogna da fuori paese, Liana Pasquale da Pietracatella, la quale, “innamorata del nostro Castello”, si è proposta di venire a lavorare come guida turistica, facendolo in modo gratuito.
Nulla da dire se fosse vero!

Alla faccia di chi vorrebbe impedirmi di scrivere di e su Gambatesa, ti dimostro che di questa parte della storia, probabilmente ne so più di chi era presente alla riunione.

Qualche giorno fa, (prima di quest’importante Consesso), ricevetti la telefonata di un mio carissimo amico, Donato Campolieti, esponente politico di sinistra, (quella vera), oltreché Direttore Regionale per il Molise della Confederazione Italiana Agricoltori (C. I. A.), che mi chiedeva d’interessarmi della proposta di una sua cugina, (poi assodato che si trattasse proprio di Liana Pasquale), che si proponeva per dare una mano alla soluzione del problema “Castello”, avendovi lavorato in qualità di guida turistica, proprio e non solo, durante le varie “notti dei musei”.

Sala Del Castello, del 14 maggio 2011

Dino, così lo chiamiamo fra amici, mi chiedeva aiuto, avendo saputo proprio da sua cugina che, la proposta in questione, presentata direttamente al nostro Sindaco, era stata da quest’ultimo maleducatamente snobbata.
Accettato il colloquio con Liana, le ho chiesto di fare l’unica cosa che mi avrebbe permesso, in qualche modo, di presentarmi come latore di quanto lei proponeva:
Le ho chiesto d’inviarmi per iscritto la sua proposta, in maniera, prima di tutto, che io la potessi pubblicare, così da attendere la reazione della parte che può decidere, per altro, non certo il Sindaco di Gambatesa.

Ebbene:
Sto aspettando ancora oggi questo scritto, scritto che ormai è da ritenersi superato dai fatti di cronaca di cui ti sto dando conto.

Nell’attendere però, siccome sono pazzo ma non sono scemo, ripensando al colloquio telefonico avuto con la Pasquale, mi sono posto una “Stupida domanda”:

Lavoro gratis?
Per quanto tempo?

Posso comprendere che lo si faccia per un giorno, una settimana, un mese;
Ma poi?
Ci dovrà pur arrivare questa persona a Gambatesa, a suo dire, giorno per giorno!
E se tanto mi dà tanto, la macchina o il mezzo pubblico con cui spostarsi costa qual cosina!

A meno che?…

Ma se esiste la possibilità di avere carburante o mezzi gratis, per favore illuminate anche ciò che resta della mente di colui che vi sta ammorbando con queste inutili e insipide chiacchiere!…

Fate La Carità!

Preso dal dubbio, afferro il telefono e richiamo il mio amico fraterno, proprio per cercare di poter ricevere ristoro con la giusta risposta.

Ecco svelato quest’ulteriore arcano:

Al mio dire, Dino mi risponde com’era giusto che si rispondesse.
“Liana, verrebbe a lavorare gratis, ed in maniera discontinua, proprio per mettersi in luce agli occhi di chi, in futuro, si occuperà del Castello e più in generale, di chi è del ramo.

Insomma:

C’è chi è interessato ad aprire le porte del Castello
e chi è interessato ad aprirsi le porte col Castello.

Cosa perfettamente legittima, ma da esporre in maniera chiara e trasparente!
A Gambatesa, saremo anche farlocchi, ma non fino a questo punto!

Però è bello, vedere che da sempre e per sempre, è esistito, esiste e sempre esisterà chi agisce per la serie:
“Ti sarò per sempre Gratis”…
Lascio alla tua Intelligenza ogni considerazione in merito.

Tornando a manovrare la cloche dell’immaginario aereo della vita, riprendiamo a volare alti, spiegando qual è, a detta di molti, l’unica possibilità, almeno per ora, di tenere aperto il Castello senza colpo ferire.

Tramontate le ipotesi di affidare a varie associazioni di pensionati l’Incombenza, l’unica soluzione sarebbe quella di appoggiarsi ai ragazzi che fanno il Servizio Civile.

Visto che i Nostri, dallo Stato o chi per esso, percepiscono un minimo di danaro, bello sarebbe, anche per riconoscenza, oltreché per orgoglio di gambatesani, se costoro accettassero di buon grado di lavorare per la collettività, occupandosi di qualcosa che è di tutti, prima che di un ente che per obblighi dello stesso Stato, a suo tempo, rilevato il Castello di Gambatesa alla stessa stregua di tanti altri monumenti in Italia, se ne sente ora Padrone Esclusivo.

In definitiva:

Avanti con questa, in attesa di proposte serie e soprattutto migliori.
Possibilmente agendo per tempo, visto che come ogni anno, si sta per avvicinare il periodo più profiquo dal punto di vista dell’arrivo di turisti che anche se in maniera mordi e fuggi, possono creare quella boccata d’ossigeno per l’economia dei pochi esercizi commerciali nostrani, oltreché, (ma bisognerebbe operare così, come si fa in posti più rinnomati), per le casse del nostro municipio, della stessa sovrintendenza e perché nò! Per le tasche di coloro che, già ricompensati, non disdegnerebbero qualche piccola mancia che con questi chiari di luna, sicuramente sarebbe più che ben accetta.

AVANTI TUTTA!

Non vorrei che, passate le elezioni regionali del prossimo novembre, (vero obbiettivo da raggiungere, per chi, cercando l’esclusiva mascherata da azione unitariamente portata avanti, fa vedere d’interessarsi al tema), il Castello venga abbandonato al proprio destino, e segua a ruota la fine fatta dalla

Chiesa Di San Nicola

Come già detto, chiusa da ormai tanto tempo, anche nel giorno dedicato al Corpo ed al Sangue di Gesù.

Ma questa, è un’altra storia.