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In Italia C’E’ Bisogno Di Nuove Leggi?

Di Vittorio Venditti

Altra Perdita Di Tempo

Tornando al generale, oggi mi viene da riproporre una riflessione più volte gridata, ma divenuta attuale ai sensi e per effetto del mio impegno profuso per mandare Matteo Renzi là dove oggi lo troviamo, quindi, non a quel paese.

C’è bisogno di nuove Leggi o sarebbe sufficiente rispettare quelle già in vigore?

Lo spunto mi viene offerto da quest’articolo che ci propone in particolare la situazione che vive internet in Italia. Sai che a tal proposito, tanto è stato promulgato e quasi niente viene rispettato; vedi ad esempio il problema “accessibilità ai siti” (e non parlo solo di quelli istituzionali), problema spesso demandato al buon cuore di chi costruisce i siti in questione, alla faccia di Leggi e Leggine, nazionali o europee, allegramente bypassate anche da chi dovrebbe imporne l’applicazione. Più in generale, detto tante volte del mancato rispetto della madre di tutte le Leggi, (da modificare un giorno sì e l’altro pure, ma da non rispettare a pieno nemmeno durante carnevale, quindi, neanche per scherzo), passiamo a quanto avviene per il naturale derivato, dove si promulgano Leggi contraddittorie fra loro, allo scopo di creare lacci e lacciuoli per tenere a bada il “gregge” senza fare troppi sforzi, fregandosene altamente di governarlo perché in quel modo la politica diventerebbe un lavoro ed i politici dovrebbero farlo seriamente.

Allora: Come risolvere il problema?

A suo tempo, qualcuno ebbe la giusta idea e fu messo ovviamente a tacere senza troppi complimenti; oggi, il buon Matteo, ci ha detto di voler “cambiare verso”. Personalmente ho creduto nelle sue parole e l’ho messo alla prova, attendendo i risultati di quanto, con l’aiuto dei poteri a lui favorevoli, sta seminando. Mi aspetterei però una radicale riduzione, oltreché dei parlamentari, anche delle Leggi vigenti, soprattutto quando la loro contraddittorietà, utile a chi, non sapendo far niente, cerca di crearsi un potere che non ha ne deve avere, ingessa il resto, costringendo la macchina patria a correre con il freno a mano tirato.

In sostanza: Se l’Italia si vuole ancora definire un paese civile, farà bene a mandare a casa chi pensa di legiferare litigando nei consigli municipali sull’opportunità di lasciare o revocare la cittadinanza al Duce, (opera di lecchinaggio già imposta in quel tempo da chi doveva trarne vantaggi personali, vedi ad esempio la creazione del Pubblico Registro Automobilistico, nato per imposizione di Giovanni Agnelli nel 1927, utile solo a questo per vendere le sue automobili a rate…), fregandosene altamente dei problemi degli attuali cittadini, magari molto più onorevoli e da considerare tali, non fosse altro che per la pazienza profusa per non prendere i politici attuali a calci nel sedere.

Sarà pur vero dunque che l’italiano sia contento di star male per poi darne la colpa a chi lo governa, ma chi compie questo gesto seriamente, dovrà davvero iniziare a pensare che si può governare bene solo con poche e chiare Leggi, magari poi applicando anche quella cosa sconosciuta che si chiama “Certezza Della Pena” verso coloro che vivono la loro vita basandola su furbizia ed ipocrisia.