Di Vittorio Venditti
Quelle Europee!
Non avendo ancora informazioni degne di nota su quanto dovrà accadere a Gambatesa a breve e considerato che i pettegolezzi che in questi giorni si sprecano sull’argomento “Elezioni municipali 2014”, se pubblicati, tirerebbero solo acqua al mulino di chi ci bolla come diffusori di chiacchiere da bar, in attesa di quanto dirà la mia “pazzia”, andiamo a sparlare di quanto, nello stesso periodo, accadrà a livello europeo.
Nel millenovecento ottantaquattro, i miei freschi diciotto anni, (con già quattro di politica fatta nelle strade ed a scuola), mi proposero la prima volta al Voto con la tornata delle elezioni europee. Fresco di studi e credente ancora nella possibilità di costruire un mondo migliore basato sulla serietà e non sul falso, decisi di Scegliere due persone a me note per fama: Lo storico Rosario Romeo, (del quale ho letto più di qualche scritto), ed il professor Francesco Compasso, noto docente universitario del tempo, al momento passati là dove si dice ci sia solo la Verità. I Nostri, si presentavano in coalizione, essendo il primo nelle fila del partito Repubblicano di Giovanni Spadolini, il secondo invece, appartenente al partito Liberale di Valerio Zanone, due piccole compagini componenti, a loro volta all’area di governo, (il cosiddetto “pentapartito”, composto oltre a loro, dal partito social democratico e dagli “animali” più grossi: il “cinghiale” socialista e la “grande Balena”, vale a dire la Democrazia Cristiana. I due partitini dei quali facevano parte coloro che io deputai a rappresentarmi a livello europeo, erano i primordi di quello che poi sarebbe stata Forza Italia e tutto ciò che ne è seguito durante la seconda repubblica.
Io allora ci credevo:
E oggi?
La foto che ti ho mostrata in testa, lo dice in modo eloquente.
Ti ho mostrato il tesserino per il parcheggio degli invalidi che la buona Europa ci ha voluto fornire al posto di quello arancione di patria provenienza.
E beh, di che ti lamenti? (Direbbe il benpensante di turno).
Già detto del tesserino arancione e dei suoi annessi e connessi in varie occasioni, posso solo aggiungere che il documento azzurro, oltre al colore ha cambiata la forma. In sostanza, se il permesso precedente poteva essere facilmente portato nel taschino della camicia, questo nuovo, per agevolare l’invalido e rendergli la vita più semplice, è più grande e quindi non può venir intascato, costringendomi spesso a lasciarlo a casa e pagare il parcheggio.
Bel risultato: No?
Mi domando:
Ma se i biglietti della macchinetta del parcheggio sono più piccoli di una carta di credito e si vedono se pur esposti all’interno dell’auto parcheggiata, perché non produrre un tesserino per il parcheggio degli invalidi con formato carta di credito, in modo da poter essere facilmente conservato nel portafoglio?
Potrei parlare di tante altre cose ben più importanti che mi fanno sentire lontano da questa forma d’Europa e da coloro che, non contando più nulla in ambito nazionale, vengono parcheggiati dal nostro Voto nel relativo parlamento, così burocraticamente importante da dover operare in ben due capitali, con l’ovvio trasporto di migliaia di faldoni da una capitale all’altra, alla faccia dell’informatizzazione e della lotta alla burocrazia, (Ucraina docet), ma preferisco, schifato, fermarmi qui e non tediarti ulteriormente, annunciando quello che sarà il mio Voto di trent’anni dopo la prima volta:
N O N A N D R O ‘ P R O P R I O A V O T A R E ! ! !
Varrà anche per le municipali?