Di Stefano Venditti
Cari amici, cari lettori è da diversi giorni che non ci sentiamo tramite il web. Il motivo? Da mercoledì 19 febbraio sono diventato papà. Mia moglie ha dato alla luce il nostro primo figlio, Marco, che ha donato a tutte e due le famiglie una grande gioia visto che è il primo nipote da parte sia della famiglia Venditti sia della famiglia Sapio. E’ stata un’esperienza davvero eccezionale visto che mi è stata data l’opportunità di essere presente in sala parto all’ospedale Cardarelli di Campobasso al fianco di mia moglie e partecipare così a tutte le fasi del pre e post parto. Per un papà credo che sia la cosa più bella del mondo, visto che si sente più partecipe alla nascita del proprio figlio.
A questo punto mi corre l’obbligo di ringraziare tutto lo staff del reparto di ginecologia ed ostetricia e di neonatologia del Cardarelli per l’elevata professionalità, gentilezza e disponibilità mostrata nei miei confronti e nei confronti di Maria e Marco. Non credevo, prima di aver vissuto questa straordinaria esperienza, che il servizio pubblico sanitario a Campobasso fosse così preparato e ben strutturato. Ci è stata data la possibilità di frequentare ben due corsi pre parto, uno al consultorio, l’altro di musicoterapia al Cardarelli. Ambedue, per chi come me e mia moglie attendeva il suo primo figlio, sono stati oltremodo utili e puntuali, ed uno post parto con delle giovani e dinamiche psicologhe sempre al Cardarelli. Diversi anche i servizi offerti, totalmente gratuiti, alle partorienti tra i quali merita una menzione particolare la visita di un’ostetrica del consultorio per ben tre volte al proprio domicilio per venire incontro alle esigenze di una neo mamma e del suo bambino. Meravigliosa è stata anche la conoscenza della dottoressa Cofelice che ci ha permesso di donare il sangue del cordone ombelicale. Un gesto concreto di solidarietà verso coloro che soffrono e verso chi da sempre crede nella ricerca delle cellule staminali. Solo se vissuto a pieno e in perfetta sintonia con la propria moglie o compagna la nascita di un figlio può regalare emozioni forti e difficilmente esprimibili a parole. Questo è capitato a me e mia moglie Maria che sin dall’inizio del concepimento abbiamo vissuto con profondo coinvolgimento l’arrivo del nostro caro Marco che è la luce dei nostri occhi. Ed è questo che auguro a tutti i futuri genitori, vale a dire quello di vivere fino in fondo ogni momento dell’attesa di un figlio, dall’inizio fino alla fine, dai momenti più importanti a quelli che possono apparire meno importanti ma non lo sono come ad esempio l’acquisto di una tutina o del fiocco da apporre sulla porta d’ingresso. E’ un’esperienza che cambia decisamente la vita di una persona, però in un’unica direzione: ci sono solo aspetti positivi e nessuno negativo. Per questo mi sono fermato per circa due settimane, per assaporare in pieno e senza nessun tipo di distrazione l’essere genitore e padre. Mi è piaciuto molto il paragone che mi ha detto un caro amico via telefono dopo avermi fatto gli auguri “… è bello sentirsi non più spina ma presa …”. Da oggi io e mia moglie Maria dovremmo pensare in primis a Marco e poi a tutto il resto. Con questo, però, voglio assicurarvi che dalla prossima settimana tornerò nuovamente a lavorare e a bersagliarvi di articoli, ripartendo pian piano, un passo alla volta con la consapevolezza di riprendere da dove ci siamo lasciati, vale a dire dai discorsi intavolati fino a mercoledì 19 febbraio, quando alle 23.55 è nato un piccolo angelo di nome Marco.
A risentirci a presto