Di Carmine Aceto
Rosamaria Lalli comunica alla Biblioteca Albino la decisione
di donarle il fondo librario e documentario di Renato Lalli.
La Provincia di Campobasso e la Biblioteca rendono pubblica la nota e la scelta di Rosamaria Lalli, esprimendole profonda gratitudine per la fiducia riposta in uno dei più antichi istituti culturali del Molise
“La scelta di destinare alla Biblioteca P. Albino il cospicuo lascito documentario di mio marito Renato è stata motivata dall’intenzione, con lui condivisa, di rendere fruibile il suo ricco, ampio e vario patrimonio culturale, a più livelli da quello didattico a quello della ricerca.
È un prezioso patrimonio consistente in ricerche e studi documentari con dovizia di annotazioni e anche riflessioni personali. Preziosi tra l’altro sono i diari, memoria personale e memoria collettiva, memoria storica perché documento di casi, vicende, avvenimenti, fatti minuziosamente descritti e commentati.
I suoi diari sono “una finestra sul mondo”, attento come era Renato ad ogni sollecitazione e suggestione provenienti dal mondo esterno. Importanti sono il nutritissimo epistolario, la fittissima corrispondenza con familiari, amici, uomini di cultura dai toni rigorosi ma pur sempre affezionati. Renato ha dedicato la sua energia intellettuale a ricostruire la storia del Molise con documentate indagini in rapporto tra cultura regionale e cultura meridionale.
L’interesse dei suoi studi ha spaziato in tutti gli ambiti disciplinari. Per l’indagine storica, fondamentale è stata la consultazione del materiale raccolto negli archivi e nelle biblioteche, crogiuolo del sapere.
La Biblioteca Albino è stata, nel suo lungo e proficuo corso di studi e di ricerche, un punto di riferimento, considerandola la struttura culturale più autorevole della regione, stabilendo con il gruppo dirigente sempre veri rapporti amichevoli.
Di Pasquale Albino traccia la biografia in “Profili di personaggi Molisani” rilevandone i molteplici interessi culturali e il merito di avere istituito la biblioteca pubblica che porta il suo nome.
Renato ha messo il suo sapere a disposizione di tutti con umile e generoso spirito di servizio, con fede nei valori della cultura e della verità, guida necessaria nella ricerca e negli studi. “Negli studi ho ritrovato la mia libertà”, così scrive su una pagina dei suoi diari nella quale riporta un pensiero di Gramsci: “La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità e conquista di coscienza superiore per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri” (da Socialismo e cultura, “Il Grido del popolo”, 29 gennaio 1916).
Rosamaria Lalli