Di Vittorio Venditti
“C’E’ Sempre “SPAZIO” Per Le Prime Pagine Su Cui Sbattere Mostri Da Far Processare Alla Pubblica Opinione”
E questo il breve commento con il quale la nostra “Mina Vagante” ha voluto fornirmi la pezza che la dice lunga su come stia cambiando il giornalismo e soprattutto a che livelli si stia riducendo un mestiere nato d’inchiesta, in fin di vita per il volersi mettere in bella mostra alle spalle di chi, magari, alla fine della fiera non ha colpe da espiare.
Il benpensante di turno ora dirà: “Questo scemo non si rende conto di dire ciò per cui viene criticato a Gambatesa”. Chissà fra me e costui chi è realmente scemo, atteso che: 1°, io non sia un giornalista; 2°, le mie denunce vertano su fatti acclarati e non su pettegolezzi; anzi, a tal proposito, dovrei essere io a lamentare qualche “sparata” proposta da chi poi è dovuto rientrare nei ranghi ed abbassare il capino; 3°, che chi mi critica nel paesello, a detta di tutti e non solo mia, ha parecchi scheletri nell’armadio da tener ben chiusi.
Al di là di ciò, in diverse occasioni con il mio collaboratore nonché amico Stefano Venditti, abbiamo discusso del fatto che guardando il flusso di notizie valide che arrivano nelle redazioni, c’è sempre meno materiale da trattare. Questo fatto, a mio parere, probabilmente mette chi deve scrivere nelle condizioni di appigliarsi a qualsiasi cosa, pur di scrivere per l’appunto.
A questo punto però, mi viene spontaneo chiedere a chi dirige l’ordine dei giornalisti, nazionale o locale che dir si voglia, il perché di tanto lassismo nel fermare chi, per protagonismo o solo per fame, arriva al punto di mettere nomi solo indagati in piazza, magari dimenticando di scrivere di gente condannata, solo per poi poter avere il tozzo di pane che questa gente offre in cambio del silenzio di chi dovrebbe invece parlare.