Di Vittorio Venditti
Breve Straordinaria
Mentre scrivo, sono le due antimeridiane di domenica ventisèi gennaio; sono appena rientrato a casa ed ho pubblicata la farneticazione pseudo religiosa che hai letta, contento di averlo fatto, nella speranza di farti risvegliare dal torpore che t’imprigiona “felicemente”.
Allora: Perché ti disturbo ancora?
Dopo la solita serata del sabato sera, ovviamente ognuno deve rientrare a casa; facendolo in maniera ordinaria, nemmeno chi ti tedia, pensa di dover portare con sé la macchinetta fotografica, ovvero la pistola della quale il pazzo in questione è in possesso. Non facendolo però, sempre il pazzo di cui stiamo parlando, rischia la vita per certi “incontri” che si fanno in un paese come Gambatesa.
I fantasmi?
I ladri capitanati da Lupin?
Niente di tutto questo: Rientrando a casa, mi sono trovato in via Eustacchio, (di fronte alla barberia di Pina genovese, moglie di Salvatore D’Antonio (a ciavl), a dover contrastare una muta di una decina di cani, abbaianti, ma presto messi in fuga.
Non ti nascondo che se avessi avuta in tasca la mia P38, (regolarmente non denunciata), non avrei esitato a colpire qualcuno di quei “soggetti”, nonostante il fatto che si dica che chi non ci vede, sia fedele a questo dire non centrando i bersagli. Io, com’è accaduto proprio l’altra sera a proposito di uno schiaffo mirato al viso di un mio avversario, avrei sicuramente fatto centro ed il risultato lo avrebbero trovato fra qualche ora coloro che andranno a resettare la loro memoria presso chi, amministrando una comunità, considera non suoi, i problemi di questa.
Se consideriamo poi che ormai non abbiamo più un’amministrazione municipale, (Si dovrebbe votare fra qualche mese e chi ci governa sta già pensando di candidarsi presso altri lidi), l’unica speranza di civiltà che resta a disposizione dei gambatesani, è quella proposta dal Maresciallo Maglia, comandante la stazione dei carabinieri di questo paesello, al quale faccio affidamento, non tanto per me, (sono in condizione di liberare Gambatesa dai cani, non tanto a colpi di pistola, quanto a cariche di polpette di carne farcite di pezzi di vetro), quanto per evitare che la muta di bestie in questione possa aggredire persone più inermi di me e provocare danni sui quali poi piangere da ipocriti, magari presso il palazzo gestito da chi dice che i problemi della gente di Gambatesa non sono suoi.