Di Vittorio Venditti
Sono O Non Sono “Voce Fuori Dal Coro”?
Il bello di essere indipendente e di potersene fregare allegramente di leccare il deretano di questo, piuttosto che di quell’altro, sta anche nel poter dire ciò che si pensa, magari in favore di gente che non si considera più di tanto. Sai che sono di destra e che considero Paolo Di Laura Frattura, la sintesi del suo esser figlio di Fernando, e figlioccio di Michele Iorio, almeno dal punto di vista politico; quindi, per questo valido motivo, non vicino al mio modo di essere e di pensare. Quando però si superano i limiti, si deve essere obiettivi e considerare il dove ci si debba fermare a criticare per fare il punto della situazione.
Lo spunto mi viene da quanto si sta dicendo in questi giorni, (qui una valida sintesi), a proposito della società di Bojano, nata come impresa che si occupava dell’allevamento e macellazione di polli, quasi morta per essere voluta diventare una succursale del mangificio politico tenuto vivo da chi, da quel mangificio, trae linfa per i propri affari. Si sta raggiungendo il fondo e l’unica colpa dell’attuale governatore della regione Molise, è quella di trovarsi a dover finalmente dire che un’impresa, nata come tale, dovrebbe, anzi, deve andare avanti con le proprie gambe, e non dipendere dai pubblici danari; insomma: La società di Bojano che si occupa di allevamento e macellazione di polli, deve campare vendendo la sua merce e non facendola pagare anche a chi di polli non ne mangia, con la scusa della solidarietà. Stessa storia deve valere per tutte le altre cosiddette imprese, vissute finora allo stesso modo.
“Chi crede di avere proposte valide per risolvere anche uno dei tanti problemi che affliggono la nostra Regione si faccia avanti: siamo pronti ad ascoltarlo pubblicamente, in Consiglio regionale”.
No, o governatore, tu sei stato eletto e tu devi governare; tocca a te, nel bene o nel male, prendere le decisioni per le quali vieni pagato e ti sei anche aumentato lo stipendio. Fallo, perché diversamente mi tocca dar ragione a Mario che dice sempre di non lamentarsi di niente ed è il primo a farlo con commenti di questo tenore: “Ma se dovesse venirmi in mente tra me e me di pensare “ma allora questi che cazzo ci stanno a fare li”, dovrei preoccuparmi per le mie condizioni mentali?”.
Diverso è il comportamento da pezzente di chi, nonostante sia stato rassicurato del pagamento di stipendi derivati non dal proprio lavoro ma dalle tasse di tutti, si permette d’insultare chi, a quel tavolo, secondo la mia mente malata, non avrebbe dovuto proprio sedere. Per questo, considerato che io il pollo lo compro senza guardare la marca di provenienza, e voglio pagarlo una sola volta per ogni acquisto, e tenuto conto della modalità d’assunzione di molti di costoro che oggi inveiscono contro chi ha avuto il coraggio delle sue azioni, mi permetto di solidarizzare disinteressatamente con Paolo Di Laura Frattura, sperando che lo shock creato dall’incidente dei giorni scorsi serva da viatico verso il ritorno in Molise di una cultura d’impresa scevra dalla politica e dai suoi tornaconti e di conseguenza seriamente e dignitosamente produttiva di quella ricchezza reale che i molisani meritano.