Di Vittorio Venditti
Per La Serie: “Il Perfetto Ordine Del Caos: In Tutti I Sensi
A poco più di tredici mesi dal primo “exploit”, ecco che la banca d’Europa torna a modificare altre banconote che da dodici anni ci fanno compagnia: Questa volta tocca alla dieci euro.
Già trattammo il problema a proposito della pezzatura da cinque, (qui), e dei disagi da questa creati, non solo a chi ha un deficit ma anche alle persone comuni, atteso che le nuove banconote vengano sistematicamente rifiutate dai distributori automatici di qualsiasi genere, in quanto i software che li gestiscono non vengono aggiornati per non doverlo fare ad ogni capriccio della B. C. E., ovviamente a spese dei gestori dei distributori in questione. Abbiamo anche accennato al fatto che le banconote vecchie circolino unitamente alle nuove, generando un gran casino, (mi si passi il francesismo), non da poco, soprattutto quando poi ci s’imbatte in fogli di taglio maggiore, piegati da quegli imbecilli che pensano solo a loro stessi e che io passerei per le armi, ovviamente sparando a costoro prima proiettili di sale per farli soffrire durante l’agonia, facendo circolare nel frattempo anche le monete nazionali fuori corso, (qui ciò a cui mi riferisco, cosa espettorata un altro giorno dieci, di quattro mesi dopo la prima farneticazione).
Dal prossimo 23 settembre dunque, avremo per le mani una nuova versione di banconote da dieci euro e la notizia, a differenza della volta precedente, (allora la cosa fu pubblicizzata sei mesi prima), ci viene comunicata con maggiore anticipo: Forse c’è stata la protesta dei falsari che non hanno fatto in tempo ad adeguarsi in sei mesi?
Al di là della battuta, che poi tanto battuta non è visto ciò che circola, mi chiedo il perché ancora s’insista a non voler mettere in pratica un vero decollo della moneta elettronica, (con tutti gli ovvi annessi e connessi, primo fra tutti quello della completa accessibilità alle vie informatiche, atteso che ciò significherebbe innanzitutto un grosso risparmio per chi conia il danaro contante; mi chiedo inoltre il perché in Italia ci si ostini a chiedere spese di commissione sull’uso delle carte di credito e della moneta elettronica in genere, quando fuori, (dove per altro le transazioni avvengono in tempo reale e non dopo due o tre giorni, come succede in Italia), a me risulta che ciò non accada.
In definitiva: Mi chiedo se alla fine della fiera, visti i vantaggi e gli svantaggi dati dalla non integrazione con gli altri Stati che formano quell’agglomerato di burocrazia che si chiama comunità europea ed atteso che l’Italia, che che se ne dica, è fra i primi ad onorare le contribuzioni per il mantenimento di questa inutile baracca, mi chiedo dicevo, se non inizino ad aver ragione coloro che farfugliano di una non ben definita, ne ben definibile uscita da questa stalla, non solo intesa come limite imposto agli allevatori, in riferimento alle quote latte.