Di Stefano Venditti
Al via il terzo corso per formare volontari Clown che svolgeranno la propria attività nelle varie strutture ospedaliere e nelle diverse case di riposo
« Una risata può avere lo stesso effetto di un antidolorifico: entrambi agiscono sul sistema nervoso anestetizzandolo e convincendo il paziente che il dolore non ci sia » (Patch Adams).
Sono 25 i futuri volontari Clown che hanno partecipato alla prima parte teorica, lo stage pratico si svolgerà a partire dal 31 gennaio fino al 2 febbraio nelle strutture sanitarie convenzionate, del terzo corso di Clown terapia tenuto da docenti e da Clown formatori quali Flora Sasso in arte “TrillyFlò” dell’associazione “La Tua Voce Onlus”, affiliata a Patch Adams, finalizzato alla creazione di un gruppo di nasi rossi operativo in ospedali, asili d’argento, case di riposo, asili nido.
I nuovi Clown volontari, coordinati dal responsabile, il Dottor Fulvio Fusco Clown Dottore, si andranno ad affiancare agli altri 40 volontari che hanno preso parte alle prime due edizioni del corso e che da tempo prestano la loro mirabile opera in diverse strutture del capoluogo di regione e non solo. Il clown trasforma il reparto o la camera d’ospedale, cornici fredde e distaccate dove vivono i pazienti, in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami. Inoltre prova a stabilire con gli spettatori un rapporto umano di fiducia e confidenza, capace di far dimenticar la quotidianità della vita ospedaliera, a profitto della fantasia e dell’immaginazione. L’importanza di questa figura non si esaurisce nella figura del paziente, bensì si estende a tutta la sua famiglia, proprio perché i miglioramenti del malato vengono vissuti e condivisi anche da coloro che lo circondano con amore e affetto. Diffondere il sorriso, affrontare la malattia con un rapporto più empatico, ridurre la distanza tra il medico e il paziente, valorizzare l’umanità delle persone. Questa la filosofia del Dottor “Patch Adams”, filosofia che è alla base anche della costituzione della sezione molisana dell’associazione “La Tua Voce Onlus”.
Dopo, dunque, questa prima parte teorica i Clown volontari animeranno le giornate del reparto di Pediatria e Neonatologia del Cardarelli di Campobasso, delle case di riposo Pistilli, Elisir di Campobasso, Alba di Monacilioni, Residenza dei Saggi di Monteroduni e della struttura per minori La Tavolozza di Ripalimosani e la casa delle Suore Immacolatine di Campobasso.
Chi è Patch Adams
Hunter Doherty “Patch” Adams (Washington, 28 maggio 1945) è un medico, attivista e scrittore statunitense. Ha fondato il Gesundheit! Institute nel 1971. Ogni anno organizza gruppi di volontari, provenienti da tutto il mondo, per recarsi presso vari ospedali di diversi Paesi del mondo, travestiti da clown, con l’obiettivo di far riscoprire l’umorismo agli orfani e agli ammalati. È generalmente riconosciuto come l’ideatore di una terapia olistica molto particolare: quella del sorriso, anche nota come clownterapia.
La fase giovanile e l’amore per la scienza
Patch Adams è nato il 28 maggio 1945 a Washington D.C.. A causa dei trasferimenti del padre, ufficiale dell’Esercito degli Stati Uniti, però, lui e la sua famiglia si spostavano di continuo: visse in Germania per sette anni, in Giappone per tre, in Texas e Oklahoma e in molti altri posti per periodi più brevi. In Germania frequentò le medie dove partecipò a varie competizioni scientifiche: in una prima competizione era impegnato a dissezionare una rana; in una seconda a mantenere in vita un cuore pulsante in una soluzione di Ringer lattato, una sostanza fisiologicamente simile al sangue; il terzo anno, determinato a riuscire a vincere la gara della “Fiera Europea delle Scienze”, creò un progetto: stava studiando infatti in quell’anno la gibberellina, un ormone vegetale che avrebbe potuto far crescere cavoli alti quattro metri e far arrivare a maturazione le piante in tempi notevolmente più rapidi. Aveva letto del progetto in una rivista scientifica e sapeva che in Germania si era lavorato pochissimo con questo ormone. Decise, così, di scegliere quest’argomento, non per suo interesse, quanto per impressionare i giudici. La strategia ebbe il successo sperato. Vinse il primo premio per le scienze biologiche con il progetto chiamato “L’effetto della gibberellina sulle coltivazioni intensive”.[ Iniziò anche lo studio appassionato di chimica e matematica: difatti era solito entrare nelle farmacie per comprare ingredienti chimici e qualsiasi strumento da laboratorio che gli permettessero di fare tutti i tipi di esperimento nel suo laboratorio personale. Era anche solito sezionare animali e analizzare miscugli chimici per valutarne gli effetti.
Tutto un tratto la sua vita cambiò: suo padre, malato di cuore, anche per le devastanti esperienze di guerra, morì per un infarto quando Adams aveva appena 16 anni. Questa perdita lo segnò moltissimo anche perché nell’ultima settimana di vita aveva avuto finalmente modo di avvicinarsi al padre dopo che questi per anni era stata una figura assente nella sua vita.
« Non appena io e mio padre eravamo diventati amici lo persi. »
Con la madre e il fratello si trasferì in Virginia del Nord e seguirono i 3 anni più tumultuosi della sua vita. Per un breve periodo di tempo furono ospitati da uno zio che divenne il suo surrogato di padre. Divenne un alunno ribelle e un anticonformista: scriveva articoli contro la segregazione, l’ipocrisia religiosa e la guerra ma non riuscendo ad esprimere veramente ciò che lo affliggeva, divenne sempre più introverso e insicuro
« non mi dava più conforto la religione, che sentivo ipocrita … né la scienza e la ragione che erano state il mio conforto nel passato »
Seguirono una serie di dolorose esperienze: si ammalò di ulcera, che i medici sbagliarono a curare; la ragazza di cui era innamorato, Donna, lo lasciò; lo zio si suicidò. Tutto ciò contribuì a far precipitare il suo già instabile equilibrio interiore. Pensò di togliersi la vita: una volta prese 20 aspirine, un’altra pensò di saltare giù da un precipizio. Ma il desiderio della morte non era poi così tanto maturo, tanto che tornò dalla madre alla quale disse:
« Ho provato a uccidermi. È meglio che mi ricoveri in un ospedale psichiatrico[ »
Il risveglio spirituale al potere dell’amore
Il soggiorno di due settimane nel reparto psichiatrico di Fairfax fu il giro di boa della sua vita. La guarigione ma soprattutto la sua apertura alla vita furono dovute non tanto ai medici, quanto alla famiglia, agli amici e soprattutto all’incontro con Rudy, suo compagno di stanza, sofferente di una solitudine che egli non avrebbe mai sognato potesse esistere e che al confronto faceva sembrare futile il suo dolore. Comprese di essere sempre stato circondato dall’amore, ma che non aveva lasciato che questo influisse su di lui. Comprese anche che le persone supposte “pazze” rispondevano semplicemente alla complessità della vita con paura, rabbia, tristezza e disperazione e che avevano solo bisogno di attenzione e amore. Per la prima volta, per un caso fortuito, si rese conto di essere in grado di aiutare chi soffre senza ricorrere ai farmaci, ma semplicemente ricorrendo a terapie ludiche. Fece superare a Rudy la sua fobia per gli scoiattoli, che addirittura non gli permetteva di andare al bagno, improvvisando una guerra immaginaria contro “quelle tremende bestioline”. Ecco quindi che il sorriso, la spensieratezza rappresentano la ricetta più genuina per iniziare un processo di guarigione molto più efficace di qualsiasi terapia accreditata dalle riviste scientifiche più note, ma spesso mal sopportate dal paziente. Era importante quindi creare in primis un rapporto medico-paziente basato sull’allegria e la complicità. Decise così di ampliare le sue conoscenze sulla via per una vita felice: lesse libri che trattavano della felicità e dell’amicizia; contattò, fingendosi uno studente di sociologia o un artista, numerose persone con le quali instaurava conversazioni per conoscere la loro storia:
« divenni un esploratore dei continenti dell’esperienza e del divertimento facendo ricerca nel laboratorio dell’umanità »
Uno studente sui generis
Dopo aver lasciato l’ospedale, decise di entrare a medicina per il suo desiderio di “servire”; la riacquistata fiducia in se stesso aveva maturato in lui la voglia di cambiare il mondo. La sua divenne una vocazione, una missione proiettata verso il prossimo e decise di iscriversi al Medical College in Virginia ma stravolse un’intera istituzione storica. Furono, infatti, anni difficili perché l’ambiente accademico rigoroso di quel tempo, non accettava il modo rivoluzionario con cui Patch intendeva curare i pazienti: si infiltrava tra i reparti senza alcuna autorizzazione già dal primo anno di università (pratica riservata solo agli studenti dal terzo anno di medicina) per stare vicino a dei malati terminali o bambini in gravi condizioni di salute, presentandosi sempre in modo comico e originale. Tale concezione stravolse alcuni dei concetti cardine della medicina occidentale moderna, rendendo Patch Adams un personaggio rivoluzionario e scomodo che si contrapponeva, in maniera forte, alla medicina tradizionale. Venne accusato di “troppa allegria” e minacciato di espulsione. Di fronte alla commissione che doveva giudicare il suo caso, Patch Adams pronunciò un discorso che lo ha reso celebre per i suoi contenuti e ispiratore di molte teorie di medicina olistica. Ottenne la laurea nel 1971. Sposò nel 1975 Linda Edquist, una volontaria della clinica al Virginia Commonwealth University, conosciuta durante l’ultimo anno di medicina e da cui ebbe due figli; nel 1998 divorziò[.
Il Gesundheit
Dopo la laurea lavorò all’ospedale della Georgetown University, “ma fu come ritornare al medioevo: […] un gran numero di persone fisicamente in salute, le cui vite erano miserevoli”. Animato dalla volontà di mettere in pratica le sue teorie mediche alternative, Patch Adams trasformò la casa in cui viveva in una clinica aperta a chi soffre. Assieme a un gruppo di volontari riuscì, in dieci anni, a prestare cure gratuite a circa 15000 malati senza chiedere compensi in denaro o di altra natura perché convinti che la guarigione doveva essere un interscambio umano amorevole e non una transazione commerciale. “La medicina è uno scambio d’amore, non un business. L’antidoto a tutti i mali è l’umorismo” dichiarò in un’intervista. Nel 1977 comprò un terreno nel North Carolina, dove progettò di costruire una clinica vera e propria. Vista dall’alto, la costruzione, nelle intenzioni di Patch Adams, doveva riprodurre la sagoma di un clown. A questo scopo fondò il Gesundheit! Institute (in tedesco significa salute). Si trattava di un progetto ambizioso, anche dal punto di vista economico, 15 milioni di dollari il costo previsto. Il Gesundheit! Institute fu pensato come una comunità per la libera assistenza sanitaria su un terreno di 316 acri (128 ettari) in West Virginia (Pocahontas County) con l’obiettivo di integrare, in un tradizionale ospedale, sia la medicina alternativa che l’organizzazione di programmi educativi in via di sviluppo sostenibile e impartire inoltre un modello di organizzazione sanitaria da offrire a studenti di medicina e al pubblico in generale. La “ricetta Adams” si basa su una combinazione intelligente e dotta di umorismo e divertimento, che rappresentano, secondo lui, “ingredienti” essenziali per la guarigione fisica e mentale del paziente. Il Gesundheit! Institute è una struttura sanitaria alternativa, un esperimento nella medicina olistica, basata sulla potente connessione tra ambiente e benessere e sulla convinzione che non si possa separare la salute dell’individuo da quella della famiglia, della comunità e del mondo: un Ospedale, centro di salute gratuito, concepito come una casa aperta a tutti. All’ingresso dell’Ospedale si può leggere una celebre frase che recita:
« Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità – dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti »
La notorietà
Nel 1983 apparve il primo articolo sul Gesundheit! nella rivista Prevention a cui seguirono tanti altri che contribuirono a dare notorietà al “metodo Patch”. Iniziò anche a tenere conferenze e seminari sui suoi progetti e sulla sua filosofia della guarigione e attraverso anche presentazioni teatrali le quali, insieme ad altre produzioni, contribuirono a raccogliere fondi per le spese di sopravvivenza. Seguirono anche numerosi viaggi: nel 1985 fu in Unione Sovietica, dove ritornò spesso; nel 1986, si recò presso l’Università nel Minnesota ad un convegno sulla medicina preventiva, e il suo intervento ricevette la valutazione migliore, tanto che il coordinatore del convegno scrisse:
« che uno di noi finisca in un Gesundheit o meno possiamo ricordare tutti per che cosa siamo qui e imparare come prenderci cura veramente dei nostri pazienti »
Nel 1989 si recò in Georgia per un altro convegno. Era diventato ormai “pubblico” e il suo messaggio si diffondeva anche per radio e televisione. Riceveva anche decine di migliaia di lettere da persone che volevano incoraggiarlo ed aiutarlo. Rispose ad ogni lettera. Il suo forte e proficuo impegno nel sociale lo rese famoso in tutto il mondo, al punto che è stato dedicato al suo operato il film “Patch Adams”, interpretato da un brillante Robin Williams, che ne romanza la vita, pur rispettando in buona parte episodi realmente accaduti, come l’incredibile bocciatura per troppa gaiezza, e la follia di riempire una vasca di spaghetti per una malata terminale. Il 20 aprile 2007 gli viene conferita la laurea honoris causa in pedagogia dall’Università di Bologna assieme a Miloud Oukili. Il 29 gennaio 1997 Adams riceve un premio per la Pace[
La ricetta di Patch: un ideale di pratica medica
Negligenza: un incubo pauroso
« La paura di essere perseguitati per negligenza è una delle peggiori tragedie della medicina moderna. Questa ladra della gioia nella pratica medica ha rubato l’umanità dei medici. La nostra società ci sta dicendo che non abbiamo diritto di commettere errori. I dottori di famiglia sanno che commettiamo degli sbagli ogni giorno, anche solo trascorrendo troppo poco tempo con i nostri pazienti. Dobbiamo avere il diritto di fare degli errori. La scienza medica è così imperfetta che è impossibile sapere per certo, prima di trattare un paziente, quale sarà il risultato. Ogni terapia è sperimentale e ogni medico sollecito deve correre dei rischi, se vuole aiutare i suoi pazienti. L’incompetenza è un’altra questione: se un medico è incompetente non dovrebbe praticare la medicina e basta »
La paura, insegna Patch, non è la base su cui praticare la medicina perché impedisce a molti professionisti di praticare e di dare consigli quando necessario o a tentare nuove terapie. Inibisce l’intuizione, inducendo molti medici a prescrivere trattamenti standardizzati per evitare pericoli e non lascia spazio alla creatività. Se i medici non possono commettere errori, aggiunge, devono essere considerati perfetti. Nella pratica medica, però, con tutte le sue imperfezioni, un dottore deve aspettarsi di fare errori e a volte persino di curare la morte. A tal proposito Patch intende sottolineare che i pazienti non devono vivere in modo passivo la loro salute:
« la salute è responsabilità di ogni singolo individuo. La maggior parte dei problemi ha componenti importanti nello stile di vita. Il medico viene chiamato in causa quando ormai è stato già raggiunto un certo livello di danno. Ecco perché al Gesundheit abbiamo un cartello che recita: PER FAVORE VIVETE UNA VITA SANA-LA MEDICINA E’ UNA SCIENZA IMPERFETTA »
Only health, no money
« Il Gesundheit non farà mai pagare per i suoi servizi medici. Per sopravvivere, il suo personale, i pazienti e gli amici cooperano per donare quello che è necessario per prosperare come ospedale-comunità. Speriamo di eliminare completamente la questione economica dall’interazione sanitaria. Questo è il cuore della nostra rivoluzione sociale: prendere il servizio più costoso in assoluto in America e concederlo gratis »
Gli obiettivi del Gesundheit! Institute sono sostenere l’amicizia a livello individuale, costruire una comunità a livello sociale più estesa e creare amicizie molto salde basate sulla fede, il divertimento e la generosità. Secondo il suo fondatore, Patch Adams, tale atteggiamento è terapeutico e necessario, se si vuole vivere in una società più sana.
«il nostro ospedale deve operare come un circolo di amici e familiari, non come una transizione finanziaria»
Humour e guarigione
« L’humour è l’antidoto per tutti i mali. Credo che il divertimento sia importante quanto l’amore. Alla fin fine, quando si chiede alla gente che cosa piaccia loro della vita, quello che conta è il divertimento che provano, che si tratti di corse di automobili, di ballare, di giardinaggio, di golf, di scrivere libri. La vita è un tale miracolo ed è così bello essere vivi che mi chiedo perché qualcuno possa sprecare un solo minuto! Il riso è la medicina migliore »
L’humour è stato da sempre ritenuto salutare, in tutta la storia da Ippocrate e a Sir. William Osler. La ricerca ha dimostrato che il riso incrementa la secrezione di sostanze chimiche naturali, catecolamine ed endorfine, che fanno sentire vivaci e in forma. Diminuisce invece la secrezione del cortisolo e abbassa il tasso di sedimentazione, il che implica una stimolazione della risposta immunitaria. L’ossigenazione del sangue incrementa e l’aria residua nei polmoni diminuisce. Le pulsazioni del cuore inizialmente diventano più rapide e la pressione del sangue aumenta, poi le arterie si rilassano, causando la diminuzione delle pulsazioni e della pressione. La temperatura della pelle si alza in conseguenza di una circolazione periferica maggiore. Quindi il riso sembra avere un effetto positivo su molti problemi cardiovascolari e respiratori.
« Lo humour è un eccellente antidoto allo stress. Poiché le relazioni umane amorevoli sono cosi salutari per la mente, vale la pena sviluppare un lato umoristico. Ho raggiunto la conclusione che l’umorismo sia vitale per sanare i problemi dei singoli, delle comunità e delle società. Sono stato un clown di strada per trent’anni e ho tentato di rendere la mia vita stessa una vita buffa. Non nel senso in cui si usa oggi questa parola, ma nel senso originario. “Buffo” significava buono, felice, benedetto, fortunato, gentile e portatore di gioia. Indossare un naso di gomma ovunque io vada ha cambiato la mia vita.[ »
La morte divertente
« Siamo qui per aiutare i pazienti a vivere la più alta qualità di vita e, quando non è più possibile, per facilitare la più grande qualità di morte. »
La morte ha sempre goduto di cattiva pubblicità. Morire è una delle poche cose che tutti devono fare, ma spesso non si riesce a sopportarne il pensiero. “Quando ero studente di medicina, non ho mai assistito a una lezione sulla morte. Questa è una trascuratezza grave” afferma Patch. “La gente muore. Le vite sono distrutte dalla paura che ciò avvenga e le famiglie sono devastate quando succede. Ciononostante, l’istruzione medica la ignora. I medici non sono qui per prevenire la morte! La cosa più triste è sentir dire al medico che non c’è più nulla da fare. È un difetto della medicina moderna.” Aggiunge poi che è importante per un medico esplorare la fede di una persona e la sua prospettiva di morte.
« Ogni volta che trascorro del tempo con una persona che sta morendo trovo in effetti una persona che vive. Morire è il processo che inizia pochi minuti prima della morte, quando il cervello viene privato dell’ossigeno; tutto il resto è vivere[] »
Patch crede inoltre che il morente debba sentirsi amato, ecco perché è bene circondarli degli affetti familiari e degli amici.
« Ogni volta che l’ho fatto, dall’esperienza della morte è stata rimossa buona parte della paura. Spesso, rendere familiare un’esperienza di vita, riduce l’ansia che essa genera. »
« Chiedo ai pazienti di immaginare che tipo di morte vorrebbero, non perché voglio sminuire la tragicità della perdita di tutto, ma perché si trasformi in un’esperienza che può avvicinarci come famiglia. Questa è la ragione per cui sostengo la morte divertente]»
Per divertente Patch intende semplicemente qualsiasi cosa un individuo consideri ideale, nei limiti del realizzabile. Questa pratica è comunque rivolta alla persona che sta morendo, non specificamente a quanti continueranno a vivere.
Il nome Patch in inglese vuol dire proprio cerotto o medicazione.