Di Vittorio Venditti
Sarà Stato Uno Sbaglio?
Non lo sò, fatto sta che ieri, andando a votare per i referenda, (di cui ho scritto nei giorni scorsi), sono stato testimone di qualcosa di “svizzero”.
I fatti.
Erano più o meno le diciotto, quando, nel bel mezzo della festa, di cui stavamo acquisendo i momenti che ti ho riportati nell’articolo precedente, in uno sbotto di alta e civica responsabilità, io e Totore decidevamo di compiere il nostro “dovere di bravi cittadini”, andando a contribuire nelle decisioni che avrebbe dovuto prendere chi, strapagato, è stato da noi eletto alla bisogna.
In tempi precedenti, in casi simili a quello di cui sto parlando, per bene che mi è andato, ho dovuto combattere per poter votare, senza dover rendere conto a terzi, generalmente burocretini di quart’ordine.
Ieri invece, è accaduto l’impensabile:
Entrando nel seggio, ho presentata la mia tessera elettorale e, senza altre richieste se non quelle proposte ad ogni elettore, mi sono visto consegnare le schede su cui desideravo esprimere il mio voto, unitamente alla matita copiativa.
Sempre in precedenza, chi avrebbe votato facendo le mie veci, veniva quasi sottoposto ad esame; veniva richiesto a chi votava per me, quasi anche l’albero genealogico.
Questa volta?
Niente! Neanche una parola, su chi o su come avrei fatto a votare.
Io e Salvatore, siamo andati in cabina, io gli ho consegnate le due schede che avevo richiesto, lui, (come te) sapeva cosa avrei voluto votare, e con questi dati, ha provveduto a votare al mio posto.
Siamo usciti dalla cabina, abbiamo riconsegnate le schede e la matita e, dopo aver educatamente salutato tutti siamo andati via.
Ma come!
A Salvatore non hanno chiesta la tessera elettorale?
Non hanno verificato se chi votava al mio posto lo potesse fare o meno?
Incredibilmente nò.
Forse perché si trattava d’innoqui referenda?
Non lo sò; sò però, che si è creato un precedente, sò, che forse qualcuno ha cominciato a capire che se un disabile, (con capacità d’intendere e di volere, In questo forse hanno sbagliato nei miei confronti), si reca a votare, lo fa con cognizione di causa e soprattutto sapendo e fidandosi di chi voterà al suo posto.
In definitiva:
Non sò se è stato per uno stupido sbaglio, fatto sta che da oggi, un’altra barriera è caduta, ed io, e chi è nelle mie stesse condizioni, dovremo ormai solo far in modo che resti definitivamente abbattuta.